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PAPA FRANCESCO DUE ANNI IN STILE FRANCESCANO. 30 VOLTE CON SAN FRANCESCO

Francesco Lepore
Pubblicato il 30-11--0001

     Il secondo anniversario dell’elezione pontificia di Jorge Mario Bergoglio (13 marzo 2013) offre l’opportunità di ripercorrerne i legami con s. Francesco d’Assisi. Rapporto, invero, di palmare evidenza già dalla scelta del nome, sulla quale il Papa stesso ha dato una lunga spiegazione nell’incontro coi giornalisti del 16 marzo 2013. Nel ricordare come, al momento dell’elezione, il card. francescano Claudio Hummes, l’avesse abbracciato e baciato, dicendogli: «Non dimenticarti i poveri», ha dichiarato ai presenti: «E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. L’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il Creato, in questo momento in cui noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È  l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero … Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri».

 
L’indomani è domenica e il Papa pronuncia il suo primo messaggio in occasione dell’Angelus. Tocca di sfuggita il medesimo tema, rivolgendosi ai pellegrini italiani: «Ho scelto il nome del Patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi, e ciò rafforza il mio legame spirituale con questa terra, dove – come sapete – sono le origini della mia famiglia. Ma Gesù ci ha chiamati a far parte di una nuova famiglia: la sua Chiesa».


  Due giorni dopo, 19 marzo, ha luogo la concelebrazione eucaristica per l’inizio del ministero petrino: all’omelia il neovescovo di Roma, prendendo spunto dalla missione di custode affidata a s. Giuseppe, parla di universale “vocazione del custodire”, che si concreta a partire dal creato sull’esempio di Francesco: «È il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo». I temi ambientali ed ecologici, interpretati secondo lo spirito di s. Francesco, sono stati successivamenti ripresi: a) nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium (24 novembre 2013) al nr. 183, mentre nel paragrafo 216 appare il richiamo a tutti i cristiani «piccoli ma forti nell’amore di Dio, come san Francesco d’Assisi», perché si prendano cura «della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo»; b) nell’udienza generale del 21 maggio 2014; b) durante l’incontro del 28 ottobre 2014 coi rappresentanti dei Movimenti popolari, invitandoli ad alzare la voce per difendere, sull’esempio del Poverello, «due preziosi doni: la pace e la natura»; c) nel discorso tenuto alla Fao il 20 novembre 2014 con un richiamo implicito ma quanto mai chiaro alla testimonianza del santo nel «custodire la sorella terra, la madre terra, affinché non risponda con la distruzione»; d) nell’incontro in Sala Clementina coi dirigenti della Confederazione nazionale coldiretti con l’invito a custodire il creato e a «ritrovare l’amore per la terra come “madre” – direbbe san Francesco – dalla quale siamo tratti e a cui siamo chiamati a tornare costantemente».


  Il tema dei poveri – che è al centro del magistero pastorale di Bergoglio e che, come si è detto, ha pesato sulla scelta del nome – ritorna, con quello dei sofferenti e della conversione, sin dal primo viaggio apostolico nel luglio 2013. Meta, il Brasile. Il 27 il Papa visita a Rio de Janeiro l’ospedale São Francisco de Assis na Providência. Nel discorso ricorda la conversione del «santo patrono» e si sofferma sul momento in cui la vocazione a servire Cristo nei fratelli si è concretata: «è quando ha abbracciato un lebbroso. Quel fratello sofferente è stato «mediatore di luce [...] per San Francesco d'Assisi», perché in ogni fratello e sorella in difficoltà noi abbracciamo la carne sofferente di Cristo». Il tema della conversione del figlio di Pietro di Bernardone scandisce anche le prime battute del discorso pronunciato in serata durante la veglia di preghiera coi giovani: «Guardando voi oggi qui presenti, mi viene in mente la storia di san Francesco d'Assisi. Davanti al Crocifisso sente la voce di Gesù che gli dice: “Francesco, va’ e ripara la mia casa”. E il giovane Francesco risponde con prontezza e generosità a questa chiamata del Signore: riparare la sua casa. Ma quale casa? Piano piano, si rende conto che non si trattava di fare il muratore e riparare un edificio fatto di pietre, ma di dare il suo contributo per la vita della Chiesa; si trattava di mettersi a servizio della Chiesa, amandola e lavorando perché in essa si riflettesse sempre più il Volto di Cristo».

 

  E il cambiamento di vita di s. Francesco, inscindibile dal farsi povero con i poveri e dall’amore per gli stessi, è il leit motiv dei numerosi interventi pronunciati il 4 ottobre durante la visita ad Assisi: dal discorso ai poveri nella Sala della Spogliazione all’omelia durante la celebrazione in Piazza S. Francesco («L’incontro con Gesù lo portò a spogliarsi di una vita agiata e spensierata, per sposare “Madonna Povertà” e vivere da vero figlio del Padre che è nei cieli […]. In tutta la vita di Francesco l’amore per i poveri e l’imitazione di Cristo povero sono due elementi uniti in modo inscindibile, le due facce di una stessa medaglia»); dal discorso alle Clarisse a quello nel duomo di S. Rufino e all’altro rivolto ai giovani in S. Maria degli Angeli. Giornata, questa, che segna a tal punto il Papa, da essere menzionata nell’indirizzo di saluto rivolto a Giorgio Napolitano durante la visita al Quirinale (14 novembre). Il ruolo esemplare della conversione di Francesco è stato altresì richiamato all’Angelus del 27 luglio 2014: «Lui era già un cristiano, ma un cristiano “all’acqua di rose”. Quando lesse il Vangelo, in un momento decisivo della sua giovinezza, incontrò Gesù e scoprì il Regno di Dio, e allora tutti i suoi sogni di gloria terrena svanirono».



  Il nesso indissolubile tra imitazione di Cristo e amore dei poveri in s. Francesco è un argomento che risuona in maniera martellante nei successivi interventi di Papa Bergoglio: dal messaggio per la XXIX Giornata mondiale per la gioventù del 21 gennaio 2014 all’intervista rilasciata a “Il Corriere della Sera” (5 marzo 2014), dove ha affermato: «San Francesco ha avuto la genialità di collocare il tema della povertà nel cammino evangelico» (parole, queste, riprese nelle risposte, che, date ai giornalisti Tornielli e Galeazzi, sono state pubblicate nel loro libro “Papa Francesco. Questa economia uccide”); dall’incontro a Manila coi giovani (18 gennaio 2015) all’omelia pronunciata durante la Messa del 15 febbraio 2015, nel corso della quale ai nuovi cardinali ha detto: «Ricordiamo sempre l’immagine di san Francesco che non ha avuto paura di abbracciare il lebbroso e di accogliere coloro che soffrono qualsiasi genere di emarginazione».

 
  L’altro grande tema eminentemente francescano, caro a Papa Bergoglio, è quello della pace. Già il 2 maggio 2013, inviando un suo pensiero via tablet al sito sanfrancesco.org, sceglie questa breve e significativa invocazione: «O Francesco d'Assisi, intercedi per la pace dei nostri cuori». Nell’incontro avuto, l’8 giugno 2014, con Peres e Abu Mazen in Vaticano, il Papa si raccoglie in silenzio per la pace in Medio Oriente e coi due leader legge quindi il testo della “Preghiera semplice” attribuita al santo d’Assisi. Scrivendo il 26 agosto dello stesso anno al vescovo d’Anversa in vista dell’incontro internazionale della pace promosso dalla S. Egidio, inviata a dare un contributo alla pace «nello spirito di Assisi».

 
Altri richiami alla figura e all’insegnamento di Francesco ricorrono: a) nel viodeomessaggio per l’ostensione della Sindone (30 marzo 2013), con l’invito alla preghiera mediante le parole dell’orazione Altissimo e glorioso Iddio; b) nell’intervista a La Repubblica (1 ottobre 2013), in cui parla dell’impegno nel riformare la Chiesa sull’esempio del Poverello, pur dichiarando: «Non sono certo Francesco d’Assisi e non ho la sua forza e la sua santità»; c) nella veglia di preghiera all’apertura del Sinodo sulla Famiglia (4 ottobre 2014), durante la quale il santo è indicato quale modello da seguire per rinnovare la Chiesa e la società; d) nella lettera ai partecipanti ai partecipanti all’assemblea generale straordinaria della Cei (8 novembre 2014), in cui richiama al grande amore e alla venerazione di Francesco d’Assisi per la gerarchia e i sacerdoti.

  Il Poverello assurge così nel pensiero del Papa al ruolo di primario testimone della fede. Una testimonianza, quella di s. Francesco, che si concreta nei fatti prima ancora che nelle parole. E come tale è stata indicata tanto nell’omelia tenuta in S. Paolo fuori le Mura (14 aprile 2013) quanto discorso ai partecipanti al Congresso internazionale sulla catechesi (27 settembre 2013).

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