Serie TV

Episodio 10: I primi compagni

Eugenio Bonanata e Daniele D’Elia
Pubblicato il 10-10-2021

Tanti i seguaci del Poverello di Assisi

Sono stati tanti i seguaci del poverello d'Assisi, tanti coloro che, mentre era in vita, ne hanno sposato gli ideali facendosi suoi compagni di viaggio. I loro nomi ci sono stati tramandati dalla tradizione e, alcuni tra questi, vengono ricordati da padre Enzo nell'odierna puntata. È citato, innanzitutto, Fra Giovanni detto “il semplice”. Prima dell'incontro con il santo egli è solo un indigente contadino. Ed è proprio sul luogo di lavoro, tra i campi, che Giovanni manifesta la volontà di diventare frate. Prima però, ed è questa l'unica condizione, deve  rinunciare ad ogni possedimento. Tommaso da Celano descrive la scena: “scioglie i buoi e ne offre uno a Francesco”, ed è il solo bene quel bue di cui può veramente disporre. (FF, 190) La “semplicità” è indubbiamente la virtù che ha contraddistinto la breve esistenza di questo frate che in ogni cosa imitava il Serafico padre.

Bernardo di Quintavalle è accreditato dalle fonti come “primo nel tempo e primo nella santità” tra i compagni del “beato padre” (FF, 1053). Cittadino d'Assisi, persona semplice e devota, la sua conversione è stata un “modello per tutti quelli che vennero dopo di lui”, annota Tommaso da Celano (FF, 361). Tutti, infatti, imitandolo nella virtù, prima di vestire il saio, avrebbero dovuto “vendere i loro beni e distribuire il ricavato ai poveri”. Fanno seguito a Bernardo tanti altri. Dapprima, fra Pietro di Cattanio, uomo colto, giurista e canonico della cattedrale di San Rufino. E dopo questi, fra Egidio che era invece un semplice contadino, “retto, timorato di Dio”, dedito soprattutto ai lavori manuali e alla preghiera. Egidio, nonostante fosse incolto, “si elevò ai più eccelsi vertici della contemplazione”. Lo conferma San Bonaventura, che ne esalta la figura asserendo: “sembrava conducesse ormai una vita più angelica che umana”. (FF, 1055)

Le qualità e le virtù di questi primi fratelli e compagni di strada saranno esemplari per chiunque voglia abbracciare la vita francescana. Ne “lo specchio di perfezione” (FF, 1782) Francesco, in un'esortazione meravigliosa ed intrisa di amore fraterno, invita tutti ad imitare le attitudini di Fra Bernardo, frate Leone, fra Masseo, frate Egidio, fra Rufino: “sarebbe buon frate minore colui che riunisse in sé la vita e le attitudini” di questi “santi frati”.

 

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