religione

Suor Agata Leone, la clarissa dei miracoli che fu eletta 7 volte badessa 

Gelsomino Del Guercio Pixabay
Pubblicato il 11-05-2020

Un record per la mistica di Noci, in provincia di Bari, che ebbe molti doni da Dio

Beatrice, il suo nome di battesimo, nasce nell’ottobre del 1617 a Noci, in provincia di Bari. Ma che la sua vita sia scritta nel disegno di Dio, lo si comprende quando nel 1630, si apre il monastero delle clarisse in paese. A 13 anni, Beatrice è tra le prime a vestire l’abito di Santa Chiara con il nome di suor Agata. Non sa leggere: afflitta prega affinché sia illuminata. Una mattina, dopo la comunione, una luce sopraggiunge nell’intelletto, dissipandole le ombre dell’ignoranza.

LE PRIME ESTASI

Inizia a leggere la vita dei santi, a recitare l’ufficio divino e ad illustrare la sacra scrittura. Illustrata nell’intelletto, suor Agata illustra la sua anima con la penitenza nel rispetto della regola: digiuno continuo, pochissimo sonno, preghiera instancabile, continua contemplazione. Chi le è vicina crede che dorma profondamente. Invece è vera estasi. Benché novizia, è già maestra delle consorelle. Per sette trienni consecutivi, nonostante che per quattordici anni stia immobile nel letto e perda la vista, le consorelle la eleggono badessa.

LE GUARIGIONI MIRACOLOSE

E' durante l’infermità che si manifestano le doti mistiche della clarissa. Sa leggere nei cuori delle sue consorelle, consola dalle tentazioni, richiama coloro che pregano con fervore o con negligenza. Compie diverse guarigioni. Sono miracolosi, gli interventi per ridare la salute alle sue consorelle. A suor Bernardina Barberis ridona la salute degli occhi; a suor Antonia Petrone, inabile ai servizi del monastero, restituisce l’uso della mano; a suor Rosa Stassi, impotente al cammino, rimette in sesto un ginocchio; a suor Tommasa Colomba annulla l’eccessivo dolore dei denti.

IL PURGATORIO

Di loro conosce anche il destino dell’anima al distacco dal corpo. Sa della condanna di una suora a patire in purgatorio per tre colpe: per aver tenuto poco conto delle indulgenze, per essere stata distratta nell’ufficio divino e negligente nel togliere i difetti. Dell’anima di suor Tecla Viterbo, invece, passata a licenziarsi e a chiedere la benedizione, sa d’essere destinata al purgatorio perché, tra le negligenze, non interveniva mai agli esercizi comuni ma stavasi ritirata in cella. Per le sue virtù, suor Agata riceve il dono della rivelazione per conoscere i segreti delle coscienze e della profezia per sapere tutto quello che deve succedere.

LE ULTIME DUE PROFEZIE

La badessa, nell'ultimo periodo della sua vita, fa due profezie su se stessa: predice la sua infermità in tutte le parti del corpo, e il 7 agosto del 1679 rivela, dopo una visione, il suo prossimo felice passaggio. Per questo, nel novembre del 1679, rinuncia all’ufficio di badessa e l’11 luglio dell’anno dopo, a 63 anni di vita, 50 anni di vita monastica, 21 anni da badessa,14 anni sempre inferma, suor Agata vola in cielo. A raccontare questi episodi, ripresi da Noci24, sono Pietro Gioja, nelle sue "Conferenze istoriche", e padre Bonaventura da Lama in "Cronica di tutti i conventi della Terra di Bari," pubblicata nel 1723.

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