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È allarme massimo a Venezia, la sirena è suonata 4 volte

Redazione ANSA
Pubblicato il 15-11-2019

Un nuovo picco è previsto alle 11.20, quando la marea dovrebbe toccare i 160 centimetri

Sale l'apprensione e la tensione tra i cittadini di Venezia stamattina per l'arrivo annunciato di un nuovo picco di acqua alta. La sirena è suonata 4 volte (allarme massimo). La marea è salita a quota 140 cm., ma per le 11,20 il Centro di monitoraggio delle maree ha previsto 155-160 centimetri, mentre il vento di scirocco è dato in rinforzo. Piazza San Marco ormai è quasi inagibile anche per quelle persone che sono dotate di stivali alti fino alle cosce. I dipendenti del Comune stanno rimuovendo le passerelle che con l'acqua a questo livello comincerebbero a galleggiare creando anche problemi per la sicurezza.

Da martedì sera la città lagunare è messa in ginocchio dall'acqua alta che tra il 12 e il 13 novembre ha toccato i 187 centimetri. La Basilica di San Marco è stata inondata due volte - la sesta volta in 1200 anni - mentre sull’isola di Pellestrina un uomo è morto folgorato in casa per una scarica elettrica causata dall’allagamento della sua abitazione.

È di "centinaia di milioni di euro" la stima dei danni provocati a Venezia.

E nei giorni scorsi è montata la polemica con il Cnr, che si è difeso: "l'evento che ha colpito Venezia era imprevedibile", ha spiegato Rosalia Santoleri, direttrice dell'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar). "Nella mattinata non si immaginava fosse di queste proporzioni. Raffiche di vento con più di 100 km/ora hanno contribuito a questo fenomeno assolutamente imprevedibile che ha colpito la città".

Intanto il governo è al lavoro per fronteggiare l'emergenza. In un'intervista al Corriere della Sera pubblicata venerdì il premier Giuseppe Conte fa osservare che intanto “nel Consiglio dei ministri di ieri abbiamo deliberato lo stato di emergenza per la città e stanziato i primi 20 milioni per gli interventi più urgenti. Il prossimo passo sono gli indennizzi a privati e commercianti, poi i fondi per rifinanziare la legge speciale per Venezia”.

E in un’altra intervista a La Stampa di Torino, il premier torna sulla necessità di portare a termine l’opera di ingegneria idraulica all’ingresso della laguna veneziana, affermando che “ultimare la realizzazione dell’opera è inevitabile. Ad oggi il Mose è realizzato al 90-93% circa, siamo alle battute finali e i fondi investiti sono tanti. Elementi questi che, insieme a una valutazione di interesse pubblico, rendono impensabile qualsiasi soluzione diversa”.

Agi

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