francescanesimo

La preghiera dei Conventuali ad Auschwitz, dove morì San Massimiliano Kolbe

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 11-07-2020

La visita in occasione del Capitolo della Provincia di Sant'Antonio in Polonia

I Frati Minori Conventuali nei luoghi dello sterminio degli ebrei. Il 7 Luglio, durante la celebrazione della seconda parte del Capitolo provinciale ordinario della Provincia di Sant’Antonio e del Beato Giacomo degli Strepa in Polonia, Fra Carlos Trovarelli, Ministro generale, assieme al Ministro provinciale Fra Marian Golab e altri confratelli, hanno visitato il campo di concentramento e di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau.

LA CELLA BUNKER DI SAN MASSIMILIANO
Harmęże – Polonia, luogo dove si svolge il Capitolo, riporta fra Dariusz Mazurek, è una città molto vicina al luogo del martirio di San Massimiliano Kolbe. Molto commovente è stato il momento di preghiera che i confratelli, assieme al Ministro generale, hanno vissuto nella cella-bunker, dove il Martire della Carità è stato ucciso nella vigilia della festa dell'Assunta in cielo (14 Agosto 1941), per salvare dalla morte un padre di famiglia.

IL PADIGLIONE DELLA MORTE
«Siamo davanti al padiglione dove si trova il bunker - ha detto fra Carlos - dove San Massimiliano e tantissime altre persone hanno trovato la morte. Siamo appena entrati per pregare e voglio condividere con l’Ordine ciò che lì ho sperimentato, tante cose risuonavano nel mio cuore».

L'AMORE DEL SIGNORE
«È un posto strano - ha ammesso il ministro Generale - perché, anche se è un luogo di morte, il primo sentimento sperimentato è stato tantissimo amore. È come se quel grande amore di San Massimiliano fosse rimasto nell’aria, mescolato con l’aria fredda e l’ambiente buio della cella. E questo è un grande mistero, perché quell’amore è l’Amore con la maiuscola, è l’Amore del Signore».



"TUTTO O NIENTE"
Perciò, ha concluso fra Carlos, «voglio condividere questo con voi, soprattutto la forza che io stesso provo per donarmi ancora a Lui. È questo ciò che voglio dire a tutto l’Ordine: vale la pena donare se stessi fino alla fine per Amore, senza lasciare niente per sé. Tutto o niente, credo che questo ha fatto San Massimiliano». Sia lui, ha chiosato, «a spingere anche noi, per essere testimoni di questo Amore e del dono di sé; è il messaggio migliore che possiamo regalare al mondo».

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