Serie TV

Episodio 14: La predica agli uccelli

Eugenio Bonanata e Daniele D’Elia
Pubblicato il 14-10-2021

Uno degli episodi più famosi della vita dell'Assisiate



La celeberrima "predica agli uccelli", secondo la Leggenda Maggiore, ha luogo a Piandarca, un'area di verde incontaminata tra Cannara e Bevagna. E anche Tommaso da Celano conferma l'episodio, collocandolo in questa località.

Scrive San Bonaventura che Francesco, "avvicinandosi a Bevagna", si ferma in una radura dove si è data convegno "una moltitudine sterminata d'uccelli" (FF, 1206). Il santo si rivolge a queste creature, come se fossero dotate d'intelletto, e le esorta a lodare Dio. E l'agiografo, poi, descrive la reazione dei volatili: "gli uccelletti, gesticolando in meravigliosa maniera, allungavano il collo, stendevano le ali, aprivano il becco, guardandolo fisso".

Giotto di Bondone, tra il 1295 e il 1299, raffigura questa scena, tra le più famose del ciclo di affreschi nella Basilica Superiore di Assisi. Infatti è un episodio molto amato dalla devozione popolare. Probabilmente, richiama alla capacità di Francesco di rivolgersi agli ultimi in modo comprensibile. Il volto del santo, nell'affresco, esprime dolcezza. E anche lo sfondo è molto semplice, con alberi raffigurati a grandezza naturale.

Secondo una biografia di Ruggero di Wendower, i fatti narrati si svolgono, invece, a Roma. Il papa ha appena concesso a Francesco e ai suoi seguaci l'ufficio della predicazione. E i frati, costruito un oratorio nell'Urbe, si dedicano incessantemente alla diffusione del Vangelo. Ma il popolo romano lo disprezza e rifiuta il suo insegnamento. A quest'ostilità Francesco risponde: “me ne andrò ad annunciare Cristo agli animali bruti e agli uccelli dell’aria; essi ascolteranno queste parole di salvezza e obbediranno a Dio con tutto il cuore”.

 

Possiamo pensare, ricorda padre Enzo, che le prediche agli uccelli siano state più di una, e i luoghi diversi. E anche ad Alviano, in provincia di Terni, si ripete un episodio similare. Scrivono le fonti che Francesco, adunato il popolo per predicare, “non riusciva a farsi sentire a causa delle rondini, che avevano il nido proprio lì e garrivano a tutta forza” (FF, 1207). Anche in quest'occasione si rivolge ai pennuti chiedendo di essere ascoltato. Le rondini “quasi fossero dotate di intelletto, tacquero immediatamente”, annota San Bonaventura, e questi prodigi contribuiscono ad accrescere la fama del santo.

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