Le visite dei pontefici
di Carlo Bottero / Direttore Bibliotca Sacro Convento
Mauro è cieco dalla nascita, si occupa di
storia francescana affrontando importanti
ricerche sul tema. La sua condizione non
ha mai pregiudicato la sua passione, anche
grazie ad una macchina particolare,
l'Optacon, che trasmette ogni linea che
legge in un testo, così da restituire una fedele
riproduzione di manoscritti, altrimenti
indecifrabili. Purtroppo questa macchina
non è più in produzione. In questa bella
intervista Mauro vuole lanciare un appello
affinché questo strumento indispensabile
per la ricerca torni nel mercato ad aiutare
tanti come lui, che nelle diffi coltà della vita,
non si sono mai arresi pur di realizzare ciò
per cui sono portati. Una storia fatta di passione
e dedizione che abbiamo il piacere di
raccontarvi in questo speciale.
Mauro, puoi presentarti in modo “telegrafico”?
Mi chiamo Mauro Papalini, sono di
Perugia, ho 51 anni, cieco dalla nascita,
sono felicemente sposato con
Margherita. Dopo aver frequentato la
scuola dell'obbligo in un istituto per
ciechi di Roma e le superiori nella mia
città, mi sono laureato in lingue con
specializzazione in fi lologia romanza
all'Università degli studi di Perugia.
Come è nata la tua passione per la storia,
in particolare francescana?
La storia mi ha appassionato dai tempi
della scuola; all'università illustri
docenti mi hanno comunicato la passione
per la filologia. Mi sono sempre
occupato di spiritualità femminile
cominciando a studiare le monache
Agostiniane. Poi ho conosciuto la figura della Ven. Chiara Isabella Ghersi,
Clarissa: ciò mi ha permesso di
entrare in rapporti di amicizia con le
Clarisse che, da allora, sono l'oggetto
principale dei miei studi, specialmente
dal punto di vista storico, giuridico-
economico e mistico.
Quali argomenti hai approfondito in
modo particolare?
Ho scritto una breve biografi a della B.
Maria Teresa Fasce OSA, uno studio
sulle spinose questioni delle agostiniane,
in particolare Santa Rita da
Cascia. Nel campo della mistica, oltre
ad un breve articolo sui fenomeni mistici della B. Colomba da Rieti, ho
pubblicato un profi lo spirituale e mistico
della Ven. Chiara Isabella Ghersi
nel libro All'ombra della Chiara luce.
In “Collectanea Franciscana” ho pubblicato
uno studio sulla vita quotidiana
delle Clarisse nel XVIII secolo ed
un altro sull'orario italiano che ha
suscitato notevole interesse; alla fi ne
dell'anno scorso ho pubblicato uno
studio sulle formule di professione
delle Clarisse dell'Osservanza.
Nei tuoi studi come sei riuscito a superare
le difficoltà legate al tuo essere
non vedente?
In istituto ho imparato il braille; alla
scuola superiore usavo la macchina
da scrivere e per la lettura la carità di
persone buone. La vera svolta della
mia vita è avvenuta nel 1978 quando
ho iniziato ad usare l'Optacon, uno
strumento che mi permette ancora
oggi di leggere ogni testo, specialmente
quelli dei secoli passati trovati nei
monasteri e negli archivi e che stanno
alla base dei miei lavori. Uso regolarmente
il computer soprattutto per
la scrittura, la formattazione dei testi
e la lettura, ma l'Optacon rimane insostituibile
perché non ha bisogno di
alcun riconoscitore come gli scanner:
quello che vede trasmette consentendo
così una visione reale del testo,
come gli occhi. L'Optacon non ha
avuto successo fra i nonvedenti, così
da 14 anni non è più in produzione.
Potete immaginare a quali enormi
difficoltà vado incontro: c'è il rischio
che senza questo apparecchio io debba
cambiare la mia vita culturale e
lavorativa, cosa non facile.
Hai dei progetti di ricerca, dei “sogni
nel cassetto”?
Tutto dipende dagli strumenti che
avrò a disposizione: se potrò continuare
ad usare l'Optacon, allora proseguiranno
i lavori che sto portando
avanti: la pubblicazione degli scritti
della Ven. Chiara Isabella Ghersi ed
una sua biografi a; la traduzione integrale
degli scritti della B. Maria Angela
Astorch; uno studio sulla vita economica
delle Clarisse nei secc. XVII e
XVIII ed un altro sulla loro liturgia di
quel periodo. Forse il sogno più importante
è che ricomincino a produrre
gli Optacon o qualche strumento
simile per non perdere le possibilità e
l'autonomia di lettura che o, allora sì
che potrò avere sogni nel cassetto!
Cosa pensi dell'iniziativa della rivista
San Francesco di pubblicare un inserto
in braille?
Plaudo con gioia e gratitudine: la
maggior parte dei ciechi non sono
privilegiati come me o pochi altri.
Il braille, però, lo conoscono tutti,
quindi pubblicare un inserto in questo
alfabeto è un modo concreto di
comunicazione diretta con i ciechi,
contribuendo a rompere l'isolamento
che è sempre il peggior nemico.
Cosa è l'Optacon
Optacon sta per “OPtical to TActile
CONverter”, ovvero “Convertitore dalla
(percezione) ottica a quella tattile”.
Ideato negli anni '60 dal Prof. John Linvill
della Stanford University, è un apparecchio
che consente ai non vedenti
di leggere i convenzionali caratteri
stampati: un sensore ottico, mosso lungo
le righe di una pagina stampata, interpreta
i singoli simboli grafi ci e li traduce
in linguaggio braille, che l'utente
percepisce con un dito mediante una
piastrina dotata di stimolatori tattili
bidimensionali. La produzione dell'Optacon,
iniziata nel 1971 dalla Telesensory
Systems della Silicon Valley in California,
è cessata nel 1996. A tutt'oggi
l'Optacon non è stato rimpiazzato da
un apparecchio dotato delle stesse
caratteristiche, e sono molti gli utenti
dipendenti dal suo utilizzo che cercano
di mantenere in effi cienza i “vecchi”
apparecchi superstiti in loro possesso
per continuare le proprie attività professionali
e di ricerca.
La Redazione lancia un appello a quanti sono in possesso di apparecchi Optacon che
non vengono più utilizzati, anche se non più funzionanti, perché siano messi a disposizione
di quanti ne hanno ancora necessità per le proprie attività. Ci si può rivolgere al
numero verde 800.333.733 o inviando una e-mail a rivistasanfrancesco@tiscalinet.it
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