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La figlia di Martin Luther King: Il mondo sta peggiorando, abbiamo bisogno della luce che vince le tenebre

Mario Scelzo santegidio.org
Pubblicato il 16-10-2018

I Have a Dream, è la frase che comunemente associamo al reverendo Martin Luther King ed alla sua lotta non violenta contro il razzismo negli Stati Uniti d’America. Ho avuto l’opportunità di partecipare, nel corso dei tre giorni di dialogo e preghiera organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio a Bologna dal titolo “Ponti di Pace”, all’incontro che la figlia del reverendo, Bernice, ha tenuto con oltre 500 giovani provenienti da tutta Italia (qualcuno anche da più lontano) presso il cinema Perla, in un clima di commossa partecipazione.



Ha introdotto i lavori Stefano Orlando, responsabile delle attività dei giovani di Sant’Egidio, ragazzi e ragazze quotidianamente impegnati in attività diverse, dalla scolarizzazione dei rom alle visite agli anziani negli istituti, tutte legate dal filo conduttore del sogno di costruire un mondo migliore. Oggi, in questi tempi confusi e spesso tristi, la pace è un sogno irrealizzabile? Penso alla Siria, penso alla paura del prossimo, al razzismo dilagante. Questo mondo diviso e violento non piace a chi in questi giorni costruisce ponti di pace a Bologna. Ringrazio a nome della Comunità Bernice king per essersi unita al nostro popolo di pace.



Bernice, pur avendo solo 5 anni quando suo padre viene ucciso ad Atlanta il 4 Aprile del 1968, è da molti anni l’anima del King Center, centro di documentazione che raccoglie gli scritti e le testimonianze dirette della lotta non violenta del suo illustre genitore. Recentemente, Bernice non ha mancato di dare il suo supporto al movimento giovanile “Never Again”, che combatte contro l’utilizzo indiscriminato delle armi negli Stati Uniti.



Bernice è arrivata a Bologna accompagnata dall’amica Jennifer, donna bianca nata, ci ha tenuto lei stessa a ricordarlo, in quell’Alabama per troppi anni simbolo della segregazione razziale ed oggi terra “libera dal razzismo” grazie al lavoro di Martin Luther King. In sostanza, davanti alla folla di giovani, Bernice ha risposto ad alcune domande postele dalla sua amica Jennifer, ne propongo un breve resoconto per i lettori di queste pagine. 



Jennifer
: Parlaci della metodologia della non violenza applicata da tuo padre.

Bernice: mio padre credeva che la non violenza potesse risolvere problemi morali e concreti, utilizzando la metodologia della nonviolenza365. Questo implica un modo di pensare e di vivere che porta ad un cambiamento quotidiano, salvaguardando la dignità di tutti. Mio padre è stato un ricercatore della verità, prendendo piccoli frammenti da fedi diverse. Lui applicava sei principi. La non violenza non è passiva ma è per le persone coraggiosi. Essa cerca di vincere con l'amicizia e la comprensione. Vuole sconfiggere l'ingiustizia ma non le persone ingiuste. La sofferenza può diventare redenzione. Sceglie l'amore. La non violenza crede che l'universo stia dalla parte della giustizia. Mio padre studiava e credeva in questo, dobbiamo innalzare la nostra umanità, dobbiamo preservare l'altro come prima regola dell'amore. Amate i vostri nemici. Mlk credeva nelle beatitudini, nell'agape, ovvero l’amore incondizionato per tutta l'umanità.



Ai 6 principi, seguono 6 passi concreti per la non violenza: Raccogliere informazioni, i conflitti nascono dalla scarsa conoscenza del prossimo, dalle incomprensioni. Educazione. Impegno personale per la non violenza. Dialogo e negoziazione prima di ogni atto di protesta. Pratica della non violenza. Riconciliazione. Con questi principi si creano opportunità di pace.



Jennifer:
"Ho deciso di rimanere nell'amore", diceva tuo padre. Tu per molti anni hai odiato i bianchi, poi cosa è successo?

Bernice. Avevo 20 anni, odiavo gli uomini bianchi, un giorno partecipato ad un talk-show cristiano condotto da un bianco...che mi ha detto...durante l'intervista…posso abbracciarti? Io non volevo ma è stato uno degli abbracci più veri che abbia mai ricevuto. Sono cambiata dentro. Ho capito che non si possono caratterizzare le persone in gruppi, ognuno di noi è costruito ad immagine di Dio. L'odio è bere del veleno ed aspettare che l'altro muoia, chi odia è il primo che soffre.



Jennifer: Cosa vuoi dire a questi giovani, come vivere la non violenza?
 

Bernice:  Col cuore giusto e l'atteggiamento giusto. Michelle Obama ha detto, quando gli altri si abbassano, voi alzatevi. La non violenza è operare su un livello più alto di disciplina. È un modo per resistere al male coi principi che ho espresso prima. Essere coerenti, non si manifesta con le parolacce e le urla. È sbagliato credere che ci voglia violenza per operare il cambiamento, la violenza semina altra violenza, la non violenza è una arma caricata di giustizia ed amore incondizionato.



Al termine di questo dialogo, alcuni giovani hanno avuto l’opportunità di rivolgere alcune domande a Bernice. Purtroppo, il tempo è volato e c’è stata la possibilità di rispondere solo ad alcune domande, che qui fedelmente riportiamo.



Valentina
le ha chiesto se in questi anni ha visto progressi nella lotta antirazzista e non violenta, interessante la risposta di Bernice: La lotta è un processo che non finisce mai, va combattuta in ogni generazione. Mi dà speranza vedere i giovani in America che si mettono in gioco contro le armi. Mi scoraggiano l'apatia e l'indifferenza. La libertà non è mai...una vittoria definitiva ma...è un processo continuo, ogni generazione deve vigilare per proteggere le proprie libertà. Dobbiamo essere più determinati dei figli delle tenebre. Non smettete mai di sognare. 



Alessio
: Noi giovani di Sant'Egidio di Bologna incontriamo tanti poveri e tanta ingiustizia, come continuare ad avere speranza nonostante la tanta violenza che vediamo? 

Bernice: L'unico modo è abbracciare la non violenza. La vita è fatta di sofferenza e lotta, dobbiamo essere pronti ad essere speranza. Voi siete la luce del mondo, che la vostra luce brilli ed il mondo veda le vostre opere. La luce ci fa vedere il prossimo, mentre il buio ci rende aggressivi. Per cambiare il mondo abbiamo bisogno della luce che vince le tenebre. Dobbiamo illuminare la povertà, il buio esiste dove manca la luce, tu come giovane con dignità e disciplina cammina insieme alla comunità per illuminare la povertà.



Come trasmettere ai bambini il valore della Pace?, ha chiesto Chiara, volontaria attiva nelle scuole della pace di Genova.  Bernice Ha raccontato di una bambina di 7 anni di una scuola del Bronx che ha creato un regolamento di classe. Siate gentili, divertitevi, mantenete tutto bello e pulito. 

L’ultima domanda/riflessione è arrivata da Jennifer, che ha chiesto a Bernice di raccontare come MLK intendesse la grandezza. Bernice: mio padre commentando il passo evangelico “chi vuole essere grande si faccia servo di tutti”, ha detto “tutti possiamo essere grandi perché tutti possiamo servire”. Ci vogliono un cuore pieno di grazia ed una anima ricca di amore, chi è guidato dall'amore è grande.

Grazie Bernice per aver trasmesso a tanti giovani il sogno non violento di pace di Martin Luther King.


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