cronaca

Torti (Cai): Il cammino un'esperienza che cambia

Luisa Benevieri Cai
Pubblicato il 01-03-2021

La pandemia rinnova il rapporto uomo-natura

La pandemia ha cambiato la nostra percezione dell’ambiente circostante. David Quammen nel suo libro “Spillover” analizzando le modalità di diffusione dei virus aveva predetto che nella grande quantità di influenze virali che si sono succedute negli ultimi decenni - causate dall’invadenza dell’uomo negli ambienti selvaggi e da cui si siamo sentiti sempre immuni - la nostra sia stata solo fortuna: fino ad oggi. La Natura, quindi, non solo accogliente madre ma anche severa matrigna che ha regole ferree a cui siamo costretti a sottometterci. 

Le nostre abitazioni sono divenute a volte rifugi, altre volte trappole. La montagna e l’ambiente naturale luogo in cui fuggire dai virus per poter “respirare liberamente” ma anche presa di coscienza dei nostri limiti così abituati alle comodità e ritmi totalmente differenti i altri casi luogo di assemblamento che ha puntato una luce sinistra sull’eccessiva antropizzazione, in primis delle nostre città.

Ma esiste veramente una nuova percezione? E dove può portarci? Moltissime persone hanno scelto nell’estate 2020 di usare le proprie vacanze in uno dei tanti cammini che attraversano l‘Italia. L’incremento tangibile anche in Assisi, attraversata da numerosi cammini religiosi e non.  Ma siamo pronti ad un vero e proprio salto di qualità nella protezione della nostra “Casa Comune” o si tratta solo di un orientamento dato dall’emergenza? Abbiamo intervistato Vincenzo Torti, presidente Cai per gettare luce su questo momento di transizione che, se ben sfruttato, potrebbe spingerci ad un rinnovato rapporto tra uomo-natura.

Nonostante la pandemia Assisi ha visto un aumento delle persone che l'hanno raggiunta attraverso un "Cammino". I cammini francescani, in particolare,  nascono appunto sulle orme di san Francesco che spostandosi di piazza in piazza ha portato la sua parola di pace, aiuto ai poveri e cura del creato.  Pensa che la pandemia, con questo aumento di persone che si dedicano maggiormente alle attività sportive, si possa trasformare in un’occasione per rapportarsi diversamente con la Natura?

Stiamo vivendo momenti difficili, ai quali non eravamo preparati. Momenti che, però, possono rappresentare un'occasione straordinaria per cambiare priorità e stili di vita, per ritrovare sobrietà e autenticità. In questa prospettiva può porsi, complice la necessità di evitare gli assembramenti, l'incremento del numero di coloro che praticano attività in natura, con particolare riferimento alla montagna. Il che è di per sé positivo, ma anche, specie per quanto attiene la recente "corsa" ai monti, fonte di criticità: accanto a chi ben conosce la natura montana e la affronta con competenza e rispetto, migliaia di persone scarsamente preparate si sono riversate nelle stesse località, spesso con la pretesa di trovarvi comodità e ritmi cittadini. Per questo non dobbiamo stancarci di ricordare che occorrono preparazione e sobrietà.

Francesco d’Assisi con il suo cantico considerava la natura come Madre, cos’è per lei la Natura? Amica? Sorella o Madre? Ci sono state occasioni in cui si è rivelata nemica?

Mai come ora il messaggio di Francesco d'Assisi rivela, pur muovendo dalla lode al Creatore, la sua profonda attenzione all'umanità di ogni tempo ed è ben comprensibile che proprio il Papa che, per primo, ne porta il nome, ne abbia proposto, con la Laudato sì, la rilettura per l'uomo di oggi. L'invito ad uscire dal vortice di risposte urgenti e parziali in base alle emergenze contingenti, per adottare, invece, " uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all'avanzare del paradigma tecnocratico" guardano proprio alla formazione di quella cultura ecologica che troviamo già, nella sua essenza, nel Cantico delle creature. Una cultura che guardi alla Natura come madre generosa, ma le cui regole vanno rispettate ed al cui carattere va prestata la massima attenzione: le esperienze fatte devono farci evitare la ripetizione di errori e le conseguenze di moti abusi vanno rimediate, non semplicemente occultate o trascurate.

I Cammini hanno un approccio diverso rispetto alle escursioni. Lei ama fare cammini? E che significato hanno per lei?

"Camminare – scriveva Hillmann - è un linguaggio che acqueta l'anima, che dà ordine e direzione ai bagliori della mente. Camminando siamo nel mondo, ci troviamo in un dato spazio che il nostro camminarvi dentro trasforma in un luogo, una dimora". Percorrere un Cammino è profondamente diverso dall'andare in escursione, ti coinvolge in una dimensione ininterrotta che cambia con il mutare dei borghi, delle valli e dei sentieri, riserva incontri che accomunano, regala i silenzi dell'alba che inducono alla preghiera, ti riconduce a forme di scoperta di natura e territori al ritmo del passo dell'uomo. Ho percorso numerosi Cammini, attraverso interi Paesi, come è stato da Saint Jean Pied de Port a Santiago o lungo la dorsale pirenaica. Oltre al Cammino di San Benedetto, da Norcia a Montecassino, ho molto amato il Cammino di san Francesco, muovendo da La Verna sino al santuario di Greccio, passando da Assisi, raggiunta in salita dal retro della Basilica con un'emozione difficile da descrivere. La scoperta di sé, della propria finitezza accompagnata dal sentirsi, finalmente, in armonia con la natura, il silenzio che ti accompagna, gli incontri, passo dopo passo, di persone o luoghi, la fatica che all'improvviso scompare quando raggiungi il borgo che ti accoglie per la notte, questi sono gli abituali compagni di viaggio. Il senso del Cammino, di ogni Cammino, è quello stesso della vita, di cui è metafora: ti ritrovi veramente protagonista di un tempo scandito non più dalle urgenze o dalle scadenze, ma dal tuo passo, dal sostare per ammirare o scoprire, dagli incontri con chi cammina come te, ciascuno col proprio ritmo, e con chi ti accoglie, scoprendo che esistono anche la cortesia e l'ospitalità.

Molti pensano che la pandemia possa essere considerata la “punizione” da parte della Natura per non avere ascoltato il suo grido di rispetto. Pensa che sia così?

Lascio ad altri la risposta sul se la "pandemia" possa considerarsi una punizione da parte della Natura inascoltata. Di certo il tempo stringe perché, se fino a pochi decenni fa le ricadute ambientali della nostra ottusità di sfruttamento potevano illudere sull'autodifesa da parte dell'ambiente stesso, ora siamo alla tollerabilità zero e l'urgenza dell'ecologia integrale dell'enciclica papale suona come monito e grido di allarme finali. Starà a noi ascoltarlo o meno. Per parte mia, da una posizione privilegiata come è l'essere presidente generale del Club alpino italiano, non mi stancherò, insieme ai miei oltre 300.000 soci e socie, di promuovere sempre più la filosofia del camminare, come riscoperta di sé, dell'Altro, dell'Oltre. A cominciare da quel Sentiero Italia Cai che con i suoi 7.000 kilometri, attraversa ed unisce tutto il nostro meraviglioso Paese.

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E anche Luca Calzolari, direttore di Montagne360 (mensile del Cai) conferma che la pandemia ha aiutato la riscoperta della natura.

"La pandemia ha fatto esplodere la riscoperta della natura e degli spazi aperti, privi di folla, dove poter respirare a pieni polmoni e quindi percepiti come più sicuri. La montagna, con la sua rete sentieristica, è diventata uno tra i luoghi più frequentati. Tuttavia abbiamo assistito anche all’"aggressione della montagna", cioè a un approccio stile carosello con grandi assembramenti, file sui sentieri più noti, e talvolta con poco rispetto dell’ambiente. Bisogna fare un passo in più per trasformare questa generale riscoperta dei sentieri, dei cammini e della montagna in un fatto culturale non episodico e rispettoso dell’ambiente montano. Solo così da questa pandemia, tra gli altri insegnamenti che trarremo, vi sarà anche quello dell’importanza del rapporto costante e rispettoso con la natura. Camminare è forse il modo migliore per vivere questo rapporto, per conoscere i luoghi e i paesaggi  che si incontrano e, infine, per stare con se stessi ciascuno con la propria spiritualità, laica o religiosa che sia".

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Riascolta qui la puntata di In viaggio con Francesco dedicata ai cammini

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