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L'altra Davos comincia ad Assisi

Redazione Andrea Cova
Pubblicato il 19-11-2020

Lavoro, cura, finanza e ambiente al centro di Economy of Francesco

I duemila giovani, economisti e changemakers che da oggi a sabato si collegheranno online per The Economy of Francesco hanno la stessa ambizione dei loro coetanei di ogni epoca: cambiare il mondo in meglio. Alcune generazioni ci sono riuscite, altre no. Dipende anche da che idea di progresso si parte per dare un giudizio. Per i ragazzi e le ragazze che partecipano a questo evento desiderato da papa Francesco l' idea di mondo migliore è piuttosto precisa, per quanto ancora in costruzione. Per loro il miglioramento passa dall' economia - la scienza che hanno studiato o il mestiere che hanno scelto - e la direzione è quella indicata proprio dal Papa nella lettera del maggio 2019 in cui li ha invitati a incontrarsi: «Un' economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda» scriveva Francesco.

L'appuntamento era per marzo 2020 ad Assisi, la città di San Francesco, ma la pandemia ha costretto il comitato organizzatore a rivedere i piani. L' evento "di persona" è rinviato all'autunno del 2021, quando - si spera - sarà possibile riunire in sicurezza migliaia di persone. L'incontro online che inizia oggi è stato organizzato in modo da non togliere ai giovani nulla di quello che avrebbero trovato ad Assisi, tranne la presenza fisica. La città umbra ospiterà la regia dell' incontro online nei luoghi storici francescani: la Basilica di San Francesco d'Assisi, la Chiesa di San Damiano, il Santuario di Rivotorto, la Basilica Santa Chiara, il Santuario della Spogliazione, il Palazzo Monte Frumentario.

I giovani porteranno il frutto del lavoro preparatorio di questi mesi sui dodici "villaggi tematici" di riflessione: lavoro e cura; managemente dono; finanza e umanità; agricoltura e giustizia; energia e povertà; profitto e vocazione; policies for happiness; CO2 della disuguaglianza; business e pace; Economia è donna; imprese in transizione; vita e stili di vita.

Potranno incontrare e discutere (anche personalmente) con relatori di fama internazionale come Muhammed Yunus, l'inventore del microcredito vincitore del premio Nobel per la Pace nel 2006, ed economisti ed esperti come Kate Raworth, Jeffrey Sachs, Vandana Shiva, Stefano Zamagni, Mauro Magatti, Juan Camilo Cardenas, Jennifer Nedelsky, Sr. Cécile Renouard oltre a numerosi imprenditori di consolidata esperienza e capacità. Sabato interverrà Francesco, con un videomessaggio che chiude l' evento. Nelle città in cui le restrizioni per il coronavirus lo permettono, i partecipanti hanno creato degli Hub, circa sessanta, dove seguire l' evento insieme.

«Noi siamo al servizio dei giovani che partecipano. Facciamo di tutto perché sia un processo generativo, non controllato, molto diversificato, policentrico» spiega l' economista Luigino Bruni, responsabile scientifico di The Economy of Francesco. Bruni ricorda che raramente nella storia migliaia di giovani si sono riuniti per parlare di economia. Le ambizioni sono elevate: «Ci aspettiamo che sia il più bell'evento giovanile online del 2020 e speriamo che tanti altri giovani si uniscano a questo movimento». Quella che emergerà non sarà una generica critica all' economia così com' è. The Economy of Francesco è un modo per costruire una proposta concreta per cambiare le cose. «L'obiettivo ultimo è recuperare la tradizione di pensiero dell' economia civile, che nasce nel periodo dell' Illuminismo. La prima cattedra universitaria di economia, quella creata a Napoli nel 1753 per l' abate Antonio Genovesi, si chiamava proprio Economia civile - ricorda Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali - . Dobbiamo recuperare quello spirito francescano per un' economia dal volto umano». 

Ci sono tre punti concreti da cui partire, nota Zamagni: la distinzione tra i concetti di valore e di prezzo, che fa emergere come esistano beni, come quelli ambientali o relazionali, che hanno enorme valore ma nessun prezzo; un ritorno della finanza al servizio del progresso, liberandola dalla sua deriva autoreferenziale e cannibalesca; il recupero della dimensione espressiva del lavoro, che oltre a essere giusto deve essere anche decente, cioè deve consentire alla persona di esprimere la sua personalità e il suo carisma. «È un percorso avviato da Benedetto XVI con la Caritas in veritate del 2009 e che Francesco ha allargato e portato avanti con la Laudato si' e la Fratelli tutti. Vedrete - promette Zamagni - il discorso finale del Papa colpirà nel segno». Padre Enzo Fortunato, responsabile della comunicazione di The Economy of Francesco, sottolinea: «La pandemia sta mettendo a nudo il sistema economico attuale. Siamo di fronte a un sistema chiamato a rigenerarsi attraverso quel cammino che San Francesco con i suoi figli e il Papa hanno indicato alla società di ieri e a quella di oggi. Siamo chiamati a ripensare alle prospettive che sogniamo». (Avvenire)

 

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