Le visite dei pontefici
In questi tempi brumosi, tra una saga Twilight e un film di Brad Pitt su Dracula («Vlad»), non poteva mancare il Festival dei Gufi, happening dedicato gli animali notturni: avrà luogo sabato e domenica in quel di Piacenza, al Castello di Corticelli vicino a Nibbiano. Anche per il gufo è in arrivo un film importante in 3D, della Warner Bros Pictures (partner dell'evento), che forse verrà presentato in anteprima nazionale al Festival: si intitola «Il regno di Ga' Hoole – La leggenda dei guardiani», è di animazione ed è diretto da Zack Snyder; l'uscita è prevista per il 28 ottobre. Al Festival ne verranno comunque presentate gustose anticipazioni e curiosità.
Forse ci aspettano un autunno e un Natale all'insegna di queste affascinanti creature ancora parecchio incomprese, in grado di vegliare la notte come i saggi e di vedere nel buio, e per questo simbolo di sapienza. Al Festival non ci saranno animali vivi in esposizione, gli unici presenti in ali e piume saranno quelli recuperati e curati dai Centri di Recupero Fauna Selvatica, e verranno liberati per l'occasione. E' il primo atto d'amore: lo conferma il naturalista Marco Mastrorilli, che s'è dannato l'anima per organizzare l'appuntamento perché finora si annoiava un po' di fare ricerca fine a se stessa. «Volevo avvicinare questi animali alla gente, che non li conosce – dice -. Qualcuno pensa che portino sfortuna ma è solo frutto di superstizioni, sciocche dicerie e bestiari medievali».
Per questo, aggiunge, il Festival ha cercato di fondere cultura, storia e scienza per creare una miscela didattica di grande effetto e popolarità, con mercatino per i collezionisti, laboratori teatrali, workshop, mostre fotografiche, giochi per bambini, presentazioni di libri e documentari. Sabato si terrà un convegno scientifico e durante la notte (una notte da gufi, naturalmente) si svolgeranno visite guidate in Val Tidone per vedere allocchi, civette e barbagianni dal vivo. In questa occasione verranno liberati anche alcuni rapaci. Allieterà le serate la cantante Leda Battisti, accanto ad altri ospiti come l'etologo e conduttore di trasmissioni tv Giorgio Celli.
C'è da scommettere che non saranno pochi, anche fra gli adulti, a subire il fascino del Festival: è la seconda edizione di un evento unico in Europa, che la prima volta venne organizzato nel giugno 2007 a Treviolo (Bergamo) e per il quale arrivarono oltre 5 mila persone. Un Festival dei rapaci notturni, con cadenza annuale, esiste anche negli Stati Uniti e riscuote notevole successo, ma ha una portata limitata e non ha mai superato il migliaio di presenze.
Anche in Italia, invece, i rapaci notturni meritano rispetto e ammirazione: molte specie sono minacciate e se ne contano sempre meno esemplari. Le due specie più comuni sono la Civetta e l'Allocco mentre la più grande è il Gufo reale.
Sono settimane importanti per gli uccelli in Europa: solcano i cieli a milioni per migrare in Africa dove trascorreranno l'inverno. A questo spettacolo è dedicato l'«Eurobirdwatch», l'evento di osservazione della migrazione che la Lipu-BirdLife Italia organizza per il weekend nelle sue Oasi e Riserve e in altre aree protette italiane. Non bisogna dimenticare che questo è l'«Anno internazionale della Biodiversità», in cui 27 Paesi europei «BirdLife International», la rete di associazioni per la tutela della natura e degli uccelli, ha predisposto numerose manifestazioni .
Quanto ai beneamati rapaci notturni, la civetta – l'hegeliana nottola di Minerva – è protagonista di un bellissimo libro di Desmond Morris («Le civette e altre creature della notte»), edito da Castelvecchi, che tra l'altro ha ripubblicato un romanzo del papà di Dracula Bram Stoker («La vergine del sudario»).
Altri indizi della «tendenza gufo»? Forse evocarlo, con i suoi simili, simboleggia semplicemente il tentativo di vederci più chiaro in questi tempi tenebrosi: una specie di «Quid noctis?», di «A che punto è la notte?». Perché la nottola di Minerva, ovvero la filosofia, la ragione, la saggezza, compare come dice Hegel solo al crepuscolo, quando la realtà è belle che fatta. E allora, se non si hanno grandi occhi, poveri noi. (lastampa.it)
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