cultura

Da detenuto a fotografo: lo sguardo di Donato Di Camillo

Redazione online La Repubblica
Pubblicato il 30-11--0001

Origini italiane, difficoltà economiche, un passato da vittima di bullismo e nessun accento americano a rendere più 'semplice' la sua vita.

Donato Di Camillo ha  iniziato ad apprendere in tenera età il significato di un'esistenza ai margini. Cresciuto nel Bensonhurst, quartiere multietnico nella parte sud-occidentale di Brooklyn, in Usa, Di Camillo ha sempre subìto il fascino della strada. A 12 anni è diventato uno dei soggetti che tanto lo attraevano, vivendo nell'illegalità. Nel 2006, a 38 anni, è stato arrestato per crimini federali. Nel 2011, Di Camillo è tornato a casa agli arresti domiciliari: è lì che ha iniziato a sperimentare con la macchina fotografica. Dopo tre anni di libertà vigilata, Di Camillo è tornato per le strade che tanto amava e tutta la sua attenzione, questa volta come fotografo, è stata catturata dalle persone ai margini.

Sono loro i soggetti preferiti dei suoi scatti, come testimoniano le immagini pubblicate sul proprio profilo Instagram: "Rappresentano frammenti del mio subconscio - sottolinea il fotografo - Così come riflessi di umanità: buoni, malvagi o indifferenti". (A cura di Eleonora Giovinazzo-La Repubblica)

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA