francescanesimo

San Francesco e il Natale

Antonio Tarallo Vatican News
Pubblicato il 26-12-2021

A colloquio con padre Agustín Hernández Vidales, Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum di Roma

San Francesco e il Natale. Questo,  l’argomento della nostra intervista al Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum di Roma, padre Agustín Hernández Vidales (O.F.M) . Il dialogo con padre Hernández Vidales riesce a dare spunti di riflessione, di meditazione sul vero senso del Santo Natale. In un mondo come quello di oggi, colpito da tanti mali fisici e spirituali, dalla pandemia, da diversi conflitti e guerre che viviamo, le parole che il Rettore dona alla rivista “San Francesco patrono d’Italia” sono parole di speranza e di gioia che guardano a una umanità nuova da costruire sul Vangelo. Quello vissuto da San Francesco d’Assisi. 

San Francesco e il Presepe. Un binomio che rimane nella storia di tutti i tempi.  Qual è il significato per il nostro oggi?

E’ davvero un binomio che rimane nella storia di tutti i tempi perché il significato che ha acquisito con San Francesco d'Assisi rimane ancora oggi così forte in tutta la sua attualità. Cristo è sempre un mistero per l'uomo, è l'uomo stesso è un mistero a sé stesso. ‘In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo”, così troviamo scritto nella ‘Gadium spes’ al numero ventidue. Questo paragrafo del documento è molto importante perché inaugura una nuova umanità : l'uomo continua a chiedersi oggi chi è, dove va, da dove viene. Una risposta precisa - che soddisfa questo desiderio dell'uomo per  dare senso alla sua vita - lo trova in Cristo. Così questo mistero dell'uomo rimane direi svelato proprio col mistero di Cristo. E questo l'ha capito molto bene San Francesco incontrando proprio Cristo nel Vangelo.

Il mistero del Natale. Un mistero che riviviamo - in una certa misura - quando in ogni casa, nei luoghi della cristianità, ricreiamo anche noi il Presepe. Può spiegarci cosa voleva dire per San Francesco vivere il Natale, il mistero di Dio fatto uomo? 

San Francesco amò - da sempre e per sempre - il mistero della Nascita di Gesù, il mistero della sua Passione, della sua Morte, della sua Risurrezione. E amò - in particolar modo - il mistero del Natale. Infatti, grazie alle fonti francescane, sappiamo che al di sopra di tutte le altre solennità celebrava “con ineffabile premura il natale del Bambino Gesù e chiamava festa delle feste il giorno in cui Dio fatto piccolo infante aveva succhiato ad un seno umano. Baciava con animo avido  l’ immagine di quelle membra infantili e la compassione del bambino riversandosi nel cuore lo faceva anche balbettare parole di dolcezza alla maniera dei bambini. Questo nome era per lui dolce come un favo di miele in bocca”.

Così dice il Celano narrando di come San Francesco ha voluto preparare a Greccio, 800 anni fa (siamo nel 1223), il presepe. Chiese a un tale Giovanni di preparare tutto l'occorrente: l'asinello, il bue e il bambinello. Tutto quel l'occorrente che noi conosciamo oggi del presepe. Lui voleva vedere quel Bambino che è nato a Betlemme. E’ questo il mistero che attira Francesco: il mistero di Cristo. Francesco voleva vedere, voleva incontrare Gesù per conformarsi a lui con la sua vita. E tutto questo provoca in San Francesco profonda commozione. Guarda alla tenerezza di Dio verso di noi, la sua vicinanza nel nostro cammino lungo la vita: l'amore che lega appassionatamente l'uomo e Dio,  l'umiltà e la povertà con cui si presenta nella storia, nella debolezza e nella tenerezza di un bambino.

Qual è il significato che ancora oggi possiamo dare al Presepe, guardando all’esempio di San Francesco?

San Francesco rimane ancora oggi la possibilità per ricomporre la propria storia personale, quella di ognuno di noi. E quella collettiva. Anche noi siamo alla ricerca del senso della nostra vita. E in tutto questo momento storico che stiamo vivendo - come quello della pandemia - stiamo generando comunque un'epoca nuova. Un’epoca che dovrà necessariamente guardare ad alcuni punti di riferimento. E il Vangelo, vissuto come Francesco lo ha vissuto, rimane un punto di orientamento per tutti noi. Francesco non è stato mai un ascoltatore disattendo della parola di Dio. La sua aspirazione più alta era di osservare perfettamente il santo Vangelo, ed imitare la dottrina e gli esempi di nostro Signore Gesù Cristo. E in tutto questo dobbiamo sempre riscoprire e ristabilire la nostra relazione con il Creato. Ecco, tutto ciò possiamo costruire oggi, come dice Papa Francesco un’epoca nuova esattamente come ha fatto San Francesco guardando il Presepe. Dobbiamo riscoprire la tenerezza. la vicinanza di Dio, così come ha fatto Francesco rinnovando la sua vita.  (Rivista San Francesco - clicca qui per scoprire come abbonarti)

 

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