Le visite dei pontefici
Ci sono persone che servono a fare le esperienze del mondo intero. Persone che girano come un disco sul pianeta, provando cose che la maggior parte dei terrestri sfiora senza toccare. Nina Hagen è una di queste. L'artista berlinese torna adesso a cantare in Italia - sarà all'Auditorium Parco della Musica di Roma il 3 dicembre alle 21 -, e va vista. Ascoltare un suo cd può essere riduttivo se ci si limita a sentirne i suoni. Lei, a 55 anni, è ancora l'essenza di un linguaggio e di un messaggio che ruota sulla console del mondo da mezzo secolo. Incoerente perché sperimentale. Non si può sperimentare ripetendo le stesse cose. E Nina Hagen non ha mai avuto la stessa forma. E' scappata dal muro che divideva in due la sua città, e dopo averlo fatto, ha provato tutto il resto.
Il settimanale britannico Melody Maker la definì "il più importante contributo alla cultura pop tedesca dai tempi di Brecht". Dal suo primo album in piena epoca punk nel 1978 fino a oggi, Nina Hagen ha fatto sempre parlare di sé e la musica è stata solo uno dei tanti aspetti con cui ha descritto il mondo. Il "terrore della borghesia", la regina della rockszene tedesca, fuggita da Berlino Est, dove viveva con il patrigno Wolf Biermann, cantautore dissidente,
la Hagen fu accusata di comportamento antisociale dovuto alle sue contestazioni contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia. Andò a Londra, passò del tempo con i Sex Pistols e Vivienne Westwood. Poi continuò a spostarsi. Finì ad Amburgo, a Amsterdam, in India.
E girando la Hagen è stata punk, è stata aggressiva e romanica, si è truccata e struccata, si è scollata e rivestita, è stata bionda e nerissima, ha detto e scritto su politica e cultura, non si è piegata alle convenzioni, non ha avuto limiti. Ha fatto l'amore e dichiarato dopo anni di non provare 'più gusto nel farlo'. Ha dato scandalo, ha rivelato di credere agli Ufo, di interessarsi all'esoterismo e di ispirarsi ai movimenti religiosi orientali. Si è sciolta sotto il sole californiano, è diventata mamma (a Los Angeles, nell'81, ha avuto la prima figlia, Cosma Shiva, con il chitarrista olandese Ferdinand Karmelk. Il secondo figlio Otis è nato a Ibiza dall'attore Franck Chevallier), ha fatto cinema, scritto le sue memorie già nel 1988 e messo al mondo diciassette dischi.
Da "Nina Hagen Band" nel 1978 a "NunSexMonkRock" (1982), da "Nina Hagen In Ekstacy" (1985) a "Punk Wedding" (1987) ispirato alle sue nozze con un punk di 16 anni (lei ne aveva 31), fino a "Street" (1991) e "Return of the Mother" (2000), non si è mai fermata, ha svolazzato pesante su punk, rock, jazz, gospel. L'unica pausa gliel'hanno concessa i figli e gli anni che dedicato a farli crescere. Una volta grandi e fuori casa, la Hagen è ripartita.
Ora ha completato un giro e ha deciso di avvicinarsi alla religione cristiana, di ritrovare dio, o quello che significa per lei, e ha pubblicato "Personal Jesus", l'album uscito a settembre, cantato in inglese e che presenterà all'Auditorium di Roma. Un disco gospel, ma alla Nina Hagen. Con la sua rivisitazione del brano dei Depeche da cui l'album prende il nome ma non il senso, fino alla rilettura della canzone politica di Woody Guthrie "All You Fascists Bound To Lose". Il tour di Nina Hagen ha già toccato quasi tutta Europa, compresa la Germania e la Spagna, l'Ungheria, la Francia (dove ha cantato alla Cité de la Musique di Parigi) e la Repubblica Ceca.
"Sono felice di annunciare il Vangelo con la mia musica gospel e le mie canzoni - ha detto l'artista berlinese -, ma a Roma proporrò anche i miei vecchi successi. Però attenzione, io non sono un juke box. Con la mia band suoneremo fin quando ce la faremo: oltre due ore e anche di più", ha continuato. Per poi concludere: "Il rock al femminile secondo me sarà sempre più nel segno della pace, della verità e della bellezza".
Nina Hagen non è affatto stanca. Non è una leggenda che dopo un concerto fu operata alle corde vocali per averle sforzate oltre il limite. E' semplicemente così. Si trucca ancora e dal vivo è esplosiva. Parla forte, ha voglia di cantare. Dice di non sopportare Angela Merkel "perché è come George Bush: manda soldati in guerra e costruisce nuove centrali nucleari". E se il suo pubblico è cresciuto, cambiando generazione e abiti, ai suoi concerti ora si uniscono la vecchia guardia e i coetanei dei suoi figli. Nina Hagen ha girato correndo sul pianeta e il pianeta in cambio, ogni tanto ha la possibilità di fermarsi a guardarla.
(Repubblica)
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