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 Luttazzi: La calunnia, il ragno e gli anelli gettati nel lago

Redazione Il Fatto Quotidiano
Pubblicato il 19-04-2020

"Un uomo è solo con la giovane che ama..." I vangeli apocrifi secondo Daniele Luttazzi

Dal Vangelo apocrifo di Caifa.


Un giorno, il Sommo Sacerdote chiese a Gesù, per metterlo alla prova: “Un uomo è solo in una camera con la giovane che ama. La porta è ben chiusa, tutti dormono, l’uomo trema dal desiderio. Il dattero è maturo e il guardiano dell’oasi non impedisce di raccoglierlo. Pregando, quest’uomo eviterà di soccombere alla tentazione?”. E Gesù rispose: “L’uomo potrà anche sfuggire alla giovane, ma non sfuggirà ai pettegoli, perché è più facile sottrarsi alla tentazione che alla calunnia”. La morale del leone è mangiare la zebra, come la morale della zebra è mangiare l’erba.


Dal Vangelo apocrifo di Jacob.


Un giorno, Gesù salvò un ragno che era caduto in un barattolo di miele: lo lavò accuratamente, e lo pose ad asciugare al sole su una foglia di un albero. Qualche tempo dopo, in seguito a un perturbamento politico, Gesù dovette fuggire, in attesa che la situazione si capovolgesse. I suoi inseguitori lo cercarono ovunque. Sull’i ngresso di una caverna dove Gesù si era appena nascosto, quel ragno tessé una ragnatela e gli inseguitori, vedendo la maestosa ragnatela che si dondolava al sole, dissero: “Qui non può essere entrato”.


Dal Vangelo apocrifo di Beniamino.


Anni addietro, Gesù sedeva in un campo di papaveri, presso un lago scintillante, dalle acque profonde. Leggeva le antiche scritture. Giuda, un discepolo, lo salutò e gli disse: “Maestro, ti ho portato in dono due anelli d’oro.” Gesù ringraziò del regalo e se li infilò al dito. A un tratto, uno dei due anelli scivolò, rimbalzò su un sasso e cadde nel lago. Giuda corse alla riva a cercarlo, si tuffò. Gesù continuò a leggere. Dopo un’ora, Giuda, gocciolante, tornò dal maestro. “Forse potrei ritrovare l’anello, se tu, che l’hai visto rotolare per il pendio, mi dicessi il punto preciso dove è caduto”. Gesù si tolse dal dito l’altro anello, e gettandolo nel lago disse: “Laggiù”

 

Daniele Luttazzi, Il Fatto Quotidiano 

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