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Ruini: Doveroso Chiesa dialoghi con Salvini

Redazione Ansa - ALESSANDRO DI MEO
Pubblicato il 05-11-2019

Non condivido l’immagine tutta negativa di Salvini che viene proposta in alcuni ambienti

"Non condivido l’immagine tutta negativa di Salvini che viene proposta in alcuni ambienti. Penso che abbia notevoli prospettive davanti a sé; e che però abbia bisogno di maturare sotto vari aspetti. Il dialogo con lui mi sembra pertanto doveroso, anche se personalmente non lo conosco e quindi il mio discorso rimane un po’ astratto. Sui migranti vale per Salvini, come per ciascuno di noi, la parola del Vangelo sull’amore del prossimo; senza per questo sottovalutare i problemi che oggi le migrazioni comportano". Lo afferma l'ex presidente della Cei Camillo Ruini, in un passaggio di una lunga intervista al 'Corriere della Sera'.

Sbaglia a baciare il rosario? "Il gesto - rileva - può certamente apparire strumentale e urtare la nostra sensibilità. Non sarei sicuro però che sia soltanto una strumentalizzazione. Può essere anche una reazione al 'politicamente corretto', e una maniera, pur poco felice, di affermare il ruolo della fede nello spazio pubblico".

Ruini nell'intervista parla anche dell'ultimo Sinodo: "In Amazzonia, e anche in altre parti del mondo, c’è una grave carenza di sacerdoti, e le comunità cristiane rimangono spesso prive della messa. È comprensibile che vi sia una spinta a ordinare sacerdoti dei diaconi sposati, e in questo senso si è orientato a maggioranza il Sinodo. A mio parere, però, si tratta di una scelta sbagliata. E spero e prego che il Papa, nella prossima Esortazione apostolica post-sinodale, non la confermi".

Perché sbagliata? "Le ragioni principali sono due. Il celibato dei sacerdoti è un grande segno di dedizione totale a Dio e al servizio dei fratelli, specialmente in un contesto erotizzato come l’attuale". "Rinunciarvi, sia pure eccezionalmente - avverte - sarebbe un cedimento allo spirito del mondo, che cerca sempre di penetrare nella Chiesa, e che difficilmente si arresterebbe ai casi eccezionali come l’Amazzonia. E poi oggi il matrimonio è profondamente in crisi: i sacerdoti sposati e le loro consorti sarebbero esposti agli effetti di questa crisi, e la loro condizione umana e spirituale non potrebbe non risentirne". Insomma, un prete divorziato sarebbe un guaio? "È così". (Adnkronos)

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