Le visite dei pontefici
Come Chiese particolari umbre
abbiamo, in quest'anno 2013,
due provvidenziali circostanze
per vivere in modo più comunitario
l'Anno della fede e per tentare
di rispondere concretamente, almeno
in parte, a tale preoccupazione
nel sentire comune.
Due circostanze legate al patrimonio
spirituale delle nostre
Diocesi, conosciuto e apprezzato
dal mondo intero: la Chiesa di
Orvieto-Todi celebra, da domenica
6 gennaio, un Giubileo eucaristico,
nel ricordo del noto miracolo
di Bolsena avvenuto 750
anni or sono; il 4 ottobre 2013
la nostra Regione Umbria sarà di
turno alla basilica di San Francesco
in Assisi, per accendere la
lampada votiva
con cui l'intera
nazione,
rappresentata
ogni
anno da
una regione,
rende omaggio al
Santo Patrono d'Italia.
Da questi due momenti,
che vedranno
coinvolte sia le
comunità ecclesiali
sia le autorità civili
(specie per l'accensione
della lampada
al Patrono d'Italia),
vorrei delineare tre
indicazioni sia in
ottica pastorale sia
in ottica socialeculturale,
perché
queste tappe non
rimangano isolate,
ma segnino il
cammino delle
nostre Chiese,
della nostra terra
umbra: San Francesco è stato credibile e
creduto perché si è posto accanto ai
lebbrosi e ai poveri, facendosi forza
nell'abbracciare la croce di San Damiano.
A distanza di otto secoli la
figura di san Francesco continua a
essere viva e attraente; con la medesima
energia, volontà e umiltà
siamo chiamati a farci prossimi verso
i fratelli provati da qualunque
tipo di indigenza.
La confessione della fede sarebbe
ben poco credibile se non si coniugasse
con la testimonianza di carità.
Ci chiama ad essa in modo speciale
il periodo di crisi sociale, economica
e occupazionale che colpisce anche
la nostra regione.
La confessione della fede non è
solo adesione a una dottrina, ma è
prossimità alle persone, così come
ha vissuto Cristo e, di riflesso, san
Francesco.
riDare senso al tempo
Chi di noi non ha dubbi e incertezze
(e non dobbiamo sentirci lebbrosi,
perché dubitiamo)! A volte, però,
sono gli stessi dubbi che ci costringono
a fermarci, a pensare, a vivere
il tempo e la quotidianità da un'altra
prospettiva. Così com'è accaduto
per il sacerdote che, fermatosi
a Bolsena nel 1263, non credeva
all'eucaristia come corpo di Cristo,
sanguinando nelle sue stesse mani.
È proprio nell'Eucaristia, specie
nella Santa Messa domenicale, che
troviamo il cuore per ridare senso
alla nostra vita di cristiani e le ragioni
di speranza per il nostro presente
e futuro.
San Francesco ci viene in aiuto:
uomo evangelico ed eucaristico,
egli può essere per noi guida sicura
sia per riscoprire il senso della fede
sia per rinnovare il nostro amore
all'Eucaristia.
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