Le visite dei pontefici
Il giorno dopo l’assalto degli hooligan olandesi del Feyenoord alla Barcaccia, ultimo atto di due giorni di scorribande nel centro storico di Roma, il sindaco della Capitale Ignazio Marino passa dalla rabbia alla richieste. Prima di tutto la presa di responsabilità da parte delle forze dell’ordine, accusate di non aver agito mentre i violenti attaccavano. Ma il Questore Nicolò D’Angelo risponde: «Abbiamo evitato la strage degli innocenti. A chi parla di servizi superficiali e sottovalutazione deve fare qualche riflessione». «Davanti a noi, alle forze di polizia non si sono verificati danneggiamenti alla Barcaccia. Ribadisco che davanti ai turisti e bambini che stavano uscendo da scuola un intervento con cariche indiscriminate avrebbe fatto esplodere una miccia, avremmo fatto una strage e dato un’immagine peggiore».
«Respingo accusa di pressappochismo»
«Avevamo nel centro storico oltre 1.800 uomini, di cui 600 a difesa dei palazzi istituzionali e siamo intervenuti alla prima rissa» spiega il questore, che si rivolge a Marino: «Capisco il sindaco visto che la piazza è stata vituperata offesa, e mi rendo conto della sofferenza morale ma non condivido in maniera piu assoluta un’accusa di pressapochismo e sottovalutazione degli interventi non efficaci. Scaricare non serve a nulla, bisogna fare squadra e individuare il fatto che avevamo davanti non 200 persone ma di più». E precisa: «Non accetto questi addebiti: le forze dell’ordine hanno fatto il loro dovere evitando scontri e aggressioni maggiori, altri interventi avrebbero messo a rischio cittadini inermi e turisti». Il questore ha anche sottolineato che negli scontri sono rimasti feriti 31 poliziotti e 9 carabinieri.
«Abbiamo evitato morti»
Il questore aggiunge: «L’ordine pubblico è buon senso, capacità di sintesi e farsi due conti della spesa: mi conviene farlo o no, subire o no, per essere sicuro di intervenire bene. Questo è l’ordine pubblico». «Io, signori, morti non ne faccio, né io né i miei uomini, meglio qualche lattina in più e qualche segno sui muri piuttosto che agire indiscriminatamente». Il questore aggiunge: «Abbiamo bloccato 40 tifosi della Roma, armati di bastoni, che volevano vendicare la lupa (immagine su internet messa dalla tifoseria olandese che mostrava la lupa decapitata, ndr). Erano nascosti in diversi bar di Colleoppio e sono stati fermati e denunciati». Il questore sottolinea il rischio di contatto tra le due tifoserie: «Nel primo pomeriggio abbiamo evitato che 600 romanisti radunati a piazza Mancini, intercettassero gli olandesi».
Sindaco di Rotterdam: «Orrore per devastazione»
E nel pomeriggio di venerdì arriva la solidarietà dal sindaco di Rotterdam: «La città di Rotterdam ha accolto con orrore la notizia del comportamento riprovevole di una parte dei tifosi del Feyenoord. Naturalmente siamo disposti a offrire la nostra collaborazione per rintracciare individui che abbiano commesso illeciti». Il sindaco Ahmed Aboutaleb ha scritto una lettera al sindaco di Roma Ignazio Marino.
L’ambasciata olandese: non paghiamo
Il sindaco Marino aveva chiesto i soldi per la riparazione della fontana del Bernini danneggiata dai tifosi del Feyenoord: «Ho sentito l’ambasciatore di Olanda e gli ho riferito il senso di offesa della città e il forte disappunto che provo, non riesco a giustificare come possano accadere cose del genere. Lui mi ha riferito che non ritengono di dover pagare le spese». «Ne prendo atto», ha aggiunto Marino, precisando che ci sono molti generosi donatori che si stanno offrendo». E infatti la presidente di Acea Spa Catia Tomasetti venerdì mattina ha annunciato: «Stamattina ho avuto autorizzazione dal Cda di Acea che è disponibile a supportare il restauro della Barcaccia».
«Offesa la città»
Il sindaco ha voluto sottolineare che gli atti violenti sono stati: «Un senso di offesa che la città percepisce in questo momento, forte disappunto che provo perché non riesco a giustificare come in occasione di un evento che dovrebbe essere di gioia come una gara di calcio, 500-600 persone che provengono da un paese che ritengo civilizzato arrivino a distruggere un monumento che ha anni e anni di storia. Queste persone nella loro ignoranza credo che non vedessero cosa avevano davanti, non erano nelle condizioni di capire che stavano aggredendo qualcosa di importante». Gli ultrà del Feyenoord, avevano già mostrato in passato la violenza di cui sono capaci, considerati dei veri e propri «black bloc» del tifo. (Corriere)
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