societa

Un'agenda per la natura

Stefano Mancuso Pixabay
Pubblicato il 11-02-2021

Biodiversità, tema centrale per il Governo

È un'ottima notizia che, improvvisamente, la questione ambientale, dopo anni di sostanziale scomparsa all' interno del dibattito politico, sia ritornata alla ribalta, come uno degli assi portanti del prossimo governo Draghi. In questo senso, la proposta, da parte di Beppe Grillo, della creazione di un ministero della transizione ecologica appare quanto di più sensato si sia detto sull' argomento da anni.

Pensare che problemi come la "transizione climatica, la lotta ai cambiamenti climatici e la protezione della biodiversità", cui andranno destinati, come si legge sul sito ufficiale della Unione Europea, la maggioranza dei fondi del piano di ripresa continentale, possano essere affrontati senza un'unica regia generale, che spazi dall' ambiente allo sviluppo economico, vuol dire non aver davvero compreso l' entità del problema che l' Italia - come il resto dell' umanità - si trova ad affrontare. Pochi giorni fa (2 febbraio) è stato pubblicato un indispensabile report commissionato dal Tesoro del Regno Unito a Partha Dasgupta dell' università di Cambridge.

Si intitola L'economia della biodiversità e inizia così: "Le nostre economie, i mezzi di sussistenza e il benessere dipendono tutti dal nostro bene più prezioso: la natura. Siamo parte della natura, non separati da essa". Sembrerebbe un incipit piuttosto poetico per un testo economico, eppure, proseguendo nella lettura del report diventa chiaro che ignorare la perdita di biodiversità "potrebbe avere conseguenze catastrofiche per le nostre economie e il nostro benessere". Ne suggerisco caldamente la lettura a tutti coloro che gestiranno le sorti del nostro Paese nei prossimi anni. Soprattutto, mi auguro che possa servire da bussola per chi si troverà a gestire questa transizione ecologica, sia esso un ministro apposito, come mi auguro o chiunque dovrà farsene carico. Si tratta di un compito ineludibile e immane: stiamo, infatti, terminando le risorse del pianeta.

Non soltanto cose come il suolo, i minerali e l'acqua dolce sono sempre più rare, ma qualunque bene naturale, indistintamente, scompare come al passaggio di locuste su un campo coltivato. Anche gli altri esseri viventi, il cui numero sta riducendosi a una velocità inimmaginabile. Si ritiene che oggi il tasso di estinzione delle specie sia circa 1.000 volte superiore a prima che gli umani dominassero il pianeta. In 50 anni, a partire dal 1970, il numero di animali che vivono sulla Terra è diminuito della metà. I dati rappresentano una realtà che i ricercatori, nonostante il tono normalmente sobrio degli articoli scientifici, non esitano a descrivere come un "annientamento biologico" e un "attacco alle fondamenta della civiltà umana". Oggi, il 96% dei mammiferi che vivono sul pianeta sono uomini o animali da allevamento e il 70% degli uccelli è rappresentato dal pollame.

I nostri consumi superano di gran lunga la capacità della natura di fornirci i beni e i servizi su cui tutti facciamo affidamento... (Repubblica)

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