Le visite dei pontefici
Le stime in arrivo dall'India portano a nove milioni il numero di abitanti colpiti dall’ultimo disastro ambientale nella penisola, il ciclone Phailin, che nel giro di due giorni ha devastato le coste orientali di Andhra Pradesh e Orissa, danneggiando e distruggendo da 200.000 a 350.000 abitazioni.
I calcoli si fanno anche tra le agenzie di soccorso cattoliche, intervenute dalle ore precedenti l’arrivo del ciclone per collaborare a quella che si è configurata come “la più grande evacuazione del paese negli ultimi ventitré anni”. Per Caritas e Catholic Relief Services superano il numero di 900.000 le persone convogliate dalle aree costiere verso i circa 250 ricoveri d’emergenza allestiti in scuole e uffici pubblici.
Caritas India fa sapere che coltivazioni, telecomunicazioni e assetto ambientale sono al momento i settori in cui Phailin ha fatto registrare i danni più ingenti. Nella maggior parte delle zone colpite non c’è energia elettrica e alcuni centri di soccorso sono rimasti privi di scorte alimentari e medicinali per tre giorni. E mentre le popolazioni sfollate tentano gradualmente il rientro nei villaggi, la vera sfida – e la più grande preoccupazione - è ora quella di tenere sotto controllo l’insorgere di focolai di epidemie.
Il ciclone Phailin si è abbattuto sulle coste orientali dell’India proprio nelle ore in cui le Nazioni Unite celebravano, il 13 ottobre, la Giornata internazionale per la Riduzione del rischio 2013. Il contenimento dell’impatto dei disastri ambientali sulle popolazioni più povere del pianeta è tra i goal della comunità internazionale ed è anche, da tempo, una tra le principali aree d’intervento della presenza cattolica nel continente asiatico.
In India Caritas ha investito nella riduzione del rischio scommettendo sull’innovazione. Con il progetto di sostenibilità ambientale “Partners for Resilience”, recentemente segnalato tra gli interventi più efficaci a favore delle popolazioni rurali dell’Asia meridionale, i rappresentanti delle unità amministrative indiane del Bihar - i “panchyats” - imparano a monitorare e valutare azioni di gestione delle emergenze e di sviluppo rurale, realizzano impianti d'acqua potabile, costruiscono e riparano strade, progettano piattaforme.
In linea con il tema annuale della Giornata internazionale per la Riduzione del rischio “Vivere con disabilità e calamità”, in Pakistan Caritas istruisce le persone con disabilità ad affrontare situazioni d’emergenza. E in Indonesia prosegue la ricostruzione dopo lo tsunami del 2004 - in cui si contarono più di 220.000 vittime tra morti e dispersi - ed il terremoto del 2006 a Yogyakarta.
La gestione e la sicurezza igienico-sanitaria delle risorse idriche restano intanto tra i problemi più urgenti del territorio indiano, funestato ogni anno da inondazioni e cicloni, dal Bihar fino al delta del Mahanadi, in Orissa. Prima dell’arrivo del ciclone Phailin, nel settembre del 2011 due grandi alluvioni avevano coperto due terzi dei distretti della penisola, colpendo più di due milioni di indiani. Vatican Insider
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