Le visite dei pontefici
Nei messaggi dei vescovi l'invito al riposo e alla solidarietà
Il tempo del riposo come occasione per comprendere che il lavoro non va assolutizzato e la frenesia non è il comune denominatore della vita. Le ferie come opportunità per alzare lo sguardo dal contingente e uscire dalle secche del quotidiano. Il bello che la natura e il genio umano offrono come «linguaggio » che avvicina a Dio.
I vescovi scrivono a chi va in ferie e propongono una lettura del riposo estivo che vada oltre l'immagine della «distrazione». Anzi, la vacanza può diventare «segno di solidarietà per tutti noi e segno di speranza per la ricostruzione e la ripresa» dell'Abruzzo, sottolinea il vescovo di Sulmona- Valva, Angelo Spina, nel suo messaggio ai turisti che raggiungono la sua diocesi. «Grazie per essere in Abruzzo – spiega – una terra così ferita dal sisma» ma anche «un angolo di paradiso» con «gli stupendi paesaggi e i luoghi ricchi di arte». A chi sceglie la regione provata dal ter¬remoto, Spina consiglia di «vivere non solo momenti di riposo e svago» ma anche di «trovare spazi per la crescita spirituale». Un richiamo alla «sobrietà» e alla «solidarietà» arriva dai pastori della metropolia di Taranto nel loro saluto congiunto pubblicato in cinque lingue. L'arcivescovo di Taranto, Benigno Luigi Papa, il vescovo di Castellaneta, Pietro Maria Fragnelli, e l'amministratore apostolico di Oria e arcivescovo eletto di Manfredonia- Vieste-San Giovanni Rotondo, Michele Castoro, ricordano «quelli che non hanno la fortuna di andare in vacanza» in un periodo di crisi.
A chi, invece, si fermerà nelle loro Chiese locali i presuli spiegano che sono terre in cui si tocca con ma¬no «una secolare cultura di accoglienza e ospitalità» e che sono «idonee a ritemprare le forze messe spesso a dura prova dagli odierni ritmi frenetici». Certo, chiariscono, le vacanze non possono ridursi solo a «ebbrezza» o a «evasioni che lasciano più stanchi e vuoti» di prima, ma vanno considerate «occasioni per arricchire lo spirito magari con una buona lettura» e anche «condividendo l'Eucaristia domenicale nel¬le nostre comunità». Definisce i turisti «cercatori di Dio» l'arcivescovo di Otranto, Donato Negro, nel saluto a coloro che trascorreranno le ferie nella sua diocesi, «una terra di passaggio per chi voleva raggiungere l'Oriente» e che oggi «è diventata capace di accoglienza». La presenza dei villeggianti «ci sprona ad allargare gli orizzonti», aggiunge, e a loro il pastore augura di «incontrare l''autore della vita' nelle vie della nostra storia bimillenaria, nei nostri mari e, soprattutto, nell'immediatezza dell'incontro con le persone del nostro Sud».
Un invito a «far tesoro di tutto ciò che di bello si può trovare nei luoghi di villeggiatura o anche vicino a casa per chi rimane» giunge dal vescovo di Faenza-Modigliana, Claudio Stagni. «La vacanza – scrive nel suo messaggio –, se non un vero e proprio diritto, è un'opportunità favorevole che consente la variazione sul ritmo delle giornate, l'interruzione di uno standard ripetitivo e l'occasione di un maggiore riposo». In quest'ottica Stagni parla di una «vera ricreazione dello spirito» che può scaturire da queste settimane.
Settimane d'estate che sono «occasione per sentirci più umani», sottolinea il vescovo di Fidenza, Carlo Mazza, nella lettera ai fedeli della sua Chiesa dal titolo «Uscire, andare, riposare ». Per il presule, le ferie indicano «un desiderio di rinnovamento, una tensione di cambiamento» e implicano «un lasciare e un andare verso». Pur restando il tempo dello svago e del «recupero di energie con¬sumate », esse possono trasformarsi anche nel «tempo di pensieri alti, un tempo propizio di un'uscita dalle solite maniere di pensare e di vivere».
Così, una volta terminate le vacanze, sarà possibile affrontare le «nuove sfide capaci di appassionarci, tese alla costruzione di un Paese più civile, più abitabile e più aperto».
Avvenire, www.avvenire.it
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