fede

Incontro tra papa Francesco e Bartolomeo I. Benedire e essere benedetti

ORAZIO LA ROCCA
Pubblicato il 30-11--0001

Un gesto di fratellanza e condivisione ecumenica, suggellato dalla comune fede in Cristo Figlio di Dio, che ha la forza di annullare quasi del tutto 960 anni di divisioni, spaccature, lotte fratricide tra cristiani d’oriente e d’occidente. E, nello stesso tempo, di entrare prepotentemente nella storia come segno universalmente riconosciuto dai cristiani di tutto il mondo decisi ad imboccare la strada senza ritorno attraverso la quale tagliare definitivamente il traguardo dell’unità. Un miracolo – perché di miracolo si tratta – che ha visto la luce il 29 novembre scorso, il giorno dell’atteso incontro a Istanbul, in Turchia, tra papa Francesco e Bartolomeo I, patriarca di Costantinopoli.

I due, ripresi in mondo visione, non si sono limitati a salutarsi con sorrisi di circostanza, o a scambiarsi abbracci formali.

Bergoglio, senza nessun preavviso, ha chiesto a Bartolomeo di essere benedetto. Ma, cogliendo una forma di disagio e ritrosia da parte del leader ortodosso, ha dovuto “pretendere” la benedizione chinando il capo con la stessa umile grazia con cui si era chinato la sera del 13 marzo 2013 quando – subito dopo l’elezione papale – aveva voluto essere benedetto dal popolo che lo acclamava in piazza San Pietro.

Benedire ed essere benedetti è il segno più alto di unione, fratellanza, amore. Ed è proprio quello che è esploso a Istanbul – l’antica Costantinopoli - tra papa Francesco e il patriarca ecumenico Bartolomeo I. Ore dunque contate per l’archiviazione dello Scisma d’Oriente dopo quasi mille anni di separazione cristiana? La tentazione di rispondere di sì è forte, anche se resta ancora da capire cosa pensano in proposito i leader delle altre 13 Chiese ortodosse autocefale. Una cosa comunque è certa, al di là delle considerazioni socio-politiche delle alte gerarchie ecclesiastiche, sia d’Oriente che d’Occidente, i semplici fedeli in Cristo di ogni angolo della terra sono da tempo già pronti a vivere insieme nella casa comune cristiana, senza nessuna forma di divisione. Papa Francesco lo ha capito da tempo.

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