Le visite dei pontefici
San Francesco - Il Signore mi rivelò che dicessimo questo saluto: Il Signore ti dia pace!
La festa del Corpus Domini ci chiede di “convertirci alla fede nella Provvidenza, di saper condividere il poco che siamo e che abbiamo, e non chiuderci mai in noi stessi”: un Angelus all’insegna della fede nella Provvidenza e della preghiera per la pace, quello di papa Francesco nella solennità del Corpus Domini. Ricordando il racconto evangelico del miracolo dei pani (Lc 9,11-17), il papa si sofferma a spiegare i sentimenti di Gesù verso il popolo e verso di noi: “Siamo sulla riva del lago di Galilea – racconta - la sera si avvicina; Gesù si preoccupa per la gente che da tante ore sta con Lui: sono migliaia, e hanno fame. Che fare? Anche i discepoli si pongono il problema, e dicono a Gesù: «Congeda la folla» perché vada nei villaggi vicini per trovare da mangiare. Gesù invece dice: «Voi stessi date loro da mangiare»”. Allo sconcerto tutto umano dei discepoli, che sanno di non avere altro che cinque pani e due pesci e cercano “la soluzione più realistica, che non crei troppi problemi”, si contrappone l’atteggiamento di Gesù, la sua compassione. A braccio, il papa incalza: “quella pietà di Gesù verso tutti noi! Gesù sente i nostri problemi, sente le nostre debolezze, sente i nostri bisogni”.
“Di fronte a quei cinque pani, - continua papa Francesco - Gesù pensa: ecco la provvidenza! Da questo poco, Dio può tirar fuori il necessario per tutti. Gesù si fida totalmente del Padre celeste, sa che a Lui tutto è possibile”. Recitata la benedizione sui pani e i pesci, Gesù ne dà ai discepoli perché ne distribuiscano, e i pani e i pesci – dice il papa - “non finiscono! Non finiscono!” “Più che una moltiplicazione – sottolinea - è una condivisione, animata dalla fede e dalla preghiera.” Il cibo, di cui tutta la folla mangia, avanza: “è il segno di Gesù, pane di Dio per l’umanità”, è il commento di papa Francesco.
Fede nella Provvidenza e preghiera per la pace, a cominciare dalla Siria: “preghiamo sempre per la nostra amata Siria!” Dopo la recita dell’Angelus, il papa ha ricordato con preoccupazione “viva e sofferta” il conflitto che “ormai da più di due anni infiamma la Siria”, colpendo particolarmente la popolazione, “che aspira ad una pace nella giustizia e nella comprensione”. Della guerra il papa ha sottolineato le molte, tragiche conseguenze - “morte, distruzione, ingenti danni economici e ambientali, come anche la piaga dei sequestri di persona” – e ha rivolto un appello “all’umanità dei sequestratori affinché liberino le vittime”. Tra i paesi impegnati in un cammino di riconciliazione e di pace, papa Francesco ha poi ricordato quelli dell’America Latina.
rima del congedo dalla folla, il Santo Padre - che questa mattina ha celebrato la santa messa con alcuni militari e i parenti di caduti nelle missioni di pace “in Paesi in cui si sparge ancora tanto sangue fraterno in guerre che sono sempre una follia” - ha chiesto a tutta la piazza San Pietro, raccolta in silenzio come nella sera dell’elezione al soglio, il 13 marzo scorso, di pregare “per i caduti, i feriti e i loro familiari”. “Tutto – ha detto - si perde con la guerra, tutto si guadagna con la pace!” Inviata Roberta Leone
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA