religione

Albino Luciani, il Papa che si è donato. 

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Albino Luciani - spiega Paolo Mieli -fu Papa per poco più di un mese e il suo pontificato non si annunciava facile perché doveva ereditare la difficile missione lasciata da Giovanni XXIII e Paolo VI due fra i pontefici più importanti del Novecento. Inizio’ con un piglio deciso , un piglio che si intuiva gia’ negli anni precedenti a quelli in cui sarebbe stato eletto Papa. Era un uomo , un papa del sorriso ,un papa molto accattivante e dobbiamo riconoscere che  Giovanni Paolo I , questo Papa ancor che abbia regnato  solo trentatré  giorni fu più importante di quanto lo si ricordi e l’augurio e’ che nel corso della causa di beatificazione i suoi non pochi meriti vengano tutti riconosciuti.“

Il progetto del documentario è costruito con diversi materiali delle teche RAI, sulla base di spunti biografici suggeriti in momenti diversi dal vaticanista Andrea Tornielli.

L’ampio materiale documentario è opportunamente corredato da immagini, fotografie e spezzoni cinematografici provenienti dallo stesso archivio dell’Archivio Diocesano di Vittorio Veneto,   del Centro Papa Luciani, della Fondazione Papa Luciani di Canale d’ Agordo ,degli Amici di Papa Luciani e del giornale “ L’Azione “ di Vittorio Veneto. 

Il tutto è letto  attraverso contributi in video dei cardinali Beniamino Stella e Paul Poupard e di Monsignor Enrico Dal  Covolo, postulatore della Causa di beatificazione e del rabbino Abramo Alberto Piattelli.

Dopo brevi cenni ai primi e importanti passi di Albino Luciani, il documentario passa in rassegna , anche con il contributo di alcuni filmati inediti , la vita del Vescovo di Vittorio Veneto , negli anni della convocazione del Concilio Vaticano II.

Albino Luciani fu  poi  Patriarca di Venezia Arriva a Venezia in un periodo di grande subbuglio nella Chiesa e nel mondo perché siamo dopo il sessantotto –afferma Andrea Tornielli –e a venezia si trova con una situazione spaccata , si trova a dover subire una contestazione da parte di molti sacerdoti in vista della Diocesi, erano gli anni in cui una parte del clero flirtava con il partito comunista , che girava ostentatamente con l’Unita’ in tasca. Pero’ io direi che la grandezza di Luciani e’ stata quella di evitare che ci fossero delle fratture insanabili nella diocesi.”

E come afferma il rabbino  Abramo Alberto Piattelli (all'epoca rabbino capo di Venezia) Si e’ subito capito che con l’arrivo  di Albino Luciani a Venezia era cambiata l’atmosfera, siamo negli settanta , e il nuovo spirito del concilio Vaticano II con la “Nostra Aetate, ancora non era penetrato in certi ambienti ,invece Albino Luciani l’aveva ben capito. E quindi i rapporti di cordialità e di intimità del sottoscritto e del Patriarca Luciani hanno portato cambiamenti  interessanti nei rapporti  tra le due comunità.”

Il racconto si concentra poi sui trentatré giorni di pontificato di Giovanni Paolo I che finisce con la sua  morte improvvisa e inattesa.

Afferma Card Beniamino StellaL’attenzione ai preti penso che Giovanni Paolo aveva veramente l’idea che nel corpo della Chiesa sono i pastori e quindi sono i Vescovi e i sacerdoti il nerbo, la spina dorsale . E’ stato sempre un pastore vicino ai sacerdoti, molto presente in seminario e nel suo pontificato credo che avrebbe dato questo spazio e questo peso l’attenzione ai preti e l’occhio vigile ,attento e sollecito per i seminari.”

A mio parere se Giovanni Paolo I  sara’ Santo –dichiara Mons Dal Covolo- “come io mi auguro e per cui mi do’ da fare , sara’ Santo perché sarà riconosciuto come il buon Pastore che da’ la vita per il suo gregge. Perché Albino Luciani sapeva che accogliere l’elezione al sommo pontificato,era una grandissima sfida per lui con la salute che si trovava e con la situazione che aveva davanti di enormi fatiche da affrontare, lo ha fatto generosamente e ha pagato con la vita , cioè proprio ha donato tutto di se stesso. Proprio il buon pastore che da’ la vita per il suo gregge.” (RAI Cultura)

Giovanni Paolo I per la serie ITALIANI, in onda martedi 7 aprile h 21.30 su RAI STORIA (can 54)


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