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Santo Stefano, il primo martire della Fede

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 26-12-2019

Venne lapidato, nel 36 d.C. per difendere il Cristianesimo

La celebrazione liturgica di Santo Stefano è stata fissata per il 26 dicembre, il giorno dopo il Natale, perché nei giorni seguenti alla manifestazione del Figlio di Dio, furono posti i “comites Christi”, gli uomini più vicini al percorso terreno di Gesù, e primi a renderne testimonianza con il martirio.

Perchè Santo Stefano viene celebrato il giorno dopo il Natale?

La celebrazione liturgica di Santo Stefano è stata fissata per il 26 dicembre, il giorno dopo il Natale, perché nei giorni seguenti alla manifestazione del Figlio di Dio, furono posti i “comites Christi”. Questi, sono - per tradizione - i più vicini al percorso terreno di Gesù, e primi a renderne testimonianza con il martirio. Per questo motivo, troviamo nel calendario - subito dopo il Natale - Santo Stefano, il primo martire della cristianità. E, dopo questo, infatti, segue, San Giovanni Evangelista, il discepolo prediletto da Gesù.
Il 28 dicembre, invece, festeggiamo i Santi Innocenti, i bambini uccisi da Erode, durante la persecuzione del Bambino Gesù. Nella Chiesa cattolica e in alcune Chiese protestanti, Santo Stefano viene festeggiato - appunto - il 26 dicembre, mentre la Chiesa ortodossa lo celebra il 27 dicembre. Lo Stato Italiano, rese festivo tale giorno, nel 1947. Il motivo del giorno festivo è da ricercarsi nell'intento di prolungare la vacanza del Natale, creando due giorni festivi consecutivi.

Chi era Santo Stefano?

In un discorso tenuto nel 425, sant'Agostino riferisce che, subito dopo il ritrovamento a Gerusalemme del corpo di santo Stefano, nel 415, iniziarono a verificarsi miracoli nei luoghi di culto dedicati a lui. Viene menzionata l’ “antichissima memoria di Santo Stefano” che era esistente ad Ancona, fin dall'epoca del suo martirio.
Di Santo Stefano sappiamo che era probabilmente originario della Grecia, ma non conosciamo l'esatto anno della sua nascita. Le ipotesi più attendibili parlano degli ultimi anni avanti Cristo. Sappiamo però - con certezza - che fu il primo dei sette diaconi della comunità di Gerusalemme. I diaconi erano uomini chiamati a svolgere una serie di attività pratiche: l'aumentare dei discepoli, aveva bisogno di cura da parte dei discepoli. Quest’ultimi, allora, si ritrovarono con diverse incombenze che - da soli - non riuscivano ad adempiere.
Stefano fu il primo martire della cristianità: da ciò, il titolo di "protomartire". Venne lapidato nel 36 d.C. La certezza sulla data di morte è dovuta proprio al ricorso alla lapidazione, tipica esecuzione giudaica, e non invece alla crocifissione, che invece era impartita dagli occupanti romani. Nel 36 d.C., in Palestina, avvenne un vuoto amministrativo, dovuto alla deposizione di Ponzio Pilato. Fu in questo “buco di potere” che l’amministrazione fu delegata al Sinedrio giudaico.
Difensore della Fede, fino alla morte, Santo Stefano pronunciò davanti al Sinedrio queste forti parole: “O gente testarda e pagana nel cuore e negli orecchi, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi che avete ricevuto la Legge per mano degli angeli e non l’avete osservata”.
La reazione del Sinedrio, fu terribile. I presenti si scagliarono, subito, contro Stefano. Lo trascinarono fuori dalle mura della città e presero a lapidarlo con pesanti pietre. I loro mantelli furono deposti ai piedi di un giovane di nome Saulo - il futuro Apostolo delle Genti, San Paolo - che assisteva, inerme, all’esecuzione.
Dal momento della morte, la proliferazione delle reliquie, fa comprendere quanto velocemente si sia diffuso il grande culto tributato in tutta la cristianità al protomartire. Sorsero, così, dappertutto, chiese, basiliche e cappelle in suo onore. Nell’arte è stato sempre raffigurato indossando la cosiddetta “dalmatica”, la veste liturgica dei diaconi.

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