Le visite dei pontefici
In Italia il fenomeno dell’obesità è in crescita e riguarda un numero sempre maggiore di bambini; nella popolazione adulta, secondo l’Istat, raggiunge la cifra di 4 milioni e 700 mila persone, ossia il 10% circa della popolazione.
Le cause sono molteplici: la cattiva alimentazione o non corretto regime alimentare, l’eccessivo consumo di cibo, lo stress ma anche aspetti genetici, psicologici, metabolici e sociologici danno origine all’obesità.
Le persone obese hanno difficoltà nel compiere le azioni quotidiane della vita come vestirsi, lavarsi, camminare o fare una passeggiata, prendere un mezzo di trasporto quale l’autobus piuttosto che un treno o un aereo perché il corpo, quasi imprigionato da forme troppo rotondeggianti, fa fatica anche solo a chinarsi per allacciare un paio di scarpe o per indossare un pantalone, a fare le scale o a camminare un po’ più a lungo o in salita.
I posti a sedere sui mezzi pubblici, nei locali e nei luoghi di ritrovo o di lavoro sono spesso troppo stretti per consentire all’obeso di sedersi con comodità durante il tragitto o il tempo nel quale egli si trova in un determinato posto.
La gente guarda spesso gli obesi con occhi sprezzanti e tende a giudicare con troppa facilità la loro condizione di uomini e donne malati i quali, ogni giorno, soprattutto in ambito lavorativo, subiscono discriminazioni, umiliazioni, pregiudizi; insomma una vera e propria stigmatizzazione sociale.
L’aspetto estetico ha una grossa rilevanza in quanto i modelli che la moderna società ci fornisce sono basati sull’apparire e non sull’essere e sul falsi canoni di magrezza quale esempio di bellezza.
Per questo motivo la persona obesa spesso tende a non relazionarsi con gli altri isolandosi dal mondo esterno, da ciò che lo circonda e accettando passivamente questa sua condizione di persona malata, di persona che spesso ha un rapporto malato col cibo, un rapporto di dipendenza nel quale riversare tutte le frustrazioni ed amarezze, i propri disagi e le proprie sconfitte.
Riuscire a sconfiggere l’obesità e a perdere peso in maniera significativa è tutt’altro che semplice e costituisce un vero e proprio percorso che può durare anche anni.
Molte strutture ospedaliere in Italia forniscono un supporto psicologico associato al percorso del medico e del nutrizionista in quanto attraverso il sostegno dello psicologo è possibile affrontare meglio le difficoltà legate al radicale cambiamento di stile di vita che richiede il processo volto al dimagrimento.
Uscire dall’obesità significa cambiare radicalmente il proprio stile di vita, imparare a gestire la propria alimentazione e l’attività fisica, gli stati emotivi di stress, elaborare nuove strategie per il superamento dei problemi, porre maggiore attenzione a quelle attività piacevoli e gratificanti che possono interrompere l’associazione tra il cibo ed il senso di appagamento che esso falsamente ci da.
L’obesità è una malattia subdola che nasce da numerosi fattori psicosomatici, genetici e sociali e diviene spesso un circolo vizioso dal quale sembra quasi impossibile uscirne; sconfiggere l’obesità si deve e si può perché è una malattia che distrugge e annienta pian piano, giorno dopo giorno, la vita e le aspirazione di colui che ne è affetto.
Alfonsina Amato
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