Le visite dei pontefici
La sapienza dei santi, il distacco dai beni materiali, sono stati gli argomenti al centro della riflessione del Papa
all'Angelus di domenica scorsa al termine del quale il Pontefice ha espresso il suo plauso per l'entrata in
vigore della Convenzione sul bando delle munizioni a grappolo (ne parliamo in un'altra parte del giornale). Tra
i fedeli italiani presenti a Castel Gandolfo, il Papa si è rivolto in particolare alle Suore dell'Immacolata, che
stanno celebrando in questi giorni il loro Capitolo generale, ai fedeli di Moncalieri e di San Nicandro
Garganico. Di seguito le parole di Benedetto XVI prima della preghiera mariana. ari fratelli e sorelle, in questi
giorni ricorre la memoria liturgica di alcuni santi. Ieri abbiamo ricordato sant'Ignazio di Loyola, fondatore della
Compagnia di Gesù. Vissuto nel XVI secolo, si convertì leggendo la vita di Gesù e di santi durante una lunga
degenza causata da una ferita subita in battaglia. Rimase talmente impressionato da quelle pagine, che
decise di seguire il Signore. Oggi ricordiamo sant'Alfonso Maria de' Liguori, fondatore dei Redentoristi,
vissuto nel XVIII secolo e proclamato patrono dei confessori dal venerabile Pio XII. Ebbe la consapevolezza
che Dio vuole tutti santi, ciascuno secondo il proprio stato, naturalmente. In questa settimana la liturgia ci
propone, poi, sant'Eusebio, primo vescovo del Piemonte, strenuo difensore della divinità di Cristo, e, infine, la
figura di san Giovanni Maria Vianney, il Curato d'Ars, che ha guidato con il suo esempio l'Anno Sacerdotale
appena concluso, e alla cui intercessione nuovamente affido tutti i pastori della Chiesa. Impegno comune di
questi santi è stato quello di salvare le anime e di servire la Chiesa con i rispettivi carismi, contribuendo a
rinnovarla e ad arricchirla. Questi uomini hanno acquistato «un cuore saggio» ( Sal 89,12), accumulando ciò
che non si corrompe e scartando quanto è irrimediabilmente mutevole nel tempo: il potere, la ricchezza e gli
effimeri piaceri. Scegliendo Dio hanno posseduto ogni cosa necessaria, pregustando fin dalla vita terrena
l'eternità (cfr Qo , 1-5). Nel Vangelo dell'odierna domenica, l'insegnamento di Gesù riguarda proprio la vera
saggezza ed è introdotto dalla domanda di uno della folla: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me
l'eredità» ( Lc 12,13). Gesù, rispondendo, mette in guardia gli ascoltatori dalla brama dei beni terreni con la
parabola del ricco stolto, il quale, avendo accumulato per sé un abbondante raccolto, smette di lavorare,
consuma i suoi beni divertendosi e s'illude persino di poter allontanare la morte. «Ma Dio gli disse: "Stolto,
questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?"» ( Lc 13,20). L'uomo
stolto nella Bibbia è colui che non vuole rendersi conto, dall'esperienza delle cose visibili, che nulla dura per
sempre, ma tutto passa: la giovinezza come la forza fisica, le comodità come i ruoli di potere. Far dipendere
la propria vita da realtà così passeggere è, dunque, stoltezza. L'uomo che confida nel Signore, invece, non
teme le avversità della vita, neppure la realtà ineludibile della morte: è l'uomo che ha acquistato «un cuore
saggio», come i santi. Nel rivolgere la nostra preghiera a Maria Santissima, desidero ricordare altre ricorrenze
significative: domani si potrà lucrare l'indulgenza detta della Porziuncola o «il Perdono di Assisi», che san
Francesco ottenne, nel 1216, dal papa Onorio III; giovedì 5 agosto, commemorando la Dedicazione della
Basilica di S. Maria Maggiore, onoreremo la Madre di Dio acclamata con questo titolo nel concilio di Efeso del
431, e venerdì prossimo, anniversario della morte di papa Paolo VI, celebreremo la festa della
Trasfigurazione del Signore. La data del 6 agosto, considerata il culmine della luce estiva, fu scelta per
significare che lo splendore del Volto di Cristo illumina il mondo intero. (Avvenire)
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