Le visite dei pontefici
I colori della Resurrezione, i canti e le musiche che hanno accompagnato il cammino dell'uomo
In ocassione della giornata internazionale dei Monumenti e dei Siti vi proponiamo due riflessioni. La prima di padre Enzo Fortunato, sulle meraviglie della Basilica di san Francesco, scritta per Repubblica.it. La seconda di padre Giuseppe Magrino, sull'importanza di musiche e canti nella storia dell'uomo, partendo dal cuore musicale della Basilica di san Francesco dove, cielo e terra, sembrano incontrarsi nei colori della musica e nella vita rappresentata. L'azzurro, il cielo, della Basilica Superiore; e le sfumature di marrone, che sembrano richiamare la terra della Basilica Inferiore.
I colori della resurrezione, le donne della speranza di Padre Enzo Fortunato
Il complesso monumentale del Sacro Convento di Assisi è patrimonio mondiale UNESCO. 10.000 metri quadrati di affreschi. Oggi deserta, ma fino a pochi giorni fa migliaia di pellegrini al giorno, sei milioni circa ogni anno.
Giotto, Cimabue, Simone Martini e Lorenzetti sono tra i protagonisti di questo straordinario cantiere che fu Assisi, e agì in Europa come una rosa dei venti. Da qui parte la grande storia pittorica moderna.
Entrandovi il primo colpo d’occhio è lo scorrere del primo film a colori su San Francesco e anche Bibbia dei poveri per coloro che erano analfabeti. Oggi Bruce Springsteen davanti a questi colori ha esclamato: “è affrescata con i colori della resurrezione.” Per Gorbaciov “è di una intensità spirituale che ti lascia senza fiato.” Non manca una delle ultime affermazioni di Sepulveda: “è una favola di amore vera.”
Tutte le strutture decorative sono costituite da un registro che parte dall’alto in basso, come si amava raccontare nel medioevo. Procedendo in Basilica inferiore dal gotico si passa al romanico. Entriamo in una delle cappelle più suggestive, quella dedicata alle donne della speranza, è Giotto, che arriva in Assisi nel 1290, a dipingerla.
Questa Cappella della Maddalena la proporrà dopo quella degli Scrovegni, a Padova, nel 1307. Colpisce, come del resto in tutto il ciclo pittorico, il realismo: si passa dalla tradizione bizantina delle figure e del Cristo trionfante, a quelle reali; dal Cristo sulla croce agli uomini veri di ogni giorno.
Qui per la prima volta, secondo Philippe Daverio, vengono rappresentati i primi sentimenti primordiale delle donne e degli uomini: il dolore e le lacrime, la gioia e il sorriso. Non sfuggono i dettagli dell’impegno di ogni giorno, il tovagliato, le posate, il borsello con i suoi bottoni, i mantelli a coprire il volto, le cinture annodate, i grembiuli da lavoro: è il nuovo realismo, quello francescano, che si confronta con la vita quotidiana, in un trionfo di colori regali e reali, dove predominano il rosso e il blu.
Lo schema pittorico qui si inverte, per dare più risalto alle ultime storie di Maria Maddalena, quelle della speranza:
1. lava i piedi di Cristo con le lacrime e li asciuga con i capelli;
2. implora la resurrezione di Lazzaro;
3. uno stupendo incrocio di sguardi: il noli me tangere di Gesù a Maddalena.
E’ la protagonista del Vangelo della resurrezione, è lei che rappresenta le donne della speranza.
GUARDA IL VIDEO
Le musiche e i canti tra gioia, entusiasmo e dolore di padre Giuseppe Magrino
Vi sono alcune musiche, canti, che basta ascoltarle e subito evocano un periodo storico, una particolare situazione di gioia, di entusiasmo e di dolore: dinanzi al Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart il nostro pensiero corre veloce all’esperienza della morte, se ascolto l’Inno alla gioia di Ludwig van Beethoven evoca subito la fratellanza universale (non a caso è l’inno della Comunità europea). Periodi storici segnati da guerre che hanno spopolato campagne e devastato città e stati in tutta Europa fino al secolo scorso, hanno dato un valido contributo alla produzione musicale: Franz Joseph Haydn a scriverà la celebre Messa “in tempore belli”; George Frederich Händel (di cui ricordiamo il celebre Halleluya!) fu testimone di molti avvenimenti storici del suo tempo e in più di un'occasione fu designato come “portavoce musicale” per celebrare ricorrenze e fatti lieti e tristi.
Oggi la comunità umana che sta vivendo un periodo storico funesto a causa del Covid 19, il cosiddetto coronavirus, quale musica può in qualche modo aiutarci a superare questo difficile tempo infondendo coraggio e vigore alle “membra sofferenti della nostra società?
A questo quesito penso sia molto appropriata la risposta che dà la Liturgia del giorno di Pasqua, inondata di gioia per la vittoria del su Redentore sulla morte eleva per ben otto giorni consecutivi il canto della sequenza “Victimae Paschali laudes” prima di leggere il vangelo.
La composizione, ritenuta dell'XI secolo, viene generalmente attribuita al monaco Wippone, cappellano dell'imperatore Corrado II ed Enrico III, indicato come l’autore nel manoscritto 336 del codice di Einsiedeln.
Il testo della sequenza venne musicato a cominciare dal canto gregoriano, da molti compositori del Rinascimento e del Barocco: Josquin Desprez, Orlando di Lasso, Adrian Willaert, Giovanni Pierluigi da Palestrina, William Byrd fino a Lorenzo Perosi.
Il testo recita così:
Alla vittima pasquale si innalzi il sacrificio di lode,
l'Agnello ha redento il gregge,
Cristo l'innocente ha riconciliato i peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate in uno straordinario duello:
il Signore della vita era morto, ora, regna vivo.
Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via?
La tomba del Cristo vivente, la gloria del risorto;
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le vesti;
Cristo mia speranza è risorto e precede i suoi in Galilea.
Siamo certi che Cristo è veramente risorto.
Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi.
Facciamo nostre queste parole e con fede viva e rinnovata affrontiamo fiduciosi il combattimento con questo virus nella certezza che Cristo risorto è accanto a noi.
GUARDA IL VIDEO
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA