fede

Cinque aneddoti sugli angeli accaduti nella vita di Padre Pio

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 10-10-2021

"c’è l’angiolino che fa la guardia alla mia casa”

Padre Pio e l’”angiolino”, come chiamava il suo angelo custode: il loro è stato un rapporto vivo, intenso, schietto. Più di un testimone ha raccontato questo rapporto tra il frate cappuccino di Pietrelcina e il piccolo messaggero celeste che lo “accompagnava” nelle sue giornate. Ne ”Il catechismo di Padre Pio”, Renzo Allegri riporta alcuni curiosi aneddoti.

GUARDIA E LADRI
All’inizio degli anni ’70, quando andai per la prima volta a Pietrelcina per raccogliere fatti ed episodi della vita di Padre Pio, erano ancora in vita persone che avevano conosciuto il Padre da giovane. Ricordavano gli anni in cui egli, appena ordinato sacerdote, poiché era sempre malato, non viveva in convento ma in una casa vicino a quella dei suoi genitori. E mi dicevano che quando usci- va non chiudeva mai la porta a chiave. A chi gli faceva notare che potevano esserci dei ladri rispondeva: “C’è l’angiolino che fa la guardia alla mia casa”.

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“SALUTAMI L’ANGIOLINO”
Padre Pio, al termine delle lettere a persone amiche, con le quali aveva molta confidenza, in particolare alcuni sacerdoti che conoscevano bene le sue esperienze mistiche, scriveva infallibilmente: “Salutami l’angiolino”. Con il nome “Angiolino”, Padre Pio intendeva l’angelo custode.

“L’ANGELO TI ACCOMPAGNI”
L’angelo custode era un richiamo costante nella vita di Padre Pio. A chi andava a salutarlo per intraprendere un viaggio diceva: “L’angelo di Dio ti accompagni”. Oppure: “Che l’angelo di Dio ti accompagni e ti apra le porte”. O anche: “Che l’angelo di Dio ti sia luce, aiuto, forza, conforto e guida”.

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“MI CREDI SORDO”
A chi chiedeva a Padre Pio un aiuto, un ricordo nelle preghiere per qualche difficoltà particolare, rispondeva: “Quando hai bisogno mandami il tuo angelo custode”. “Ma lei sente veramente quello che le mando a dire per il mio angelo custode?”, gli chiese, un giorno, un figlio spirituale. E il padre rispose: “E che, mi credi sordo?”

“SONO NOSTRI FRATELLI”
“Dobbiamo essere devoti agli angeli: invocarli spesso”. “Padre, gli angeli ci sorridono?” “Sicuro, sono nostri fratelli”. “Come fecero, Padre, gli angeli ribelli a peccare se erano in paradiso?” “Non erano in paradiso, ma in un altro mondo. Solo dopo la prova gli angeli fedeli furono ammessi alla visione beatifica”. “Padre, occuperemo i posti resi vuoti dagli angeli ribelli? E per me ce ne sarà qualcuno?” “Hai voglia quanti ce ne sono!”.

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