Vita di San Francesco


Diventerò un grande principe

Francesco d'Assisi è vissuto 44 anni, dall'inverno 1181/82 fino al crepuscolo del sabato 3 ottobre 1226. II biografo che I'ha conosciuto, Tommaso da Celano, inizia così la sua Prima Vita: "Viveva ad Assisi, nella valle spoletina, un uomo di nome Francesco". Ne prende lo spunto anche san Bonaventura nella sua Leggenda Maggiore: "Vi fu, nella città di Assisi, un uomo di nome Francesco ... ". Non c'e alcun riferimento storico perché la vita di un santo la si racconta per eventi e temi.
Viene battezzato con il nome Giovanni, ma il padre, Pietro di Bernardone, pendolare tra I' Italia e la Francia a commerciare "panni franceschi", lo chiama Francesco. Cresce simpatico, umano, credibile; non passa repentinamente dalle tenebre dei peccati alla luce abbagliante della perfezione, ma attraverso una vita normale di sogni e di spensieratezza, di svaghi e di impegni lavorativi, matura in se stesso i segni di una intensa esperienza cristiana. E' un giovane particolarmente allegro, ma non superficiale, generoso ad oltranza e sensibile, ma non incosciente, dotato di una certa civetteria ama essere al centro dell'attenzione, ma più per la consapevolezza delle sue doti che per eccessivo narcisismo.
Si sente avviato a grandi cose e non manca di affermarlo: so che diventerò un grande principe. E per di più c'e in Assisi un semplice il quale ogni volta che lo incontra per la strada si toglie il mantello e lo stende davanti ai suoi piedi, proclamando che avrebbe compiuto un giorno delle meraviglie. Era il gesto ingenuo e riconoscente di un povero trattato con generosità e umanità o il messaggio di una profezia? Le grandi cose a cui ambire a quel tempo erano le imprese dei cavalieri di cui era ricca la cultura giullaresca.
A vent'anni si cimenta in una battaglia vera appena fuori casa, a Collestrada, ma il suo esercito è fragile e improvvisato come le fantasie giovanili, ma soprattutto i suoi muscoli non sono forti come la sua sensibilità e il suo cuore, le sue mani non sanno stringere una spada come quando si poseranno sulle piaghe dei lebbrosi. E viene fatto prigioniero per un anno intero ma non perde il vizio di essere contento e di fantasticare. Ritorna a casa e riprende il suo lavoro nel negozio del padre. Poi si ammala di una malattia lunga e misteriosa che debilita il corpo ma rafforza i pensieri e soprattutto lo spirito.

La forza di un sogno

II giovane allegro, esuberante incomincia a scegliere il silenzio e la soli-tudine, si allontana dal centro della città e va a esplorare i luoghi abbandonati della campagna di Assisi. E' alla ricerca di un tesoro, ma che è ancora molto nascosto. Ritorna alla quotidianità, ma con qualche pensiero in più, più inquietante. Poi riprova a sfondare per realizzare le grandi cose a cui si sente chiamato. Si arruola per una spedizione nelle terre di Puglia; gli occhi del padre lo accarezzano fieri quando lo vede rivestito nella nuova armatura, gli amici delle feste lo salutano invidiosi. E finalmente riparte. Fa poca strada, fino a Spoleto e la sua avventura si infrange contro un sogno.
Sogna un castello pieno d'armi: ma tutte quelle grandi cose a chi appartengono, al padrone o al servo? Nel sogno una voce: “Francesco, ritorna ad Assisi”. E' la sconfitta e la resa più bruciante di quella di Collestrada perche senza le ferite della battaglia. Gli anni passano, il giovane e ormai uomo e le ferite le ha dentro, invisibili ma profonde.
Lì restano solo i sentieri solitari per sfuggire I'ironia della gente, le battute delle ragazze, lo scherno degli amici. Un giorno si sente attratto dai ruderi di una chiesetta e lì scorge un crocifisso impolverato e abbandonato, ma che lo aspettava pazientemente. "Francesco, va e ripara la mia casa". E così quelle mani delicate e scarne, incapaci di stringere con forza I'elsa di una spada, si sporcano, si graffiano, si ornano di calli.
Ma Dio non ha bisogno di muratori perche la sua casa è fatta di anime o meglio di persone. I poveri e i lebbrosi diventano la sua compagnia preferita, a loro riserva tutte le attenzioni e i soldi della bottega del padre.
Pietro di Bernardone che aveva puntato tutto su quel figlio, aveva chiuso un occhio su tutte le sue stravaganze, ma adesso la sua pazienza aveva colmato la misura e incominciava a montare una rabbia furiosa, incontrollabile. Era necessaria un'azione di forza per farlo tornare in se, davanti a tutti, anche per non perdere la faccia. E Francesco, spogliandosi, reagisce con il gesto più radicale e più liberatorio che potesse fare iniziando una nuova vita e assumendo una nuova identità: "D'ora in poi potrò dire liberamente: Padre nostro che sei nei cieli, non padre Pietro di Bernardone".
E qui incomincia un'altra storia che racconteremo per tappe fondamentali, limitandoci a qualche piccola chiosa.

La fraternità

Dopo un breve periodo di vita solitaria si raccolgono intorno a lui i primi seguaci, Egidio e Silvestro d'Assisi, Bernardo da Quintavalle, Pietro Cattani e Angelo Tancredi. Quando la prima fraternitas ha ormai preso forma intorno al Tugurio di Rivotorto, Francesco elabora una formula vitae che non ci è giunta e, insieme agli undici compagni, si reca a Roma per sottoporla al pontefice. Innocenzo III, persuaso da un sogno in cui vide il Laterano pericolante sorretto da un giovane frate, si limita a concedere un'approvazione orale, incaricando Francesco di "predicare a tutti la penitenza". Nel 1212 la "fraternità", notevolmente accresciuta, si stabilisce alla Porziuncola, poco lontano da Assisi. L'esempio di Francesco è seguito anche da Chiara, una giovane assisiate che, ricevuto I'abito, da vita alla comunità delle Povere dame di san Damiano, il futuro Ordine Minore delle Clarisse.
Spinto dal desiderio di testimoniare la fede al mondo intero, Francesco aveva tentato più volte di recarsi nei paesi non cristiani: fermato da un naufragio nel 1211 a largo della Dalmazia e da una malattia in Spagna nel 1214, raggiunge l'Egitto nel 1219, dove ottiene dal sultano Malek-el-Kamel I'autorizzazione a predicare, aprendo la via alle grandi missioni cattoliche. Rientrato ad Assisi, sofferente nel fisico e amareggiato per i contrasti tra i frati durante la sua assenza, nel 1220 Francesco rinuncia alla carica di ministro generale della comunità in favore del fedele compagno Pietro Cattani. II 29 novembre 1223 Onorio III approva con la bolla Solet annuere la regola francescana, sancendo la nascita ufficiale dell'Ordine dei Frati Minori. Assistito da tre compagni, Angelo, Leone e Rufino, ormai quasi cieco, nel 1224 Francesco si ritira nell'eremo della Verna, il dantesco "crudo sasso intra Tevero e Arrno", dove riceve le stimmate. Muore il 3 ottobre del 1226 alla Porziuncola e viene canonizzato da Gregorio IX il 16 luglio 1228.

"Un uomo santissimo" (San Bonaventura)

La spoliazione davanti al padre e al vescovo nella piazza di Assisi, aveva portato finalmente Francesco a scoprire la sua identità di figlio di Dio e la sua configurazione a Cristo.
"Oh, come è glorioso, santo e grande avere in cielo un Padre". Coloro che compiono le opere del Padre "sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo. Siamo sposi quando I'anima fedele si unisce al Signore nostro Gesù Cristo per virtù delle Spirito Santo. Siamo suoi fratelli quando facciamo la volontà del Padre che e nei cieli. Siamo madri quando portiamo nel cuore e nel corpo per mezzo del divino amore e della pura coscienza e lo generiamo attraverso le opere sante" (Lettera a tutti i fedeli).
Diventare come Gesù. Fu questa il senso della sua vita espresso nella Regola per i frati: "Questa e la vita del vangelo di Gesù Cristo, che frate Francesco chiese che dal signor Papa Innocenzo gli fosse concessa e confermata" (Regola non bollata).
La sua conformazione/imitazione di Cristo cercata per tutta la vita I'ebbe perfino impressa nella sua carne con i segni delle stimmate. Scrisse frate Elia dopo la morte di Francesco: "Ed ora vi annuncio una grande gioia, uno straordinario miracolo: non si è udito un portento simile, se non nel Figlio di Dio, Cristo Signore. Qualche tempo prima della sua morte il nostro Padre (Francesco) apparve crocifisso, portando impresse nel suo corpo le cinque piaghe, come sono veramente le stimmate di Cristo".
E testimonia frate Leone: "Quando si stava lavando il suo corpo per la sepoltura, sembrava veramente come un crocifisso deposto dalla croce”. Un altro modo per vivere il rapporto con Dio e realizzarlo in Cristo è fare corpo con I'umanità di Gesù stesso, entrare in lui, unirsi intimamente a lui. E questo è possibile 'realmente' attraverso il sacramento dell'Eucaristia. Un sacramento che Francesco ha vissuto con tale intensità da vibrare e ardere "di amore in tutte le fibre del suo essere, preso da stupore oltre ogni misura per tanta benevola degnazione e generosissima carità. Si comunicava con tanta devozione da rendere devoti anche gli altri" (Tommaso da Celano, Vita Prima).

La ricchezza della povertà

Povertà è I'atteggiamento umile di chi non rivendica nulla di fronte al dono di Dio, ma dimora nella gratitudine per I'esistenza donata con tutti i suoi beni. Non occorre affannarsi per ammassarli, ci sono già!
In tal modo la povertà diventa partner di una relazione di alleanza, di un patto (=commercium) che procura i doni più belli: chi sposa Madonna Povertà rinuncia a bastare a se stesso, rimette a Dio quel poco che ha e riceve da lui, che è tutto, il centuplo. L'uomo rinuncia al suo nulla, perché tutto gli e donato, per partecipare al tutto di Dio. Concetto che può essere assimilato senza problema solo da chi ha fatto di Dio il suo tutto.
Questa e I'intuizione della povertà secondo Francesco, un atto di fede nell'onnipotenza di un Dio fedele. II Poverello possiede tutto perche non ha nulla di sé, ma tutto il mondo da Dio.
Così quel giovane che rinunciò alla casa e alla famiglia trovò una famiglia numerosissima e mille case ospitali. La povertà radicale di Francesco lo fa possessore in anticipo di cieli nuovi e di nuove terre, della nuova creazione che Dio prepara per i suoi eletti, stabilendo nuove relazioni con il creato e i fratelli. Vertice meraviglioso di questa esperienza del mondo rinnovato è il "Cantico delle Creature" in cui Francesco partecipa del giudizio di Dio sulla creazione: "E vide che era molto buono" (Genesi).
Ma la nuova creazione coinvolge e modifica anche le relazioni tra gli uomini annunciata nel saluto-augurio messianico: "La pace sia con voi". Era il saluto dei frati di Francesco. Icona di tale nuova fraternità è lo stile di vita dei compagni del santo che vivevano nella letizia e nella carità vicendevole.
La regola d'oro della fraternità suonava così: "Pecca I'uomo che vuole ricevere dal suo prossimo più di quanta vuole dare di sé al Signore". E' la proposta di chi vuole assumere la relazione con Dio come misura di ogni esperienza umana. Nella santità e nella grandezza di Francesco si può vedere visibilmente che cosa può realizzare una creatura quando accoglie senza riserve il dono della grazia divina. Possiamo restare solo stupiti, ammirati e sentirne il richiamo con le parole stesse del santo di Assisi: "Oh, come e glorioso e santo e grande avere in cielo un Padre! Oh, come e santo e consolante, bello e ammirevole avere un tale sposo! Oh, come è santo, come e delizioso, piacevole, umile, pacifico, dolce e amabile avere un fratello, il quale offrì la sua vita per le sue pecore e prego il Padre per noi!" (Lettera a tutti i fedeli).

1181/1182 – Ad Assisi, nasce Giovanni di Pietro di Bernardone; il padre, ricco mercante, assente al battesimo, vuole che sia chiamato Francesco. Impara a leggere e scrivere presso la chiesa di San Giorgio (cf. 1Cel 23; LegM 15,5).
1193/1194 – Nasce ad Assisi Chiara, figlia di Favarone di Offreduccio e di Ortolana, di famiglia aristocratica.
1198-1200 – Dopo la morte dell'imperatore Enrico VI (sett. 1197) i popolani delle arti (homines populi) distruggono la rocca imperiale di Assisi e assaltano le case fortificate dei nobili (boni homines), molti dei quali si rifugiano a Perugia.
1202-1203 – Nella guerra tra Perugia e Assisi, le milizie assisane sono sconfitte a Collestrada: prigionia di Francesco, liberato dopo un anno, in cattive condizioni di salute.
1204-1206 – Comincia la «conversione» di Francesco: visione misteriosa di Spoleto, incontro con i lebbrosi, preghiera insistente a San Damiano (cf. 3Comp 6-14). – Preghiera davanti al Crocifisso Preghiera davanti al Crocifisso (inizi 1206).
1206-1208 – Contrasto con il padre e rinuncia all'eredità paterna dinanzi al vescovo di Assisi. In abito da eremita, ripara San Damiano, San Pietro e Santa Maria della Porziuncola (cf. 3Comp 16-24).
– Compone e recita la preghiera Ti adoriamo (FF 111).
1208 – Aprile: assieme ai primi compagni, Bernardo di Quintavalle e Pietro Cattani, nella chiesa di San Niccolò consulta il Vangelo, che diventa la loro norma di vita (cf. 3Comp 27-29; Anper 10-11). Indossando l'abito dei penitenti, iniziano le prime peregrinazioni apostoliche.
1209 – Nella primavera seguente, quando il numero è cresciuto a dodici, Francesco e compagni si recano a Roma, dove Innocenzo III approva a voce la regola di vita «secondo la forma del santo Vangelo» che Francesco «fece scrivere con poche parole e con semplicità» (2Test 14-15). Il papa «autorizzò lui e i suoi compagni a predicare dovunque la penitenza» (3Comp 51; Anper 36).
– Questa «Protoregola», più che perduta, è stata inglobata e poi amplificata progressivamente dentro il testo della Regola non bollata (1210-1221).
– Da Rivotorto la fraternità passa a Santa Maria della Porziuncola, la chiesetta ottenuta in custodia dai benedettini del Subasio.
1212 c. – Chiara viene accolta da Francesco alla vita penitente, e quindi all'obbedienza, con un impegno scritto da parte di Francesco: la Forma di vita (1212 c.), riportata da Chiara (RsC 6,1-5; TestsC 29).
1212-1215 – Francesco tenta invano di raggiungere la Siria (1211), poi il Marocco attraverso la Spagna (fra 1213 e 1215). – Esortazione alla lode di Dio Esortazione alla lode di Dio (FF 265a): per acerbità di struttura e di forma, potrebbe appartenere ai primi anni del «peregrinare» di Francesco.
1215 – Novembre: si celebra il concilio Lateranense IV, importante per la riforma della Chiesa e le misure antiereticali. I «frati minori» non sono vincolati alle disposizioni della Ne nimia religionum diversitas (in base alla quale, ad esempio, i frati predicatori devono assumere la Regola agostiniana).
1216 – 16 luglio: muore Innocenzo III. Gli succede Onorio III.
– Ai fatti è presente Giacomo da Vitry-sur-Seine, consacrato vescovo di Acri (Tolemaide), che in una lettera dell'ottobre 1216 fornisce la prima preziosa testimonianza esterna sulla vita e la stima ecclesiale goduta dai cosiddetti frati minori e dalle sorelle minori (FF 2205: ma cf. 2200-2209).
1217 – 26 maggio: il capitolo generale decide la prima missione d'oltralpe e d'oltremare, che incontra gravi difficoltà.
1219 – 26 maggio: al capitolo di Pentecoste, mentre dal 1217 è in atto la quinta crociata, si decide una seconda missione dei frati oltralpe e oltremare.
– 11 giugno: nella bolla Cum dilecti, indirizzata a vescovi e prelati, Onorio III raccomanda di accogliere i «frati minori [...] come uomini cattolici e fedeli» (FF 2708).
– Nel mese di giugno Francesco si imbarca per l'Oriente e giunge a Damietta, dove incontra pacificamente il sultano d'Egitto Melek-el-Kamel.
1220 – Gennaio: in Marocco, i primi cinque frati minori martiri.
– Informato che i «vicari» lasciati in Italia avevano introdotto disposizioni arbitrarie nella Regola, Francesco rientra, ottiene da Onorio III il cardinale Ugolino come protettore dell'Ordine, arricchisce di testi biblici la Regola con l'aiuto di frate Cesario da Spira (cf. Giordano 12-15: FF 2334-2338).
– Sulla scia dell'esperienza in Oriente e della lettera papale Sane cum olim (datata 22 novembre 1219), Francesco invia ai «tre stati» cristiani delle lettere, con l'invito alla lode divina pubblica e al culto eucaristico:
– Lettera a tutti i chierici Lettera a tutti i chierici, 1a redazione (FF 207/a-209/a), 2a redazione (FF 207-209).
– Lettera ai reggitori dei popoli (FF 210-213).
– Prima lettera ai custodi (FF 240-244).
– Seconda lettera ai custodi (FF 245-248: appoggia le tre precedenti).
– 22 settembre: la bolla Cum secundum obbliga anche i frati minori all'anno di noviziato, vietando di lasciare l'Ordine dopo la professione religiosa (FF 2714). – Francesco rinuncia al governo diretto dell'Ordine, affidandolo a un vicario (Pietro Cattani, fino al 10 marzo 1221; gli subentra frate Elia).
1221 – 30 maggio: al capitolo generale della Porziuncola si organizzano con cura nuove spedizioni oltralpe (Germania) e si discute il nuovo testo della Regola: –Regola non bollata, in 24 capitoli (FF 1-73), sicuramente approvata dal papa (cf. Prologo e 24,4), ma non con bolla ufficiale.
– Un completamento «spirituale» delle norme per la fraternità è costituito dalle Ammonizioni (FF 141-178), forse raccolte progressivamente ai capitoli generali, dove «santo Francesco rivolgeva ai frati ammonizioni, riprensioni e precetti [...], dopo aver consultato il Signore» (Anper 37: FF 1529).
1221 ss. – Appartengono con tutta probabilità agli anni maturi di Francesco, senza possibilità di fissarne meglio la cronologia, alcune delle preghiere: – Saluto alle virtù (FF 256-258).
– Saluto alla beata Vergine Maria (FF 259-260).
– Orazione sul «Padre nostro» (FF 266-275).
1221-1223 – Prosegue da parte di Francesco il lavorio per giungere a un testo definitivo della Regola, come dimostra un documento importante: –Lettera a un ministro (FF 234-239).
– Non mancano le tensioni comunitarie (al «capitolo delle stuoie»: CAss 17-18; 2Spec 68) e una lunga «tentazione» di Francesco (cf. 2Cel 115; 2Spec 99). Potrebbero uscire da questo tormentato contesto biografico:
–Della vera e perfetta letizia (FF 278).
–Ufficio della Passione del Signore (FF 279-303).
1223 – Inizio anno: a Fonte Colombo, non senza difficoltà e contrasti (cf. LegM 4,11; CAss 17), Francesco redige la Regola definitiva del suo Ordine:
–Regola bollata (FF 73a-109a), approvata da Onorio III (bolla Solet annuere, 29 novembre).
– 24-25 dicembre, a Greccio: «memoria» eucaristica del Natale del Signore (1Cel 84-87).
1224 – In data sicuramente posteriore all'approvazione della Regola bollata:
–Lettera a frate Antonio (FF 251-252: rinvio a Rb 5,2).
–Lettera a tutto l'Ordine (FF 214-233), che ai vv. 34-43 contiene rinvii alla Rb.
– Agosto-settembre: quaresima di san Michele, «nel luogo della Verna» (15 agosto-29 settembre), dove Francesco riceve le stimmate, dopo le quali scrive «di sua mano»:
–Lodi di Dio Altissimo (FF 261), «rendendo grazie a Dio del beneficio» (rubrica autografa di frate Leone);
–Benedizione a frate Leone (FF 262; per le motivazioni, cf. 2Cel 49).
– Francesco torna alla Porziuncola, limitato nell'attività apostolica dalle stimmate e dall'aggravarsi delle malattie. Se non anche la 1a redazione (FF 178/1-7), almeno la 2a redazione della Lettera ai fedeli (FF 179-206) appartiene con tutta probabilità a questi ultimi anni, visto che Francesco dichiara di voler scrivere «considerando che non posso visitare personalmente i singoli, a causa dell'infermità e debolezza del mio corpo» (2Lf 3: FF 180).
1225 – Primavera: a San Damiano Francesco compone due laudi-esortazioni in volgare, la prima in ringraziamento per l'assicurazione della salvezza (certificatio), la seconda «a maggior consolazione della signore povere»:
–Cantico di frate Sole (FF 263; cf. CAss 83 e le aggiunte: Cass 84 e 7).
–Audite, poverelle dal Signore vocate (FF 263/1; cf. CAss 85).
– Passa nella valle Reatina, dove sopporta inutili terapie chirurgiche per una grave malattia d'occhi contratta in Oriente.
1226 – Aprile-maggio: a Siena, durante un aggravamento, detta in breve l'ultima «volontà»:
–Testamento di Siena (FF 132-135; cf. CAss 59).
– Francesco è trasferito successivamente alle Celle di Cortona, a Bagnara presso Nocera e quindi scortato ad Assisi, nel palazzo vescovile. All'annuncio della morte vicina, detta l'ultima lassa del Cantico.
– Settembre: probabilmente durante le ultime settimane di vita, detta l'ultimo
–Testamento (FF 110-131), «un ricordo, un'ammonizione, un'esortazione» (v. 34): un testo universalmente ritenuto esemplare per la spiritualità e lo stile di Francesco, ma che deve essere ritenuto tale anche per la fedeltà alla Chiesa e alla Regola professata (cf. 2Test 38-39: FF 130).
– «Poco prima della sua morte» invia l'Ultima volontà (FF 140) per le «signore povere», di San Damiano (cf. RsC 6,6- 9; TestsC 33), e fa scrivere la Lettera a donna Jacopa (cf. Actus, XVIII).
– 3 ottobre: Francesco muore alla Porziuncola, la sera del sabato 3 ottobre (dopo il tramonto: secondo il computo liturgico medievale, il 4 ottobre). Il giorno dopo la salma viene tumulata in Assisi, nella chiesa di San Giorgio (ora inglobata nella basilica di Santa Chiara), dove «fanciullino aveva imparato a leggere e dove in seguito per la prima volta aveva predicato» (LegM 15,5).
1227 – 19 marzo: il cardinale Ugolino, eletto papa, assume il nome di Gregorio IX.
– 30 maggio: Giovanni Parenti è eletto ministro generale dell'Ordine.
1228 – 16 luglio: Gregorio IX celebra in Assisi la canonizzazione di Francesco: la relativa bolla, Mira circa nos (FF 2720- 2728), è resa pubblica il 19 luglio.
– 17 settembre: Chiara ottiene da Gregorio IX il Privilegium paupertatis per il monastero di San Damiano in Assisi.
1228-1229 – Tommaso da Celano, su mandato di Gregorio IX, compone la biografia del santo: Vita del beato Francesco, o Vita prima (1Cel), approvata dal pontefice forse il 25 febbraio 1229.
1230 – 25 maggio: traslazione delle spoglie di Francesco dalla chiesa di San Giorgio nella basilica eretta in suo onore.
– 28 settembre: interpellato da una commissione di frati, Gregorio IX promulga la Quo elongati, che nega valore giuridico al Testamento di Francesco e dirime alcuni punti dubbi in merito all'interpretazione della Regola.
1232 – Frate Elia di Assisi, già vicario di Francesco, viene eletto ministro generale dell'Ordine.
1232-1235 – Giuliano da Spira compone la Vita sancti Francisci.
1234 – 11 giugno: Agnese, figlia di Ottokar I, re di Boemia, rende pubblica la sua scelta religiosa.
1234-1238 – Prime tre Lettere di Chiara ad Agnese di Boemia.
1239 – 15 maggio: frate Elia è deposto dal suo incarico; alla presenza di Gregorio IX, il capitolo generale elegge Alberto da Pisa, primo sacerdote alla guida suprema dell'Ordine; vengono promulgate le prime costituzioni.
1241 – Prima del 25 ottobre, Primordi o fondazione dell'Ordine (Anonimo perugino), operetta composta probabilmente da frate Giovanni, discepolo di frate Egidio. 1244 – Al capitolo generale di Genova Crescenzio da Iesi, ministro generale, promuove una raccolta di testimonianze, perché possano colmarsi le lacune segnalate nella Vita del beato Francesco (1Cel) di Tommaso da Celano.
1245 – 14 novembre: Innocenzo IV promulga la bolla Ordinem vestrum a commento della Regola francescana.
1246 – 11 agosto: Leone, Rufino e Angelo, compagni di Francesco, inviano da Greccio i loro ricordi a Crescenzio da Iesi; anche i cittadini di Assisi rendono la loro testimonianza, concentrandosi sulla gioventù di Francesco.
1247 – Giovanni da Parma è eletto ministro generale.
– Tommaso da Celano redige il Memoriale nel desiderio dell'anima, o Vita seconda (2Cel), approvato dal capitolo generale.
– 18 agosto: Innocenzo IV promulga una «forma di vita» per i monasteri femminili dell'Ordine di San Damiano.
1252-1253 – Tommaso redige la parte riguardante i miracoli di Francesco (3Cel).
1253 –Quarta lettera ad Agnese e Testamento di Chiara.
– 9 agosto: Innocenzo IV conferma la Regola di Chiara, per il monastero di San Damiano in Assisi.
– 11 agosto: Chiara muore a San Damiano.
– 18 ottobre: Innocenzo IV chiede l'apertura del processo di canonizzazione di Chiara.
1255 – 15 agosto: Chiara è canonizzata da Alessandro IV ad Anagni (anche se non certa, questa è la data più sicura).
1250-1260 – Composizione del Sacrum Commercium.
1257 – Deposizione di Giovanni da Parma; viene eletto ministro generale Bonaventura da Bagnoregio.
1260 – Il capitolo generale, riunito a Narbona, conferisce mandato a Bonaventura di scrivere una nuova vita di san Francesco e promulga nuove costituzioni generali.
1263 – A Pisa, il capitolo generale approva la Legenda maior.
1266 – A Parigi, il capitolo generale decreta la distruzione di tutte le vite di san Francesco, fatta eccezione per l'opera di Bonaventura.
1276 – Il capitolo generale, riunito a Padova, ordina il recupero della precedente memoria su san Francesco. Dopo quella data, con il materiale raccolto nell'indagine promossa da Crescenzio da Iesi vengono realizzate la Compilazione di Assisi e la Leggenda dei tre Compagni.
1289 – 18 agosto: con la bolla Supra montem Niccolò IV istituisce ufficialmente il Terz'Ordine francescano, facendovi confluire i precedenti movimenti penitenziali.
1305 – Ubertino da Casale, confinato alla Verna, scrive una prima redazione dell'Albero della vita crocifissa di Gesù.
1318 c. – Redazione dello Specchio di perfezione.
1325 c. – Angelo Clareno conclude il Libro delle cronche o delle tribolazioni dell'Ordine dei frati minori.
1327-1337 – Redazione degli Actus beati Francisci et sociorum eius; da essi, un anonimo volgarizzatore trarrà, alcuni decenni più tardi, i notissimi Fioretti.