Le visite dei pontefici
abato 26 aprile, nel chiostro del convento francescano della Vergine di Fucecchio, si è svolta la presentazione del libro di Alberto Malvolti dedicato a San Teofilo da Corte, voluto da monsignor Andrea Cristiani a nome dell'Unità Pastorale fucecchiese per ricordare il santo che qui è stato a lungo oggetto di grande devozione popolare. Purtroppo nel corso degli ultimi anni, specialmente dopo che i Francescani hanno dovuto lasciare il convento, il culto di Teofilo si è affievolito ed è perciò stato ritenuto opportuno offrire alla comunità cristiana fucecchiese uno strumento agile e divulgativo per rinnovare la conoscenza del santo che rimase in questo convento negli ultimi quattro anni della sua vita, dal 1736 al 1740. Dopo l'introduzione di mons. Andrea Cristiani, che ha illustrato le finalità della pubblicazione, è intervenuto il Vescovo di San Miniato, mons. Fausto Tardelli, che ha ringraziato gli organizzatori dell'evento sottolineando l'importanza di promuovere la conoscenza dei santi locali non soltanto nella loro dimensione storica, ma soprattutto come segni e modelli di vita per tutta la comunità. Nel valutare positivamente il lavoro di Malvolti, quale utile contributo per un primo incontro con il santo di origine corsa, il Vescovo ha auspicato ulteriori studi anche per approfondire il ruolo svolto da Teofilo nel contesto diocesano, durante una congiuntura storica che fu segnata da forti tendenze riformatrici. È quindi intervenuto padre Paolo Fantaccini, Ministro Provinciale dell'Ordine dei Francescani Minori di Firenze, che ha ricordato le difficoltà con le quali si deve misurare la comunità francescana nella gestione dei numerosi conventi esistenti in Toscana con le ridotte forze oggi disponibili. Basta pensare - ha spiegato - che mentre nel 1946 c'erano nella nostra regione circa 800 frati, oggi il loro numero è ridotto ad appena 80 e ciò spiega l'abbandono di numerosi conventi, tra i quali quello di Fucecchio. Si tratta ora di trovare le soluzioni più idonee per preservare questi edifici senza tradire il loro significato storico e religioso. Quanto al ruolo che può svolgere oggi la memoria di San Teofilo, Padre Fantaccini ha evocato il bisogno, più che mai attuale in tempo di crisi, di «santi e poeti», di uomini cioè in grado di indicare strade nuove a tutti coloro che sono sottoposti all'affanno di una vita che non sembra lasciare spazi per la meditazione e la preghiera. È infine intervenuto l'autore del libro, Alberto Malvolti, che ha spiegato le intenzioni con cui si è impegnato in questo lavoro: non tanto per realizzare uno studio scientifico, quanto per offrire a un pubblico di non addetti ai lavori un'opera di divulgazione fondata sulle pubblicazioni già disponibili, cercando tuttavia di rendere viva e attuale la personalità del santo. Teofilo, ha concluso Malvolti, per quanto manifestasse quello «spirito serafico» proprio dell'ideale francescano, era uomo tutt'altro che remissivo e accondiscendente. Chi lo conobbe ne descrisse l'animo «igneo», ossia focoso, anche se temperato da un forte esercizio di autodisciplina. Uomo colto, rinunciò all'insegnamento per restare vicino ai poveri e agli ammalati, ma seppe svolgere con autorevolezza ed efficacia il compito di fondatore di ritiri, ossia di conventi in cui i confratelli dovevano uniformarsi ai più rigorosi principi cristiani. E tuttavia la sua autorità fu unanimemente giudicata di lieve peso dai suoi subordinati, grazie allo spirito di carità e di misericordia con cui governava le comunità che gli erano affidate. Alcuni dettagli, che riusciamo a leggere tra le righe di una documentazione piuttosto scarsa, rivelano anche gli aspetti più umani di Teofilo, come l'amicizia con il poeta di Cerreto, Giovan Santi Saccenti, spirito caustico e autore di rime bernesche, con il quale il santo intrattenne una lunga amicizia. L'autore ha dunque cercato di mettere in rilievo una personalità ricca e complessa, che alle «virtù eroiche» e ai miracoli che ne confermarono la santità, seppe unire quelle doti umane che oggi ce lo fanno sentire vivo e attuale. L'incontro, a cui ha partecipato un folto pubblico, si è concluso con il saluto di Luca Ferri, presidente della Contrada Porta Raimonda, in cui sorge il convento, e che, finanziando parzialmente la pubblicazione, ha voluto sottolineare l'affetto dei contradaioli per un luogo da sempre nel cuore della comunità locale. s.b.
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