Le visite dei pontefici
Il film affronta l'intreccio storico e politico
del massacro di Sabra e Chatila, due
campi di rifugiati palestinesi alla periferia
di Beirut. Vengono ricordati per la strage
di un numero di arabi palestinesi stimato
tra diverse centinaia e 3500. Fu perpetrato
dalle milizie cristiane libanesi in un'area
direttamente controllata dall'esercito israeliano,
tra il 16 e 18 settembre del 1982, per
vendicare la morte del presidente cristiano
Bashir Gemayel. (Sono anche ricordati
per successivi fatti di sangue avvenuti nel
1985–1987 e noti come Guerra dei campi.)
La pellicola mette in evidenza, con la
levità dei disegni animati, l'inconsapevolezza
di quei ragazzi/soldato destinati ad
una guerra che mai avrebbero assimilato,
perché impossibilitati nel comprenderne
il senso. Realizzato quasi completamente
in cartoon, ma conservando comunque le
fi sionomie reali dei personaggi intervistati,
il regista ha voluto così raccontare questo
dramma storico per catturare l'attenzione
del pubblico; una maniera decisamente
inusuale, ma effi cace.
Nonostante questa
originalità sono state inserite, alla fi ne, delle
immagini reali affi nché nessuno uscisse
dalla sala con la convinzione che si trattasse
solo di un fi lm d'animazione, di disegni,
di musica. Ari Floman si mette in scena
in prima persona. Racconta l'inchiesta
compiuta negli anni per ritrovare quello
che aveva vissuto durante il servizio militare
che sembrava aver dimenticato.
Decide
di esplorare il mistero rintracciando
e intervistando vecchi amici e compagni
di quell'atroce settembre del 1982. Egli
mostra gli incontri con nove “testimoni”
di quelle imprese.
Ognuno all'inizio sembra
avere vuoti mentali inerenti a quella
orrenda realtà che, proprio perché tale, era
stata soppressa dal ricordo, ma poi quello
che è veramente accaduto, durante l'occupazione
di Beirut ovest, viene riportato
alla luce dalla memoria.
In una intervista de “Il Messaggero” gli
viene chiesto:
Signor Folman, in piena guerra nella
striscia di Gaza quale signifi cato assume
il suo fi lm e cosa pensa del confl itto
attuale?
Mentre infuriava la guerra in Libano nel
2006, io stavo fi nendo Valzer con Bashir
e qualcuno mi disse: “peccato che non sia
pronto”. Risposi che sarebbe rimasto sempre
attuale e purtroppo avevo ragione.
Il
mondo si divide in due fazioni: chi sostiene
le proprie idee con la violenza e
chi no. Da noi in Israele, e in molte altre
parti della Terra, la maggioranza appoggia
la violenza e trova sempre qualche
giustifi cazione per fare la guerra, che sia
di natura religiosa, politica, ideologia. Io
tifo per la non violenza e sono molto
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