editoriale

EDITORIALE: LA CHIESA E I PECCATORI

Enzo Fortunato
Pubblicato il 30-11--0001

Per far sì che la conclusione del Giubileo diventi anche l'inizio del giubileo della nostra vita, di una gioia, di un giubilo vero dobbiamo fare nostri i gesti di misericordia. Mettere la propria guancia sulla guancia di chi soffre.

Oggi, per il nostro "buongiorno francescano" prendo spunto dall'incontro che si è svolto nella diocesi del nostro vescovo francescano a Terni, Giuseppe Piemontese che ha proposto, attraverso le parole di Andrea Tornielli un tema forte che può rappresentare conclusione e punto di partenza dell'Anno Giubilare. Siamo una chiesa delle persone? In grado di attrarre i peccatori o li respingiamo?

"Si avvicinarono a Lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: "Costui accoglie i peccatori e mangia con loro". Gesù attirava quelle persone, che oggi noi diremmo, irregolari: peccatori, pubblicani. Gente che , come afferma Tornielli, non si sentiva a posto. Persone con delle ferite dell'anima, con domande brucianti sulla vita. Che troviamo ai crocicchi delle strade, ai semafori, al pubblico ludibrio. Gente oggetto delle nostre conversazioni per denigrarle, oggetto di discussione di quei "perbenisti" che proprio grazie a loro riescono a sentirsi ancora più tali.

E allora,  per far sì che la conclusione del Giubileo diventi anche l'inizio del giubileo della nostra vita, di una gioia, di un giubilo vero dobbiamo fare nostri i gesti di misericordia. Mettere la propria guancia sulla guancia di chi soffre.

Mi sovvengono le parole di una poetessa contemporanea:

Le mie cicatrici sono la mappa

di tutti posti dove il mio cuore è stato

[Sangue, Elisabetta Cirillo]

 

Ecco perché con San Francesco sapremo scendere da cavallo, sapremo guardare negli occhi l'altro, sapremo abbracciarlo...

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