Le visite dei pontefici
Per sei giorni un forno ha cotto il pane per i pellegrini che, a Castel Sant'Angelo, si sono messi in cammino lungo via della Conciliazione verso la porta santa della basilica Vaticana.
Ci hanno pensato i rappresentanti dell'Associazione nazionale dei panificatori di Confesercenti, protagonisti del progetto «Il pane della misericordia. Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Dal 13 al 18 giugno, fornai di sette regioni italiane (Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Puglia, Calabria e Basilicata) hanno cotto il pane dalla mattina alle 10 fino al tardo pomeriggio.
Davide Trombini, presidente nazionale dell'asso ciazione, ci spiega che l'iniziativa, puntando a far conoscere tutti i numerosi pani tipici italiani, «è anche l'o ccasione, nel giubileo della misericordia, per un gesto di solidarietà: tutte le offerte ricevute dai pellegrini, infatti, saranno interamente destinate alla costruzione di una scuola agraria in Burkina Faso».
In piazza erano presenti oltre cento panificatori che, ha aggiunto Trombini, porteranno avanti il progetto davanti alle cattedrali di tutta Italia. «Vogliamo invitare Papa Francesco nel nostro oratorio, perché lui è umile e bravo e ci vuole bene e noi vogliamo bene a lui»: Mirko e Matteo, due ragazzi disabili, sono emozionatissimi e vogliono regalare al Papa un album in cui con molta semplicità hanno registrato, come in un diario, i viaggi del Pontefice. I due giovani fanno parte del gruppo proveniente dalla vicina città di Marino in rappresentanza del comitato cittadino che si è costituito per il giubileo per coordinare le opere di misericordia nel territorio. «È un'esperienza che ci sta permettendo di dialogare con tutti e coinvolgere tutti al bene comune attraverso l'educazione e la formazione religiosa e caritativa» dice il parroco e vicario territoriale, monsignor Pietro Massari. Con loro e altri 300 pellegrini, da Marino sono venuti in Vaticano anche i 40 musicisti della società «Volemose bene che poco ce costa», che hanno riempito la piazza dell'allegria dei canti tipici regionali. A guidarli Orlando Zelinotti, che sottolinea come la loro società da ben 65 anni aiuti le persone a stare insieme in modo sano e sereno. E tiene a precisare: «Lo facciamo con una grande fede nel cuore, la stessa fede con la quale, il giorno della sagra dell'uva, portiamo sulle nostre spalle per la città di Marino la statua della Madonna del rosario per invitare tutti alla p re g h i e r a ». «Il Papa ci chiede di vivere ogni giorno la misericordia e noi oggi qui vogliamo dirgli: "Noi ci siamo"»: il presidente dell'Associazione volontari Cottolengo, Lino Marchisio, è giunto da Torino a San Pietro insieme a 200 pellegrini, come fanno ogni anno per «rinsaldare il legame con Pietro» e in quest'occasione in particolare per ringraziare Francesco dei suoi insegnamenti che, nel corso di questo giubileo, stanno «rafforzando in noi lo spirito di carità che abbiamo come carisma trasmessoci da san Giuseppe Cottolengo».
L'associazione, legata in particolar modo al Mission Hospital Chaarla in Kenya, è impegnata a raccogliere fondi per sostenere le opere del Cottolengo sia in terra di missione che in Italia. In particolare, il Chaarla Mission Hospital opera in una zona rurale e poverissima del Meru, in Kenya: inizialmente strutturato come dispensario, oggi ha 160 posti letto e offre servizi di medicina interna, pediatria, maternità, riabilitazione-fisioterapia e chirurgia generale. Realizza inoltre un programma di prevenzione, diagnosi e terapia dell'Aids e delle malattie sessualmente trasmesse, un servizio giornaliero di vaccinazioni per i bambini e un sostegno alle donne in gravidanza. In particolare, il nuovo reparto di maternità è stato costruito grazie all'apporto determinante del corpo della Gendarmeria vaticana. Sempre in Africa, ma anche in Medio oriente e in India, sono impegnati i volontari della "Città dei ragazzi" che - fondata nell'immediato dopoguerra da monsignor John Patrick CarrollAbbing – assiste bambini e ragazzi da 9 ai 18 anni che non hanno la fortuna di poter godere del sostegno della famiglia o che sono particolarmente esposti a rischio di devianza.
A salutare Papa Francesco - che prima di cominciare l'udienza ha compiuto il consueto giro in piazza a bordo della jeep dove ha fatto salire, con un simpatico fuori programma, anche quattro bambine - sono venuti da New York i membri del consiglio direttivo dell'associazione A Chance in Life, guidati dal presidente Gabriele Delmonaco: si occupano di raccogliere negli Stati Uniti d'America i fondi per sostenere le attività della Boys' To w n . Molti chilometri, circa 700, hanno percorso anche i trecento motociclisti in pellegrinaggio dalla Slovenia. Sono partiti una settimana fa, guidati dal francescano padre Niko Zivoklej. Tutti con la maglietta verde e il volto di Francesco stampato sul petto. Sotto un grande striscione che invita il Pontefice nel loro Paese («La Slovenia ti aspetta») Genny ci spiega come la loro associazione aiuti i motociclisti che hanno subito incidenti, che sono rimasti invalidi o anche i bambini che hanno perso i genitori vittime della strada. Niente motori, ma sempre tanta fede e soprattutto tanta forza nelle gambe, ha accompagnato i ciclisti che hanno partecipato alla prima ciclovia di pellegrinaggio in Italia, che unisce Loreto a Roma, passando per Assisi e Greccio.
La manifestazione è stata organizzata per il giubileo dalla Federazione ciclistica italiana, tramite l'Associazione organizzatori corse ciclistiche, in collaborazione con l'Opera romana pellegrinaggi. «È una iniziativa che nasce spontaneamente - dice il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco - perché si sta facendo largo nella nostra cultura un nuovo modo di declinare la bicicletta, come mezzo per coltivare la dimensione spirituale». Ad esempio «su circa 200.000 pellegrini che ogni anno raggiungono Santiago di Compostela, è stato calcolato che circa il 15 per cento compie il cammino in bicicletta».
Il presidente della Federazione ciclistica umbra, Carlo Roscini, che ha seguito l'ultimo tratto del pellegrinaggio e guidato in piazza i pellegrini, ci mostra il dono che hanno preparato per il Papa: un quadro con la riproduzione del Cantico delle creature di san Francesco d'Assisi: «un dono semplice, come semplice è il Papa e come semplice è il nostro modo, attraverso la natura, di accostarci a Dio». Carlo e Michela, due giovani sposi, hanno pedalato fin qui da Loreto. Stanchi ma felici ci spiegano il senso della loro passione sportiva: «Attraverso la fatica e il silenzio si capiscono tante cose».
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