fede

La festa della Santa Famiglia: l'amore a portata di mano

Fra Giulio Cesareo
Pubblicato il 25-12-2021

L'augurio di poter accogliere un raggio della luce della Famiglia di Maria, Gesù e Giuseppe

Il 26 dicembre, festa di Santo Stefano, quest’anno assume dei tratti particolari per il fatto che la festa di Santo Stefano cade nella prima domenica dopo Natale, che è tradizionalmente dedicata alla Santa Famiglia di Maria, Gesù e Giuseppe.  A questo punto abbiamo allora due temi che si incrociano e forse anche questa è provvidenza per tutti noi.

Santo Stefano è il primo martire della Chiesa e il fatto che si festeggi nel giorno successivo a Natale è di una forte valenza simbolica: sta a indicare che poiché il Figlio di Dio si è fatto uno di noi, egli ha  immesso nell’umanità una forza, anzi un vaccino vero e proprio, che ci permette di guarire dal male più grande e insidioso, che è l’incapacità di donarsi agli altri con amore. In Santo Stefano, infatti, vediamo il primo testimone  del fatto che ormai per gli uomini è possibile vivere “come” Dio, cioè nel dono di sé e nella fiducia totale al Padre, nelle cui mani affidiamo la nostra vita.

Ora forse in questo nostro contesto sociale così fragile, in cui proprio tutto sembra insicuro e instabile, la Famiglia di Nazareth può essere un vero segno di speranza, a patto che la guardiamo dall’angolatura opportuna. Spesso infatti la dipingiamo come una famiglia ideale, che ha un sapore quasi stucchevole tanto è perfetta, così dolce come la frutta martorana… che non puoi esagerare! E in effetti appare così distante dalla nostra realtà e da quella delle nostre vere famiglie, che sembra non dirci proprio nulla, tanto è irraggiungibile. Ma forse questo è un modo di guardare alla Famiglia di Nazareth un po’ sbagliato, perché ne fa un modello morale e non una realtà di fede. Come nel caso di santo  Stefano, infatti, non si tratta di fare come lui, perché ognuno di noi ha la sua strada, il suo cammino e non si tratta di imitare nessuno, neanche i martiri. Guardiamo Stefano per rallegrarci del fatto che, in virtù dell’incarnazione del Signore, nel mondo abita stabilmente l’amore ed è alla portata di tutti noi, purché abbiamo il desiderio e l’umiltà di accoglierlo.

Da questo punto di vista allora anche la Sacra Famiglia più che un modello da imitare è una promessa che ogni famiglia può diventare - secondo il temperamento di ciascuno - una casa dove si genera e si custodisce la vita con amore, con rispetto, donandosi scambievolmente se stessi per il bene di tutti ma soprattutto di  chi è più debole e bisognoso.

Nasce spontaneo allora anche l’augurio, affinché possiamo accogliere un raggio della luce della Famiglia di Maria, Gesù e Giuseppe, in modo che ognuna delle nostre famiglie possa fare un passo in avanti nell’unità e nel rispetto reciproci, perché l’amore di Dio è una possibilità concreta alla portata di tutti. E questa sì che è vera testimonianza!

Fra Giulio Cesareo

 

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