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Una passione oltre i limiti - Intervista a MAURO PAPALINI

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

di Carlo Bottero / Direttore Bibliotca Sacro Convento



Mauro è cieco dalla nascita, si occupa di storia francescana affrontando importanti ricerche sul tema. La sua condizione non ha mai pregiudicato la sua passione, anche grazie ad una macchina particolare, l'Optacon, che trasmette ogni linea che legge in un testo, così da restituire una fedele riproduzione di manoscritti, altrimenti indecifrabili. Purtroppo questa macchina non è più in produzione. In questa bella intervista Mauro vuole lanciare un appello affinché questo strumento indispensabile per la ricerca torni nel mercato ad aiutare tanti come lui, che nelle diffi coltà della vita, non si sono mai arresi pur di realizzare ciò per cui sono portati. Una storia fatta di passione e dedizione che abbiamo il piacere di raccontarvi in questo speciale.

Mauro, puoi presentarti in modo “telegrafico”?
Mi chiamo Mauro Papalini, sono di Perugia, ho 51 anni, cieco dalla nascita, sono felicemente sposato con Margherita. Dopo aver frequentato la scuola dell'obbligo in un istituto per ciechi di Roma e le superiori nella mia città, mi sono laureato in lingue con specializzazione in fi lologia romanza all'Università degli studi di Perugia. Come è nata la tua passione per la storia, in particolare francescana? La storia mi ha appassionato dai tempi della scuola; all'università illustri docenti mi hanno comunicato la passione per la filologia. Mi sono sempre occupato di spiritualità femminile cominciando a studiare le monache Agostiniane. Poi ho conosciuto la figura della Ven. Chiara Isabella Ghersi, Clarissa: ciò mi ha permesso di entrare in rapporti di amicizia con le Clarisse che, da allora, sono l'oggetto principale dei miei studi, specialmente dal punto di vista storico, giuridico- economico e mistico.

Quali argomenti hai approfondito in modo particolare?
Ho scritto una breve biografi a della B. Maria Teresa Fasce OSA, uno studio sulle spinose questioni delle agostiniane, in particolare Santa Rita da Cascia. Nel campo della mistica, oltre ad un breve articolo sui fenomeni mistici della B. Colomba da Rieti, ho pubblicato un profi lo spirituale e mistico della Ven. Chiara Isabella Ghersi nel libro All'ombra della Chiara luce. In “Collectanea Franciscana” ho pubblicato uno studio sulla vita quotidiana delle Clarisse nel XVIII secolo ed un altro sull'orario italiano che ha suscitato notevole interesse; alla fi ne dell'anno scorso ho pubblicato uno studio sulle formule di professione delle Clarisse dell'Osservanza.

Nei tuoi studi come sei riuscito a superare le difficoltà legate al tuo essere non vedente?
In istituto ho imparato il braille; alla scuola superiore usavo la macchina da scrivere e per la lettura la carità di persone buone. La vera svolta della mia vita è avvenuta nel 1978 quando ho iniziato ad usare l'Optacon, uno strumento che mi permette ancora oggi di leggere ogni testo, specialmente quelli dei secoli passati trovati nei monasteri e negli archivi e che stanno alla base dei miei lavori. Uso regolarmente il computer soprattutto per la scrittura, la formattazione dei testi e la lettura, ma l'Optacon rimane insostituibile perché non ha bisogno di alcun riconoscitore come gli scanner: quello che vede trasmette consentendo così una visione reale del testo, come gli occhi. L'Optacon non ha avuto successo fra i nonvedenti, così da 14 anni non è più in produzione. Potete immaginare a quali enormi difficoltà vado incontro: c'è il rischio che senza questo apparecchio io debba cambiare la mia vita culturale e lavorativa, cosa non facile.

Hai dei progetti di ricerca, dei “sogni nel cassetto”?
Tutto dipende dagli strumenti che avrò a disposizione: se potrò continuare ad usare l'Optacon, allora proseguiranno i lavori che sto portando avanti: la pubblicazione degli scritti della Ven. Chiara Isabella Ghersi ed una sua biografi a; la traduzione integrale degli scritti della B. Maria Angela Astorch; uno studio sulla vita economica delle Clarisse nei secc. XVII e XVIII ed un altro sulla loro liturgia di quel periodo. Forse il sogno più importante è che ricomincino a produrre gli Optacon o qualche strumento simile per non perdere le possibilità e l'autonomia di lettura che o, allora sì che potrò avere sogni nel cassetto!

Cosa pensi dell'iniziativa della rivista San Francesco di pubblicare un inserto in braille?
Plaudo con gioia e gratitudine: la maggior parte dei ciechi non sono privilegiati come me o pochi altri. Il braille, però, lo conoscono tutti, quindi pubblicare un inserto in questo alfabeto è un modo concreto di comunicazione diretta con i ciechi, contribuendo a rompere l'isolamento che è sempre il peggior nemico.

Cosa è l'Optacon

Optacon sta per “OPtical to TActile CONverter”, ovvero “Convertitore dalla (percezione) ottica a quella tattile”. Ideato negli anni '60 dal Prof. John Linvill della Stanford University, è un apparecchio che consente ai non vedenti di leggere i convenzionali caratteri stampati: un sensore ottico, mosso lungo le righe di una pagina stampata, interpreta i singoli simboli grafi ci e li traduce in linguaggio braille, che l'utente percepisce con un dito mediante una piastrina dotata di stimolatori tattili bidimensionali. La produzione dell'Optacon, iniziata nel 1971 dalla Telesensory Systems della Silicon Valley in California, è cessata nel 1996. A tutt'oggi l'Optacon non è stato rimpiazzato da un apparecchio dotato delle stesse caratteristiche, e sono molti gli utenti dipendenti dal suo utilizzo che cercano di mantenere in effi cienza i “vecchi” apparecchi superstiti in loro possesso per continuare le proprie attività professionali e di ricerca.

La Redazione lancia un appello a quanti sono in possesso di apparecchi Optacon che non vengono più utilizzati, anche se non più funzionanti, perché siano messi a disposizione di quanti ne hanno ancora necessità per le proprie attività. Ci si può rivolgere al numero verde 800.333.733 o inviando una e-mail a rivistasanfrancesco@tiscalinet.it

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