francescanesimo

Il sapere francescano rinasce ogni giorno. L'intervista con il nuovo Rettore dell'Antonianum di Roma

Antonio Tarallo wikipedia.org
Pubblicato il 04-11-2019

Padre Vidales ci parla del sistema universitario francescano

Agustín Hernández Vidales, rettore della Pontificia Università Antonianum di Roma, risponde alle nostre domande, a chiusura dello speciale dedicato al “Sapere e l’Ordine francescano”.

Nelle precedenti puntate, abbiamo potuto approfondire come l’Ordine francescano è stato importante, nel corso della Storia, per la nascita del sistema universitario, o - se vogliamo - della “organizzazione del sapere” (definiamolo così) in senso più generale.

Il dialogo è così poliedrico che tocca un po’ tutti i campi del mondo della scienza, dello studio umano, in relazione al Vangelo: dalla teologia, alla storia dell’Ordine francescano, dalle figure che lo hanno reso grande, alle nuove prospettive che l’Università francescana si pone davanti. Un passato che perdura, che apre sempre nuove vie da esplorare. E, in questo dialogo così denso di domande e di risposte, di temi, e di corsi e ricorsi storici, spunta “la notizia”. Una notizia che non solo è importante per il mondo universitario francescano, ma per la Chiesa stessa e il suo legame con la dottrina del Sapere. “Il prossimo 12-18 luglio 2020, a Roma, è convocata un’assemblea che vede coinvolti tutti i rettori, i presidi e i responsabili dei centri studi che si ispirano all’Ordine Francescano”. Sarà un momento importante per riflettere su “la ragione della nostra missione, che deve essere collegata sempre alla Evangelizzazione”.

E il discorso non può che iniziare se non con San Francesco d’Assisi. Il rettore ci tiene a ricordare, fin da subito, il famoso invito fatto dal santo di Assisi, ad Antonio di Padova, di insegnare teologia ai frati. Da questo dato, si capisce quanto sia stato importante per San Francesco il tema della formazione:

“Sappiamo bene come lui abbia voluto approfondire la Parola di Dio. E, questo, avviene poi con l’incontro con Cristo, con il fratello. Sono presenti parole importanti nei suoi insegnamenti, in merito proprio a questo argomento. La formazione! Ad esempio, mi viene in mente, un brano dell’ Epistola ai Fedeli, in cui San Francesco ci tiene a precisare: “Mi piace che i frati insegnino le profumate parole del Signore”. Già da questa frase ci possiamo rendere conto dell’importanza dello studio, della formazione, per poter evangelizzare. Oppure quando invita a riprodurre gli scritti, soprattutto quelli che riguardano l’Eucarestia. Anche in questo caso, l’attenzione di San Francesco è posta nel tramandare la parola scritta, e questa può avvenire solo grazie a un’adeguata formazione”.


E continua:

“In fondo, già nelle prime università - vedi Oxford, vedi Firenze, Praga, Parigi - si intuisce proprio questo connubio tra evangelizzazione e sapere. Erano sempre centri di studi del nostro Ordine, per poi - poco a poco - divulgarsi non soltanto in Europa, ma anche in America, ad esempio”.
E, proprio per quest’area geografica del Mondo, Vidales ci tiene a ricordare un particolare: “Questi centri di studio, venivano chiamati ‘hospitales’ visto che si trattava di centri in cui la situazione era alquanto complessa. Mi spiego meglio: gli ‘hospitales’ comprendevano la parrocchia (che aveva il compito di evangelizzare); poi, avevano un ambulatorio (per la cura degli ammalati o lo studio di piante officinali, ad esempio); vi era la scuola delle arti e dei mestieri; e poi c’era anche la ‘scuola vera e propria’, se vogliamo una tipologia di università, dove era importante imparare la lingua”.

Insomma, anima e corpo curati in un solo luogo.

Poi prosegue: “In fondo, se ci pensiamo: come potevano riuscire a evangelizzare i missionari se non avevano cognizione della lingua del luogo? Per questo, posso citare un esempio vicino a noi, nella lontana Cina: qui troviamo Padre Alberto Allegra, francescano, che ha tradotto la Bibbia in cinese negli anni ‘50 del nostro secolo. Queste sono figure che ci attestano quanto l’Ordine francescano continui ancora oggi, ai nostri giorni, nella sua missione di studio della Parola, della Teologia”.

Uno studio che parte da quell’amore di San Francesco per il Vangelo, quell’amore che si attuava - e che ancora trova linfa nel nostro oggi, come abbiamo potuto comprendere dalle parole di Vidales - in quella forza “creatrice” intrinseca nel Vangelo. E, in quanto a creatività - lo sappiamo bene - San Francesco era maestro, essendo egli stesso il primo studente del Maestro, quello con la “M” maiuscola: Cristo.

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