religione

COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI  IL 2 NOVEMBRE E LE TRADIZIONI

Mario Scelzo
Pubblicato il 02-11-2018

La commemorazione di tutti i fedeli defunti è una ricorrenza della chiesa Cattolica

Metz, Cluny, Avignone, tre luoghi della Francia che rivestono una notevole importanza nella celebrazione della Festa dei Morti. Come mai? Scopriamolo nel corso di questo articolo.

La commemorazione di tutti i fedeli defunti (in latino: Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum), è una ricorrenza della Chiesa Cattolica celebrata il 2 novembre di ogni anno, il giorno successivo alla solennità di Tutti i Santi.

Civiltà antichissime già celebravano la festa degli antenati o dei defunti in un periodo che cadeva proprio tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Questa data sembra riferirsi al periodo del grande Diluvio, di cui parla la Genesi. Quello per cui Noè costruì l’arca che, secondo il racconto di Mosè, cadde nel "diciassettesimo giorno del secondo mese", che corrisponderebbe al nostro novembre.

Il rito della commemorazione dei defunti sopravvive alle epoche e ai culti: dall’antica Roma, alle civiltà celtiche, fino al Messico e alla Cina, è un proliferare di riti, dove il comune denominatore è consolare le anime dei defunti, perché siano propizie per i vivi. La tradizione celtica fu quella che ebbe maggiore eco. La celebrazione più importante del calendario celtico era la “notte di Samhain”, la notte di tutti i morti e di tutte le anime, che si festeggiava tra il 31 ottobre e il 1° novembre.

All'epoca dei primi cristiani, queste tradizioni erano ancora molto presenti: la Chiesa cattolica faticava a sradicare i culti pagani. La commemorazione dei fedeli defunti appare già nel secolo IX, in continuità con l’uso monastico del secolo VII di consacrare un giorno completo alla preghiera per tutti i defunti. Così, nel 835, Papa Gregorio II spostò la festa di "Tutti i Santi" dal 13 maggio al 1° novembre, pensando, in questo modo, di dare un nuovo significato ai culti pagani.

Veniamo ora ai tre luoghi che ho citato in testa all’articolo. Amalario Fortunato di Metz (770-850c), vescovo di Treveri (809), è stato sostanzialmente il primo vescovo a porre ufficialmente la memoria di tutti i defunti successivamente a quelli dei Santi, fissando quindi la ricorrenza dei morti con il 2 Novembre.

Da Metz spostiamoci a Cluny, sede della omonima Abbazia benedettina fondata nel 909 e per un paio di secoli, a cavallo dei due millenni, vero cuore pulsante del cristianesimo nonché luogo di ritrovo di uomini dotti e sapienti. Per capirci, a Cluny si sono formati ben 4 Pontefici (si pensi ad Ildebrando da Soana, salito al soglio pontificio come Gregorio VII), e l’Abazzia è stata per molti anni luogo di promozione dello studio dei testi sacri, delle arti, nonché “modello architettonico” per altri edifici religiosi sparsi in tutta Europa.

Sant’Odilone di Mercoeur, quinto abate di Cluny (994-1048, †1049), è stato colui che ha portato quel monastero al massimo del prestigio e della potenza. Fra i grandi meriti che gli vengono attribuiti fu appunto quello di aver grandemente potenziato le preghiere in suffragio dei defunti del Purgatorio. La “Vita” scritta dal suo discepolo Iotsaldus attribuisce questa iniziativa ad un evento miracoloso (è un testo un po’ lungo ma vale la pena di leggerlo):

Un religioso francese, originario del paese di Rodez, tornando da Gerusalemme, fu sorpreso da una tempesta, e dopo aver corso gran pericolo fu gettato dalla furia delle onde su un’isola vicina alla Sicilia in direzione di Tesalonica, dove viveva un pio eremita. Il nostro pellegrino vi passò alcuni giorni, in attesa del bel tempo, intrattenendosi a lungo con il pio eremita, scambiando con lui le notizie che ognuno di loro aveva appreso. L’eremita chiese al religioso qual era la sua patria e questi rispose che era originario dell’Aquitania. Richiesto poi se conosceva il monastero di Cluyny e l’abate Odilone, rispose: “Perfettamente, ma perché questa domanda?” “Ascolta, riprese l’eremita: qui vicino ho spesso visto delle fiamme orribili uscire dagli abissi della terra, ed elevarsi al di sopra di quel turbine una moltitudine di anime che espiano il resto dei loro peccati in mezzo a supplizi intollerabili. Migliaia di demoni sono incaricati di infliggere loro torture indicibili; ogni giorno ne aumentano l’orrore ed escogitano nuovi tormenti. Più volte li ho uditi lanciare urla e voci orribili, e lamentarsi perché molte di queste anime gli erano sottratte per le preghiere e le elemosine fatte dai fedeli uniti contro di loro. Ma si lagnavano soprattutto dei monaci di Cluny e del loro abate, poiché quello è il nemico che gli fa subire le perdite più deplorevoli. Ecco perché, se tu tornerai felicemente nella tua patria, ti scongiuro, per il nome tremendo del Signore, di raccontare fedelmente tutto questo a quei santi religiosi, e di supplicarli da parte mia di moltiplicare i loro sacrifici e le loro preghiere, con lo scopo di strappare ai demoni un numero ancor più grande di vittime; così per ogni anima che ogni giorno gli sarà sottratta resterà confuso quel nemico del genere umano; così in cielo gli eletti saranno nella gioia.” Tornato in Francia, il pellegrino si recò all’abbazia di Cluny e consegnò a Odilone il messaggio che gli era stato affidato. Così il nostro venerabile Odilone comandò a tutti i monasteri che, dopo la celebrazione di tutti i santi il primo di novembre, il giorno successivo si faccia la commemorazione di tutti i fedeli defunti; che si celebrino messe a questo scopo sia in pubblico sia in privato, che si moltiplichino le preghiere, che si distribuiscano ai poveri elemosine più abbondanti, affinché questo nemico debba sempre più lamentare le sue perdite, e il cristiano sofferente possa gioire dell’esperienza della misericordia.

Che sia stato Odilone il vero “inventore” del Purgatorio, o che lui si sia limitato a confermare e rafforzare credenze e pratiche preesistenti, è certo che la festività, da lui istituita, del 2 Novembre fu ben presto estesa non solo ai monasteri di osservanza cluniacense, ma a tutta la cristianità.

A partire, poi, dal XIII secolo, con il nome di “Anniversarium Omnium Animarum”, la festa era ormai riconosciuta da tutta la Chiesa Occidentale, apparendo per la prima volta in veste ufficiale nell’Ordo Romanus XIV, composto dal cardinale diacono Napoleone Orsini (1260-1342) e dal cardinale Giacomo Caetani Stefaneschi (1270-1343), poco prima del trasferimento della sede pontificia in Avignone (1309-1377), dove venne ampliato nel 1311, per ordine del papa Clemente V (1305-1314). In sostanza, la “certificazione canonica” della data del 2 Novembre come Festa dei Defunti, viene stabilita durante la “cattività di Avignone”.

Alla Festa dei Morti sono legate numerose tradizioni popolari, in Italia e nel Mondo, proverò a raccontarvele nel prossimo articolo.


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