esteri

La globalizzazione vittima del virus

Gabriella Colarusso Ansa - YONHAP
Pubblicato il 03-04-2020

Il contagio spaventa più della crisi

In poche settimane i governi occidentali hanno limitato la libertà di movimento, stabilito regole rigide sugli spostamenti, adottato multe e punizioni per chi le viola. Ma le misure non hanno scatenato proteste: la pandemia ha modificato le priorità e influenzato i sentimenti dei cittadini e la maggioranza è disposta a rinunciare a un pezzo delle proprie libertà in cambio di maggiore sicurezza. Un sondaggio di YouGov realizzato in esclusiva per Repubblica e i sette giornali partner dell' Alleanza Lena in 9 Paesi (Germania, Spagna, Italia, Francia, Belgio, Regno Unito, Svizzera, Polonia e Usa) racconta come europei e americani stanno affrontando la crisi, che cosa temono di più una volta passata la tempesta e quali sono i loro punti di riferimento: l' Europa, innanzitutto, molto meno il sistema internazionale.

La globalizzazione sembra essere la prima vittima politica del virus.

«In questa crisi c' è una richiesta sempre più consistente di uno Stato "forte"», soprattutto nei Paesi più colpiti dalla crisi finora, osservano gli analisti di You-Gov. Il 51% degli europei condivide le misure restrittive e anzi pensa che dovrebbero essere anche più stringenti se necessario, una percentuale che in Spagna e in Francia arriva a toccare il 67% e il 69% della popolazione, in Italia il 54%. Pochissimi sono preoccupati per il divieto di viaggiare (il 13%) o persino per la possibilità di un coprifuoco duraturo (il 12%). «La maggior parte dei cittadini sembra percepire le misure come inevitabili», senza differenze tra le età, quanto tra i generi: «Le donne sono nella maggior parte dei Paesi più favorevoli a misure più severe».

La percezione potrebbe però cambiare rapidamente con l' uscita dalla crisi, «soprattutto nei confronti del coprifuoco».

Il futuro spaventa, ma è all' Europa che i cittadini guardano per uscire dalla crisi: il 59% chiede più collaborazione tra gli Stati membri e questa richiesta è molto diffuso nei Paesi più colpiti dall' emergenza sanitaria, condivisa dall' 84% degli spagnoli e dal 79% degli italiani. Un sentimento diverso emerge invece nei confronti della globalizzazione: per il 43% degli europei va limitata, comunque ripensata, e lo scetticismo è particolarmente alto tra i francesi (65%)... (La Repubblica)

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