cronaca

MILANO, SPARI AL PALAZZO DI GIUSTIZIA 3 MORTI

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Arrestato l'uomo che era fuggito in moto. Tra le vittime un avvocato e un giudice

Una strage: tre morti, due feriti e una quarta persona uccisa da un malore. Terrore a Palazzo di Giustizia di Milano dove l'imputato di un processo per bancarotta fraudolenta, l'immobiliarista Claudio Giardiello, 57 anni, ha ucciso a colpi di pistola un giudice, suo coimputato nel processo sul fallimento dell'Immobiliare Magenta di cui era socio di maggioranza, e un avvocato. Giardiello ha sparato durante il processo, dentro un'aula del terzo piano. Poi l'uomo è sceso di un piano, ha cercato l'ufficio del giudice Fernando Ciampi, e lo ha ucciso sul colpo. Al bilancio delle vittime va aggiunta anche una quarta persona che è stata trovata morta, ma senza segni di violenza: è probabile - questa è la prima ricostruzione - che sia morta per malore.



La dinamica. Secondo una prima ricostruzione, Giardiello era seduto tra i banchi del pubblico. Era in corso il controesame di un testimone da parte del pm quando è scoppiato un litigio in aula. A quel punto ha estratto la pistola e ha sparato uccidendo Lorenzo Alberto Claris Appiani, suo ex avvocato, ora testimone nel processo per il fallimento Magenta. Sempre in aula ha ferito altre due persone in maniera gravissima: Davide Limongelli (socio di Giardiello nella società) e Stefano Verna, commercialista e altro testimone del processo. Dopo aver sparato, almeno quattro o cinque colpi, è sceso di un piano, ha raggiunto l'ufficio di Fernando Ciampi, giudice fallimentare e ha di nuovo sparato, uccidendo il magistrato sul colpo. Dopo essere rimasto nascosto nel tribunale per più di un'ora, Giardiello è fuggito in moto. Ed è stato arrestato a 30 chilometri dal luogo della strage. Oltre all'avvocato e al giudice, la terza vittima è Giorgio Erba, coimputato di Giardiello al processo, morto mentre lo stavano operando.




La polemica sulla sicurezza. Gli inquirenti stanno cercando di capire come l'uomo sia riuscito a entrare in tribunale armato senza essere bloccato dai controlli con i metal detector. Secondo una persona che si è recata in tribunale per lavoro, il metal detector questa mattina era rotto. Un'alta delle spiegazioni possibili è che l'uomo possa essere passato insieme al suo legale dalla parte d'ingresso riservata agli avvocati e a cui si accede semplicemente mostrando il tesserino dell'ordine forense. Sulla questione sicurezza è intervenuto anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando: "Verificheremo se ci sono state falle".




Chi è Giardiello. Nato 57 anni fa a Benevento (esattamente il 6 marzo), Giardiello è residente in Brianza. Lavorava nel settore dell'edilizia e aveva diverse società, ma negli ultimi tempi si trovava in gravissime difficoltà finanziarie, sfociate in diverse cause giudiziarie. Il panico in un palazzo di giustizia, che a quell'ora era pieno di persone, è scoppiato intorno alle 11 quando sono stati uditi 4 o 5 colpi di pistola. Dopo gli spari è iniziato il fuggi fuggi generale. Giardiello si è prima nascosto nei corridoi labirintici del tribunale, dove ha continuato a sparare. Tutte le uscite sono state sbarrate. L'edificio è stato evacuato: centinaia di persone sono sulla strada davanti alle diverse uscite del tribunale.

 


I testimoni raccontano il terrore. "Ho sentito degli spari e ho visto un uomo con una gamba insanguinata, ho avuto paura e sono scappato": lo ha raccontato un testimone, che si trovava nel palazzo di giustizia di Milano quando è avvenuta la sparatoria. Diverse persone hanno sentito il rumore degli spari e sono fuggite dai corridoi e si sono dirette verso l'uscite dell'edificio.(Repubblica)



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