francescanesimo

I Chiostri francescani di Ravenna

Redazione Valentina Orlandi
Pubblicato il 31-01-2020

Un viaggio tra le bellezze di un antico convento francescano

I Chiostri Francescani nella zona del Silenzio
Il centro storico di Ravenna brulica di sorprese e bellezze, purtroppo da molti ignorate.
Ne sono un eclatante esempio i Chiostri Francescani siti all’interno della zona del Silenzio (zona dantesca).

Ponendosi dinanzi alla facciata del Tempietto del Morigia (Tomba di Dante) e volgendo lo sguardo a sinistra, attraverso i cancelli si viene catapultati in un luogo in cui l’aria silenziosa rende tutto immobile e incredibilmente bello, come all’interno di una magica fiaba.

Stiamo ammirando i Chiostri Francescani, i quali facevano parte dell’antico convento dei francescani il quale venne costruito 1261.

Nel chiostro meno vicino alla Tomba di Dante, chiamato “Cassa” ci si perde nella bellezza delle colonne di diversa provenienza e fattezza.

Il chiostro "Dante"
Il chiostro più vicino al Tempietto del Morigia, viene chiamato “Dante” ed è composto da un raffinato loggiato cinto da colonne sormontate da capitelli in stile dorico. Più centrale si trova un’affascinante pozzo ai lati del quale si ergono due colonne con capitelli bizantini risalenti al VI secolo e sculture. Il tutto poggia un candido tappeto d’erba verde.

Guardando il lato ovest, si nota la lapide che rammenta il trafugamento delle ossa del Sommo Poeta avvenuto nel 1519 ad opera dei frati francescani per evitare che le spoglie di Dante venissero riportate a Firenze, città dalla quale l’Alighieri dovette scappare per motivi politici, trovando infine rifugio a Ravenna dove morì nel 1321. Nel 1519, infatti, Papa Leone X diede il permesso ai fiorentini di prelevare le ossa dal capoluogo bizantino e riportarle a Firenze. Per evitare ciò i frati di nascosto praticarono un buco nel muro del convento che corrispondeva all’arca funebre: in questo modo poterono segretamente trafugare le ossa e nasconderle.

Più di un secolo dopo, nel 1677, Antonio Santi collocò le ossa in una cassetta di legno che, nel 1810 (quando i frati furono costretti a lasciare il convento per decreto napoleonico) venne nascosta nel vano di una vecchia porta murata nel Braccioforte.

Venne ritrovata per caso, durante alcuni lavori, 55 anni dopo, nel 1865 (anno del centenario della nascita di Dante) e ricollocata nell’arca antica. Nel chiostro sono stati inoltre collocati (nel 1953) gli stemmi di molte città dantesche.

Teatro di emozionanti mostre ed eventi
Giusto merito allo splendore di tali luoghi viene dato in occasione di diverse mostre ed eventi che trovano nei Chiostri Francescani degno teatro come, ad esempio, “Giovani Artisti per Dante” rassegna del prestigioso Ravenna Festival e “Opere dal Mondo” nell’ambito di Ravenna Mosaico.

Valentina Orlandi - ravenna24ore.it

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