Le visite dei pontefici
Progettò il Mav di Ercolano, Pompei in 3D e gli scenari di Superquark
La Comunità francescana del Convento di Assisi rinnova la sua vicinanza alla famiglia per la scomparsa dell'amico e padre dell'archeologia virtuale, Gaetano Capasso, in occasione del trigesimo dalla sua morte. L'affetto per lui e il suo ricordo restano immutati per l'importante contributo dato sia ad Assisi - per la ricostruzione virtuale del Foro Romano - che al Sacro Convento per la realizzazione della Mediateca Francescana "Frame" in cui è possibile, attraverso una "scomposizione" dei piani delle opere della Basilica di San Francesco, "entrare" negli affreschi giotteschi o poter consultare i documenti più importanti conservati nella Biblioteca del Convento. Nonché per la realizzazione della Sala Stampa del Sacro Convento.
Ha aiutato tutti a guardare al passato con le tecnologie di domani: un modo per rendere la cultura avvicinabile da tutti, ma con qualità e sapienza. E' morto a 69 anni Gaetano Capasso, uno dei padri della grafica tridimensionale italiana, l'ingegnere che da un fianco del Vesuvio ha fatto partire gli scenari virtuali di musei, mostre e trasmissioni che raccontano la scienza in televisione, come quelle di Piero Angela. Nel 2009 allestì il Mav, il primo museo virtuale di archeologia a Ercolano, concordato con l'allora sindaco (oggi senatore Pd, Luisa Bossa).
La società di Capasso, la Capware ha firmato la ricostruzione in 3D di Pompei, contenuta in una serie di dvd dedicati a tutti i siti archeologici più importanti della Campania, come Villa dei Papiri, e ha prodotto installazioni multimediali che hanno costituito lo scheletro di trasmissioni come Ulisse, Passaggio a Nord-Ovest, Superquark.
Dopo aver lavorato alla Texas Instruments, all'Ibm e alla Honeywell, aveva fondato a Ottaviano la Capware nel 1984, una software house specializzata in computer grafica quando nel Paese si muovevano i primi passi, e il suo lavoro e quello dello staff che aveva saputo formare era talmente apprezzato da diventare fondamentale per le reti televisive più importanti e per gli studi e la diffusione dell'archeologia.
E prima ancora, per l'architettura: Grafex fu il suo primo software per la progettazione, che si rivelò subito strumento ineludibile per i professionisti del settore. Negli anni Novanta Capasso lavorò per la tv giapponese, francese, tedesca, per le soprintendenze archeologiche e persino per i Pink Floyd. Le sue realizzazioni multimediali hanno rappresentato le eccellenze italiane insieme con marchi come Ferrari, Benetton, Prada, e tutto questo da una cittadina dell'hinterland vesuviano, Ottaviano, fino ad allora nota solo per aver ospitato il castello del boss Cutolo.
Tra le realizzazioni più recenti del lungo percorso di Capasso, con il quale hanno collaborato i figli Mico, Mario e Marco, che ne continueranno il lavoro con uguale passione e impegno, la trasmissione di Piero Angela sul "Foro di Augusto 2000 anni dopo" e sul Foro di Cesare, il progetto Meta con la Fondazione Ravello. Innumerevoli gli interventi in musei e siti di tutto il mondo, da Londra a Washington, da Bruxelles a Hong Kong, a San Pietroburgo al Giappone. "Tutt'altro che numeri e nozioni, lui cercava di materializzare sogni", scrive in una lettera alla famiglia Luisa Bossa: "Ricordo ancora come gli brillavano gli occhi quando mi illustrò la sua idea del Mav, un museo che ora gli occhi li fa brillare ai turisti di tutto il mondo".
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