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Salute/SLA, 5.000 malati: operai e calciatori i più colpiti

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



La sclerosi laterale amiotrofica, detta Sla, è una malattia neurodegenerativa inguaribile in cui vi è una degenerazione di entrambi i tipi di cellule nervose motorie. In Italia ne sono colpite circa 5mila persone: circa 6 individui ogni 100mila abitanti. «Nella Sla si ammalano sia le cellule nervose del sistema centrale, che si trovano nella corteccia motoria, ovvero la parte del cervello dove c'è la pianificazione del movimento, sia le cellule nervose a livello esecutivo periferico, cioè nel midollo oppure nel bulbo, nel tronco encefalico, che controllano i movimenti del volto (lingua, bocca ecc.)», spiega Maurizio Inghilleri, responsabile del Centro Sla del Policlinico Umberto I di Roma. Si possono distinguere diversi tipi di Sla: quella spinale, con disturbi di atrofia negli arti superiori e inferiori, e quella bulbare, che colpisce soprattutto il volto, con difficoltà nel parlare e nel deglutire. «La prima - continua Inghilleri - ha un decorso più lento: circa 3 o 4 anni prima di arrivare alla morte per paralisi respiratoria. La seconda invece degenera molto rapidamente lasciando al paziente un'aspettativa di vita di soli 2 anni». Scoperta da circa 10 anni, oggi la Sla è nota come una malattia derivante da un codice genetico alterato: «Il 10% dei casi è di origine familiare. Qui l'alterazione riguarda una proteina in particolare, la Sod1 (Superossido dismutasi): il mediatore chimico nelle cellule nervose motorie che serve per ridurre il glutammato. Nel restante 90% si sono osservate alterazioni genetiche polimorfiche, che costituiscono una predisposizione alla malattia». Particolare interesse hanno suscitato alcune categorie di ammalati: «I calciatori sono colpiti da Sla 12 volte in più rispetto alla popolazione generale», secondo uno studio condotto dall'Università di Torino. Un fenomeno che ha attirato anche l'attenzione della magistratura, come testimonia l'inchiesta del magistrato Raffaele Guariniello che ha indagato sui casi di circa 40 giocatori morti di Sla«. Un'incidenza da attribuire a diversi fattori: »La predisposizione nel soggetto, il dover affrontare un'attività con un forte sforzo motorio che spesso comporta dei traumi, l'uso di integratori«. Altra categoria è data dai lavoratori nel settore dell'edilizia, in cui ricorre l'elemento dello sforzo motorio. Attualmente l'unico farmaco standardizzato è il Riluzolo: »Nasce come antiepilettico e agisce riducendo la produzione di glutammato. Può prolungare la vita del paziente fino a 3 mesi. Occorre pertanto incentivare la ricerca e la rete di assistenza ramificata sul territorio che consente ai medici un'osservazione costante degli ammalati«, conclude Inghilleri. (leggo.it)

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