Le visite dei pontefici
Non hanno più l'antica «bacchetta penitenziale», che al solo tocco sul capo concedeva al fedele inginocchiato
trecento giorni di indulgenza parziale, ma il loro compito è ancora insostituibile. Sono i quattordici penitenzieri
della basilica di San Pietro, a disposizione dei penitenti ogni giorno nella cappella dei santi Processo e
Martiniano posta nel transetto destro della basilica e davanti ai monumenti funebri di Benedetto XIV e di
Clemente XIII. Occupano i tredici artistici confessionali di noce scolpiti e decorati nel XVII secolo, ai quali ne è
stato aggiunto uno moderno nel 2008. Per far conoscere la vita e l'attività del collegio dei penitenzieri,
appartenenti all'ordine dei frati minori conventuali, è stato realizzato un notiziario quadrimestrale. Il primo
numero de «La voce del Collegio dei padri penitenzieri» è uscito nel mese di aprile, diretto dal francescano
conventuale Gianfranco Grieco, capo ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Nell'editoriale padre
Rocco Rizzo, rettore del collegio, spiega i motivi di questa iniziativa editoriale. «Non si vuole uscire dal
silenzio e dalla discrezione con questa pubblicazione - afferma il religioso - si vuole soltanto condividere nella
preghiera e nella comunione quanto in questa casa religiosa francescana conventuale si compie per dare
gloria a Dio e testimonianza ai fratelli e alle sorelle che incontriamo giorno dopo giorno nell'amministrare il
sacramento del perdono e della misericordia nella basilica papale di San Pietro, "cuore" della Chiesa
universale».
Il quadrimestrale ospiterà le cronache della comunità dei penitenzieri, le iniziative promosse,
alcuni articoli a carattere storico - come quello di padre Liberale Isidoro Gatti - o spirituale per meglio far
conoscere questa realtà vaticana. È ancora padre Rizzo a evidenziare la missione di questi religiosi posti
esclusivamente al servizio del sacramento della confessione. «La nostra vita di fraternità - spiega - ha due
punti convergenti sui quali poggia il nostro francescano servizio: la comunità come luogo di preghiera, di
studio e di lavoro e il confessionale come luogo dove si ascolta, si consiglia, si guida, si perdona. Le due
dimore sono come due vasi comunicanti. È nella dimora conventuale che ci si nutre; è nell'amministrazione
del sacramento del perdono che si riversa tutta quella potenza spirituale che trova nel silenzio della cella,
nello studio e nella preghiera la fonte dell'ardore apostolico e missionario». I padri penitenzieri provengono da
dieci nazioni diverse: Italia, Malta, Polonia, Stati Uniti d'America, Spagna, Germania, Taiwan, Brasile,
Romania e Croazia. Sono, oltre al rettore, i padri: Albert Sammut, vicario, Mario Paczoski, Liberale Isidoro
Gatti, Damian Synowiec, Nevin Hammon, Beniamino Miedes, Wiktor Jachec, Riccardo Parol, Giovanni Chiu,
Roman Wadach, Joao Campanha, Antòn Herciu, Duro Hontic.
In comunità svolgono servizio anche i due
fratelli religiosi Giuseppe Jankowski e Renzo Galante. Ogni religioso confessa per ventiquattr'ore settimanali.
Nel confessionale rimangono non più di cinque ore al giorno, al massimo tre consecutive. Viste le differenti
nazionalità, sono in grado di confessare in lingua italiana, francese, spagnola, portoghese, inglese, tedesca,
romena, polacca, croata, slovena, ucraina, ungherese, maltese e cinese. Abitano nel Palazzo detto del
Tribunale dietro l'abside della €basilica €vaticana. €Si €tratta €di un edificio voluto dai Papi Innocenzo XIII e
Benedetto XIII e terminato nel 1729. In questo numero del notiziario la prima pagina è dedicata alla parola di
Benedetto XVI. In particolare sono riportati brani della catechesi su san Francesco d'Assisi, tenuta dal Papa
nel corso dell'udienza generale di mercoledì 27 gennaio. All'interno, un ampio articolo di padre Gatti e notizie
di alcune iniziative di formazione svoltesi nei mesi precedenti. L'ultima pagina racconta gli avvenimenti più
significativi della vita della comunità: a cominciare dall'incontro del marzo dello scorso anno con il cardinale
Tarcisio Bertone, segretario di Stato, fino al primo anniversario della nomina di padre Rizzo a rettore.
(fonte Osservatore Romano)
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