Le visite dei pontefici
Beppe Marchetti l’ho conosciuto anni fa, quando non aveva ancora rilevato la libreria-torteria-vineria Lun a’s Torta con le amiche Ilaria e Silvia, nel cuore di San Salvario, e però ci lavorava già come libraio. Mi aveva invitato per fare un reading proprio qui, al numero 50 di via Belfiore, e mi aveva proposto di farlo con il cantautore genovese trapiantato a Torino Federico Sirianni. Di Beppe mi colpirono la gentilezza e la competenza, unite a una passione vera per i libri e a un modo di fare un poco impacciato, dettato - credo - da una grande timidezza. Oggi in via Belfiore Beppe non c’è. È scomparso cento giorni fa senza lasciare traccia, dopo aver abbandonato la festa di matrimonio di un amico ed essersi allontanato a piedi, diretto chissà dove, chissà perché. Ilaria, che con Silvia continua a gestire la Luna’s Torta e che con la socia superstite si sta facendo carico dei compiti che prima spettavano a Beppe, occupandosi a tempo pieno anche dei libri, scuote la testa al di là del bancone dove Beppe mi ha offerto da bere l’ultima volta che sono stato qua. Non riesce a farsene una ragione: «Sono tre mesi che io e Silvia ci mangiamo il cervello per capire che cosa è successo, quale sia la ragione della scomparsa di Beppe, dove possa essersi diretto dopo aver lasciato quella festa di matrimonio. E con noi naturalmente i suoi famigliari, e lo sposo. Non se ne viene fuori».
L’hanno visto a La Spezia
L’u ltima segnalazione, passata in tivù per «Chi l’ha visto», risale a un paio di settimane fa: qualcuno avrebbe riconosciuto Beppe in Liguria, dalle parti di La Spezia. «Finora è la sola segnalazione attendibile, visto che fa riferimento al modo di camminare del nostro amico, un po’ incerto, come barcollante. Sappiamo che i Carabinieri di Sarzana lo stanno cercando, come lo hanno cercato in modo davvero capillare i loro colleghi di Bologna, finora senza esito». Beppe non ha lasciato tracce dietro di sé, a parte il ricordo della persona mite e generosa che conserva chiunque lo abbia incrociato. Gli scaffali e i tavoli della libreria dove passava le sue giornate e serate sembrano aspettarlo anche loro, alla pari delle amiche e socie e dei clienti che lo conoscevano e si fidavano dei suoi consigli di lettura, perché pur avendo appena quarant’anni Beppe era un libraio all’antica, appassionato, informato, attento, e sensibile, di quelli che per i lettori sanno essere come medici dell’anima.
Le socie: “Continuate a parlarne”
«Io e Silvia siamo in contatto sia con chi conduce le indagini sia con la famiglia, e la nostra speranza è che Beppe non venga dimenticato, che si continui a parlare di lui: altrimenti qualcuno potrebbe incontrarlo e non riconoscerlo, e dunque non segnalare la cosa agli inquirenti. I carabinieri di Bologna lo hanno cercato dappertutto, a pettine, battendo ogni sentiero, ispezionando ogni fosso, visto che si era allontanato a piedi. Non ci sono movimenti sul conto corrente, prelievi dal bancomat, niente». In libreria la gente va e viene. Tra chi si aggira tra gli scaffali e chi si siede a leggere in compagnia di un tè e di una fetta di torta c’è sempre qualcuno che chiede notizie del libraio gentile. «Prima di quel giorno nè io nè Silvia avremmo mai immaginato che Beppe un giorno potesse sparire così. Prima di rilevare il locale, nel giugno scorso, ne avevamo parlato a lungo. Con Beppe siamo amiche ed eravamo tutti e tre entusiasti di cominciare assieme questa nuova avventura. Rispetto alla gestione precedente avevamo anche incrementato il numero di incontri e presentazioni, facendone tre alla settimana. Ora teniamo duro aspettando che torni, Beppe ci manca sia come amico sia come socio».
Come un giallo di Simenon
Via Belfiore è più limpida del solito in questo pomeriggio di febbraio, col cielo terso e l’aria fredda che spazza San Salvario. Beppe un giorno è uscito da questa libreria e non possiamo sapere se in cuor suo avesse già deciso di non tornare più o se invece desse per scontato di rientrare al lavoro all’indomani della festa data dal suo amico in occasione di quel matrimonio. E naturalmente viene da pensare a questa vicenda come a una storia da romanzo, di quelle che piacevano a Simenon. Una volta, parlando di libri, avevo menzionato a Beppe «L’uomo che guardava passare i treni», spiegandogli che quel libro mi aveva in parte ispirato un personaggio. Poppinga, si chiamava il protagonista di quel romanzo del celeberrimo giallista francese. E spariva pure lui. Eccoli qua, i libri tanto amati da Beppe Marchetti. Diventato a sua volta protagonista di una storia di cui ancora non conosciamo il finale: intenzionalmente o no, non é dato saperlo. Per ora sappiamo solo che il libraio gentile di via Belfiore manca alla sua famiglia, alle sue amiche e socie, ai suoi clienti-lettori. E anche chi non ama, nei libri come al cinema, le storie a lieto fine, questa volta se ne augura una. O meglio la augura innanzitutto a lui, Beppe Marchetti. Che un giorno magari possa scriverla, e pubblicarla, e leggerla ad alta voce proprio qui, dove si sente ancora l’eco dei suoi passi, alla Luna’s Torta. La Stampa
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