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Attualità/Premio Nobel per la pace 2010

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



Il premio Nobel per la pace va al dissidente cinese Liu Xiaobo. Confermate dunque le previsioni della vigilia, nonostante le pressioni di Pechino. Del resto, prima dell'annuncio ufficiale, lo stesso comitato norvegese aveva affermato che si sarebbe trattato di una «scelta da difendere». Secondo le motivazioni che hanno accompagnato la decisione, Liu rappresenta «il simbolo della campagna per il rispetto e l'applicazione dei diritti umani fondamentali» in Cina. Non si è fatta attendere la reazione di Pechino: la polizia si è subito recata nell'abitazione di Liu, per impedire alla moglie di rilasciare dichiarazioni alla stampa, e le trasmissioni della Bbc sull'annuncio del Nobel sono state interrotte. Poco dopo, è arrivato anche il commento ufficiale del governo, che parla di «oscenità». Secondo il ministero degli Esteri, Liu Xiaobo è «un criminale» che è stato condannato «dalla giustizia cinese». La decisione, prosegue la nota, è destinata a «nuocere alle relazioni tra la Cina e la Norvegia».

Il commento e le dichiarazioni della comunità francescana conventuale di Assisi

Nobel Pace:Padre Custode, lo attendiamo nella città della pace. Premiato impegno forte e silenzioso
Il riconoscimento del Nobel per la pace a Liu Xiaobo - afferma padre Giuseppe Piemontese, Custode del Sacro Convento di Assisi - spero possa essere di auspicio e di rasserenamento con questo grande mondo che è la Cina. Ci auguriamo, data anche la sua fede cristiana, che Liu possa raggiungere Assisi: San Francesco, come gli altri premi nobel, aspetta anche lui.
L'assegnazione del premio Nobel per la pace a Liu Xiaobo – dichiara padre Enzo Fortunato, direttore rivista San Francesco patrono d'Italia - è un bellissimo segno e il riconoscimento di un lavoro e di un impegno forte e silenzioso per tanti anni che oggi vive con questo Nobel la sua “resurrezione”. Non possiamo non ricordare coloro che come Nobel per la pace sono passati ad Assisi ed hanno donato un contributo prezioso alla nostra rivista San Francesco patrono d'Italia, confrontandosi con la spiritualità del Santo. Penso a Walesa, al Dalai Lama, a Gorbachev, ad Araf?t, a Madre Teresa di Calcutta, a Mons. Belo e ad El Baradei, che si sono a lungo soffermati sulla tomba di Francesco, baluardo della pace e discepolo di Cristo.

Per le foto dei premi nobel venuti ad Assisi clicca qui

LE REAZIONI DAL MONDO
I COMMENTI - Tra le prime reazioni internazionali alla notizia c'è quella della Francia: il ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, ha chiesto l'immediata liberazione del dissidente. Anche Berlino si «augura» che Liu Xiaobo sia rimesso in libertà e possa ricevere il premio Nobel per la pace assegnato. L'Unione europea si felicita per l'assegnazione del Nobel, ma non chiede esplicitamente la sua liberazione. Per il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, il riconoscimento a Liu Xiaobo è un premio a quanti nel mondo «lottano per la libertà e i diritti della persona». Significativa anche la dichiarazione del Dalai Lama: «Premiare con il Nobel per la pace Liu Xiaobo è il riconoscimento della comunità internazionale all'innalzamento della voce tra il popolo cinese per premere la Cina attraverso riforme politiche, legali e costituzionali».

LE MOTIVAZIONI - «Durante gli ultimi decenni - si legge nelle motivazioni del Comitato per il Nobel - la Cina ha fatto enormi progressi economici, forse unici al mondo, e molte persone sono state sollevate dalla povertà. Il Paese ha raggiunto un nuovo status che implica maggiore responsabilità nella scena internazionale, che riguarda anche i diritti politici. L'articolo 35 della Costituzione cinese stabilisce che i cittadini godono delle libertà di associazione, di assemblea, di manifestazione e di discorso, ma queste libertà in realtà non vengono messe in pratica». Per oltre due decenni, continua il Comitato del Nobel, «Liu è stato un grande difensore dell'applicazione di questi diritti, ha preso parte alla protesta di Tienanmen nell '89, è stato tra i firmatari e i creatori del Manifesto 08 della democrazia in Cina. Liu ha costantemente sottolineato questi diritti violati dalla Cina. La campagna per il rispetto e l'applicazione dei diritti umani fondamentali è stata portata avanti da tanti cinesi e Liu è diventato il simbolo principale di questa lotta».

LA POLIZIA - Dopo l'annuncio del Nobel, davanti all'abitazione di Liu si è subito radunata una folla di giornalisti e cameraman. Anche la polizia si è recata nell'abitazione del premio Nobel. Gli agenti avrebbero impedito a Liu Xa, la moglie del neo premio Nobel, di parlare con i giornalisti. La donna però è stata raggiunta telefonicamente dall'Agence France Press: «Sono felicissima, non so che dire - ha detto - Voglio ringraziare tutti coloro che sostengono Liu Xiaobo. Voglio ringraziare il comitato del Nobel, Vaclav Havel, il Dalai Lama e tutti coloro che hanno sostenuto Liu Xiaobo». «Chiedo con insistenza al governo cinese di liberarlo», ha aggiunto. Nella telefonata, la signora Liu ha detto che la polizia ha detto che intende accompagnarla nella provincia di Liaoning, dove il marito è in carcere, così che possa dargli la notizia del premio. Come affermato anche dal Comitato per il Nobel, infatti, Liu Xiaobo non è stato ancora informato.

IL PROFILO - Liu Xiaobo sta scontando una condanna ad 11 anni di carcere per «istigazione alla sovversione». L'intellettuale, che già aveva trascorso lunghi periodi in galera, è stato accusato di essere tra i promotori di Carta08, il documento favorevole alla democrazia che è stato firmato da oltre duemila cittadini cinesi. Liu era stato arrestato alla fine del 2008 ma la condanna gli fu inflitta nel giorno di Natale del 2009, probabilmente nella speranza di ridurre la copertura dei mezzi d'informazione occidentali.

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Avvenire aveva auspicato l'altro ieri con un'intera pagina che il Nobel fosse consegnato al dissidente cinese, Liu Xiabo
Così è stato!
Mettendo in luce come Liu fosse approdato alla fede cristiana e soprattutto il suo impegno a favore della libertà, ma anche della democrazia in Cina.

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