societa

Da Giotto al '900 L'arte racconta la Commedia (e il suo autore)

Marco Gasperetti Pubblico Dominio
Pubblicato il 23-02-2021

A Forlì la mostra per il settecentenario di Dante

Non solo parole ma anche visioni. Immagini sublimi: dipinti, disegni, sculture, per raccontare Dante Alighieri. Trecento opere, da Giotto a Casorati, che saranno esposte a Forlì per una mostra, Dante. La visione dell' arte , presentata ieri e in programma dal 1° aprile all' 11 luglio ai Musei San Domenico. È un evento. Mai prima d' ora l' universo dantesco era stato rappresentato con un percorso espositivo ricchissimo che dal Medioevo giunge fino alla contemporaneità. Ci sono capolavori che arrivano dalla Galleria degli Uffizi, dai Musei Vaticani, dalla Galleria Borghese, da Capodimonte, dall' Ermitage e da altre collezioni italiane e internazionali. Pronti a testimoniare la gloria del Poeta, come il Polittico di Giotto custodito nella basilica di Santa Croce a Firenze nel quale Maria con gli angeli attorno richiama i temi del Paradiso . Oppure il Giudizio universale del Beato Angelico, il Ratto di Ganimede disegnato da Michelangelo.

Firenze ha un ruolo principe in questa mostra nata da un' idea da Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, e di Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Ma i curatori - Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca - non si sono fermati alla città natale del padre della lingua italiana. E hanno viaggiato nel tempo sino ai nostri tempi. Dunque ecco il gigantesco quadro La Visione del Paradiso del Tintoretto. E ancora Joseph Anton Koch, con Dante e Virgilio portati in volo da Gerione. C' è il Lucifero di Franz von Stuck e Felice Casorati con Per sé e per suo ciel concepe e figlia .

In esposizione ci saranno le prime edizioni della Divina Commedia e alcuni dei più importanti codici miniati del Quattordicesimo e Quindicesimo secolo. Alcune sezioni saranno dedicate alle visioni di Dante nel Rinascimento, a come lo pensarono i neoclassici, i romantici, e i moderni. Perché - come spiega Gianfranco Brunelli - «non solo la Commedia ma tutto Dante si rispecchierà nell' arte» e - come sottolinea Eike Schmidt - «l' Alighieri è anche conforto spirituale e riferimento culturale comune e immortale». (Corriere della Sera)

 

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