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Una suora clarissa racconta la chiamata del Signore: avevo un fidanzato, poi...

Gelsomino Del Guercio Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 10-02-2018

«Come molti di voi, anche io studiavo, avevo un fidanzato, facevo sport. Tutto nella mia vita procedeva con quella normalità del “così fan tutti”; avevo tutto, o meglio, pensavo di avere tutto.


Eppure il mio cuore era inquieto, cos’era che mancava? Il Signore si servì proprio di questo ragazzo per propormi di conoscerlo più a fondo attraverso gli studi teologici: questa fu la prima chiamata».


A raccontare la storia della sua vocazione è suor Rosa Maria Chiara, clarissa del Monastero Santa Chiara di Paganica, un paesino alle falde del Gran Sasso, nella provincia di L’Aquila.


Un Dio sconosciuto


«Andavo scoprendo il volto di un Dio fino ad allora sconosciuto - prosegue la suora francescana sul portale del Servizio Orientamento Giovani dei Frati Minori dell'Umbria (fratisog.it) - e mi andavo sempre più innamorando della Sua bellezza. “Com’è possibile, mi dicevo, Dio ci ama a tal punto da morire in croce per noi!”. 


Provavo a coinvolgere il mio ragazzo, ma Dio era per lui un intruso, anzi un antagonista, che lo minacciava perché io stavo cambiando».


"Lasciai il mio ragazzo"


«Comprendevo che questa vita - prosegue suor Rosa Maria Chiara - preziosa perché dono di Dio, era una sola, un’altra possibilità non ci sarebbe stata; e in questa vita, Dio ci chiama a ricevere il suo amore, e a spenderla per Lui. Decisi di lasciare questo ragazzo, perché con lui non potevo condividere tutto questo: Dio non era al primo posto».


San Francesco


A quel punto la futura religiosa conobbe i frati, «e questo fu un altro incontro importante, perché attraverso loro incontrai San Francesco. Li guardavo, mi dicevo: “Questi sono sempre contenti, ma perché? Com’è possibile essere attratti tanto da Dio da lasciare tutto, farsi poveri per seguirlo?” Questo mistero era tanto affascinante, ma anche tremendo».


Il corso ad Assisi


In questo periodo, i frati la invitarono ad Assisi per accompagnare degli adolescenti ad un corso e fu lì, durante il sacramento della riconciliazione, che «il Signore purificò il mio sguardo e il mio cuore per vedere il suo progetto: “Segui me, percorri la stessa via tracciata da Chiara d’Assisi, lascia tutto, sii povera e ti farò ricca di me, dammi tutto il tuo cuore, il tuo corpo, e realizzerò io il progetto che ho su di te. Ti farò mia sposa, ti farò madre di una moltitudine di genti e ti manderò per il mondo intero, per mezzo dello strumento povero della preghiera. Sarò io stesso mani che accarezzano, sollevano, curano, gambe che camminano per annunciare il Vangelo. Tu sii cuore che pulsa d’amore per dare vita all’intero corpo che è la Chiesa”».


La Porziuncola


In Porziuncola, evidenzia la suora, «dopo aver abbandonato ogni resistenza, ho pronunciato il mio sì al Suo progetto. “Sì, sono piccola, è vero, ma questa non è opera mia, è opera Tua, Tu compirai in me questa promessa. Voglio amarti come Chiara, darti tutto, con cuore povero e libero”».

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