fede

Santi Gioacchino e Anna, la loro preghiera porta a Maria

Amedeo Lomonaco - Vatican News
Pubblicato il 26-07-2020

Il 26 luglio la Chiesa ricorda i genitori della Beata Vergine, i nonni di Gesù.

Gioacchino ed Anna 

I genitori di Maria, i Santi Gioacchino ed Anna, sono uno spunto di riflessione per un rinnovato sguardo sulla vocazione della vecchiaia. Il nome di Anna deriva dall’ebraico Hannah (grazia) mentre Gioacchino significa, sempre dall’ebraico, “Dio rende forti”. Notizie sulle loro vite sono ricavate da testi apocrifi come il Protovangelo di Giacomo. Gioacchino ed Anna non hanno figli per oltre 20 anni. Anna trascorre giorni in preghiera chiedendo a Dio la grazia della maternità. Un angelo le appare e le annuncia. “Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo”. Anna dà alla luce Maria. La bimba viene cresciuta tra le affettuose premure del papà e le amorevoli attenzioni della mamma. Quando Maria compie 3 anni, per ringraziare Dio, Gioacchino e Anna la presentano al Tempio.

I nonni di Gesù

I nonni sono la memoria di un popolo e gli anziani sono come alberi che continuano a portare frutto.
Papa Francesco, durante il Pontificato, lo ha sottolineato più volte ricordando anche gli insegnamenti di una donna che ha dato una preziosa impronta al suo percorso di fede. “È stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre - ha detto il Pontefice nella Veglia di Pentecoste il 18 maggio 2013 - che ha segnato il mio cammino di fede. Era una donna che ci spiegava, ci parlava di Gesù, ci insegnava il Catechismo”. “Ricordo sempre – ha aggiunto il Papa in quell’occasione - che il Venerdì Santo ci portava, la sera, alla processione delle candele e alla fine di questa processione arrivava il ‘Cristo giacente’, e la nonna ci faceva - a noi bambini - inginocchiare e ci diceva: ‘Guardate, è morto, ma domani risuscita’. Ho ricevuto il primo annuncio cristiano proprio da questa donna, da mia nonna”.

La preghiera dei nonni è un dono

I nonni sono spesso la forza motrice della trasmissione della fede. Grazie a loro, questo dono viene tramandato di generazione in generazione e nell’amore della famiglia. San Paolo, rivolgendosi a Timòteo, scriveva: “Ricordo la tua fede schietta, che pervase prima tua nonna Loide e poi tua madre Eunice”. Le parole e gli insegnamenti dei nonni sono anche vie privilegiate per annunciare ovunque la Parola di Dio: “È un grande dono per la Chiesa - ha sottolineato Papa Francesco all’udienza generale dell’11 marzo del 2015 - la preghiera dei nonni e degli anziani! La preghiera degli anziani e dei nonni è un dono per la Chiesa, è una ricchezza! Una grande iniezione di saggezza anche per l’intera società umana: soprattutto per quella che è troppo indaffarata, troppo presa, troppo distratta”.

“Le parole dei nonni hanno qualcosa di speciale, per i giovani. E loro lo sanno. Le parole che la mia nonna mi consegnò per iscritto il giorno della mia ordinazione sacerdotale, le porto ancora con me, sempre nel breviario e le leggo spesso e mi fa bene” (Papa Francesco)

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