religione

Aids, carceri, salute: vi presentiamo le 5 missioni dei Frati Minori di Toscana

Gelsomino Del Guercio www.missionitau.it
Pubblicato il 09-03-2019

Tra i progetti anche la casa di accoglienza Hogar del Menor a Camiri

Sono tante le lettere che ci arrivano dalle carceri, di seguito ne riportiamo una:  

 Caro Padre Enzo chi vi scrive è un detenuto del carcere di Foggia, ho letto la vostra rivista e l’ho trovata molto interessante. Potete farmi corrispondere con l’au­trice Evelina Santangelo per quanto riguarda il romanzo “Da un altro mondo”? Vorrei fare i complimenti al giornalista Andrea Cova per l’intervista, si nota che la­vorate sodo e ci tenete al vostro lavoro. Anche l’autrice è molto brava nel narrare queste storie, da come leggo le risposte all’intervista; dalla foto colgo che è una persona molto intelligente. Bravi tutti per come svolgete il vostro lavoro; anche al fotografo Mauro Berti per le immagini. Vi lascio lavorare, un saluto dal vostro lettore e fedele Maurizio. Qui in carcere, il parroco padre Edoardo è molto bravo nel diffondere la parola di Dio.

Vi saluti con affetto,

Maurizio (FG)



Caro Maurizio,

le tue parole ci riempiono di gioia. Sapere che il lavoro che svolgiamo ogni gior­no viene apprezzato, dà un senso a ciò che con passione e dedizione portiamo avanti. Dalle pagine del mensile cerchiamo di diffondere il messaggio di San Francesco, di analizzare gli avvenimenti della realtà attraverso uno “sguardo fran­cescano”. Da tempo affrontiamo il tema dei migranti e dell’accoglienza, stavolta abbiamo pensato di farlo intervistando la scrittrice Evelina Santangelo, che col suo romanzo riesce ad offrire un differente punto di vista. Permettimi di ringrazia­re Andrea Cova che ci ha fatto conoscere questo romanzo e l’autrice. Ti faremo avere l’indirizzo per poter corrispondere con Evelina.

Ogni volta che ricevo una lettera dal carcere penso al Santo di Assisi. Lo sai che venne arrestato e visse la dura esperienza del carcere? La detenzione fu il “giro di boa” della sua esistenza. È proprio in quell’occasione che iniziò a percepire le prime crepe dentro di sé. Crepe che permisero di fare entrare la grazia di Dio nella sua vita e che gli mostrarono un mondo fatto di persone chiamate ad amarsi e rispettarsi l’un l’altro. Per Francesco non era più concepibile un mondo diviso in buoni e cattivi, perugini e assisani, ricchi e poveri.

Spero continuerai a leggerci e ad apprezzare il nostro lavoro!

Un caro saluto di pace e bene





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Le missioni francescani dei Frati Minori di Toscana: 5 progetti in fase di realizzazione che rendono l'idea di quanto sia prezioso e indispensabile l'impegno dei frati verso i più bisognosi.

1) LE NOTTI A CAMIRI

La casa di accoglienza Hogar del Menor a Camiri in Bolivia ospita circa 60 ragazzi.

Suor Grazia, referente della casa, «ci ha manifestato l’esigenza di poter avere una persona che presti servizio notturno di supervisione della casa per rispondere a qualunque bisogno o richiesta in quelle ore», evidenziano i frati di Toscana

2) I MALATI DI AIDS IN INDIA

Sin dall’inizio della sua presenza in India, la Provincia francescana indiana dei frati minori si è rivolta ai bisogni sociali della popolazione del distretto di Dindigul nel sud del paese con cura e supporto ai malati di Aids.

Il Flame (Movimento Francescano per l’affermazione della vita ed il suo potenziamento), organizzazione sociale promossa di frati stessi, ha iniziato ad operare nel 2007 prendendosi cura di 20 persone. Ad oggi il totale delle persone assistite è salito a circa 700 e vengono individuate anche grazie all’aiuto dei servizi ospedalieri governativi.

3) LE CARCERATE DI ISTANBUL

Da alcuni anni le autorità del carcere femminile di Istanbul hanno autorizzato la presenza di cappellani cristiani per l’assistenza spirituale delle donne cristiane presenti nella struttura. Una volta al mese, un frate ed una suora, si recano presso il carcere per incontrare le ragazze, circa 200, vivendo un momento di preghiera e di condivisione. La missione consiste principalmente nell’ascolto per dare conforto e speranza ma anche sostegno materiale.

La fraternità dei frati minori di Istanbul svolge il suo mandato nel campo dell’interreligiosità e l’incontro con i fratelli è il segno tangibile della presenza di Dio. La pastorale carceraria rappresenta una voce profetica in mezzo a tanta sofferenza.

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4) LA SCUOLA DI SALUTE NEL CHACO

Nell’area del progetto (Chaco Boliviano) la rete di servizi alla salute è insufficiente a soddisfare la domanda per la quale è stata disegnata, a causa della mancanza di risorse. Il personale incaricato di eseguire i programmi di salute è insufficiente e non abbastanza preparato per avvicinare il sistema attuale agli aspetti socio-culturali della comunità indigene locali.

Con il progetto la Scuola “Tekove Katu”, che a partire dal 1985 si è costituita come un punto  di riferimento per le attività di educazione e formazione delle comunità locali in relazione alla salute, aspira a fornire agli studenti, tecnici e docenti migliori condizioni di vita durante il loro soggiorno nella Scuola, migliorando l’accesso all’acqua tramite il pozzo già esistente e ottimizzando la raccolta di acqua piovana attraverso opportune cisterne. Con questo progetto si vuole realizzare una canalizzazione di acque reflue così da impiantare un sistema di rete fognaria al momento quasi inesistente.

La Scuola di Salute Tekove Katu, o Scuola di Salute del Chaco Boliviano, nata nel 1985 e riconosciuta come parte del Ministero della Salute in Bolivia, ha formato Infermieri, Educatori di Salute, Tecnici Medi in Risanamento Ambientale, Nutrizionisti, Tecnici Medi in Salute Ambientale-Nutrizione-Igiene, e sta iniziando la formazione di Tecnici socio-comunitari.

5) LE ANTROPOLOGHE DI COCHABAMBA

Questo progetto, partito nel 2014, prevede la formazione in Antropologia presso l’Università di Cochabamba di tre donne di etnia guaraní, l'etnia autoctona prevalente.

Lo scopo del nostro progetto è proprio quello di formare una equipe di antropologhe guaraní in grado di essere loro stesse capaci di leggere e analizzare la propria realtà con un approccio di donne indigene. Questo contribuirebbe anche ad incrementare tutte le azioni volte a salvaguardare la cultura delle comunità guaraní.

Per ulteriori informazioni sulle missioni si può visitare questo sito internet.

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