Le visite dei pontefici
Piattaforme locali, sempre digitali, che offrono servizi alla persona
Come su Amazon. Si fa tutto on line. Senza uscire di casa. A Piazzola sul Brenta, i buoni spesa si usano via internet: i prodotti vengono scelti sullo schermo e consegnati a domicilio dai commercianti locali. «L'80 per cento dei 79 nuclei famigliari coinvolti fa tutto da solo on line, senza alcun sostegno», spiega Silvia Ranzato della cooperativa sociale Jonathan, che supporta l' iniziativa. In questo centro di 11mila abitanti a nord di Padova, i contributi per aiutare le persone in difficoltà economiche durante l' emergenza Covid-19, i cosiddetti buoni spesa, sono gestiti nel segno dell' innovazione. E del Terzo settore.
«Piazzola è uno delle decine di Comuni che, in tutto il Paese, sta utilizzando la nostra piattaforma Cura Italia», spiega Martina Tombari, responsabile del progetto per il consorzio Cgm. Le amministrazioni comunali hanno il compito di erogare i buoni spesa decisi dal Governo e Cgm, che conta tra i suoi soci 800 cooperative e 42mila lavoratori, ha messo a disposizione gratuitamente uno strumento per gestire l' intero processo al meglio, da remoto.
Non solo. A Biella, Matera, Sondrio e Rho (Mi), il consorzio ha lanciato delle piattaforme locali, sempre digitali, che offrono servizi alla persona particolarmente utili in questo periodo: dalla consegna di pasti e medicine allo psicologo on line fino al sostegno a distanza per gli alunni con disturbi. «Sono servizi aperti a tutti, tarati sui bisogni dei territori e forniti dalle cooperative locali a prezzi calmierati», riprende Tombari. I dati sul loro utilizzo da parte dei cittadini ancora non sono disponibili e saranno decisivi per valutare l' efficacia dell'iniziativa che, però, già così, risulta un' esperienza innovativa nel panorama italiano.
«Cgm ha reagito con grande velocità grazie agli investimenti fatti in tecnologia», commenta Lorenzo Bandera, del laboratorio Percorsi di secondo welfare: «Il consorzio sta usando la piattaforma che ha sviluppato per il welfare aziendale».
Non si tratta di un caso isolato. Come evidenziato proprio nell' ultimo rapporto di Percorsi di secondo welfare, in un ambito dominato dal profit, «negli ultimi anni si segnala un crescente attivismo anche da parte di soggetti non profit». Ci sono WaVe in Veneto, ValoriAmo nel lecchese, rete ComeTe in diverse regioni e altre realtà in numero crescente. Cgm però con la sua divisione cgmwelfare, rimane una delle più ampie e strutturate. Da un lato, perché il consorzio è diventato un provider, un interlocutore diretto delle imprese cui eroga i servizi delle sue cooperative. Dall' altro, perché Cgm ha sempre considerato il welfare aziendale un tassello del welfare del futuro, che dovrà essere - al tempo stesso - pubblico, territoriale e aziendale.
«Il welfare aziendale, per noi, è stato l' occasione per ragionare su un nuovo pubblico cui proporre i nostri servizi», riflette Tombari. «Il welfare pubblico - prosegue - risponde ai bisogni di fasce sempre più limitate e deboli mentre il welfare aziendale cresce ma riguarda ancora poche persone. Nel mezzo, tra questi due estremi, c' è uno spazio enorme. Ci sono i bisogni di tantissimi cittadini cui dare risposte. Come stiamo provando a fare a Tradate».
Con i suoi 18mila abitanti, Tradate (Va) è il laboratorio in cui Cgm sta sperimentando la sua idea di welfare. In accordo con il Comune, a ottobre, è stata inaugurata una piattaforma digitale che offre un ampio ventaglio di servizi a tutta la cittadinanza. Gli abitanti scelgono e poi pagano di tasca propria oppure, se ne hanno diritto, usufruiscono del welfare pubblico o aziendale. Per Tombari, «è un ottimo modo per ampliare le opportunità di tutti, ma senza il welfare aziendale non so se ci saremmo arrivati». A Piazzola sul Brenta stanno seguendo una strada simile. Il servizio per i buoni spesa è partito così rapidamente perché numerose realtà del territorio, tra cui il Comune e la cooperativa Jonathan, lavorano da tempo al progetto Welfare Bene Comune.
L'idea, anche qui, è unire welfare pubblico, aziendale e territoriale. «Per questo, abbiamo adottato la piattaforma di Cgm», racconta Ranzato...(Corriere della Sera)
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